FW: GRAVISSIMO ATTACCO ALLA LIBERTA' DI INFORMAZIONE ED ALLA DEMOCRAZIA





 

GRAVISSIMO ATTACCO ALLA LIBERTA' DI INFORMAZIONE

ED ALLA DEMOCRAZIA

VI PREGO DI DARE MASSIMA DIFFUSIONE DI QUESTA NOTA E DI FIRMARE LA PETIZIONE CHE TROVATE SU www.censurati.it/voxpeople/carloruta

 

Ero presente alla conferenza stampa  di Carlo Ruta organizzata dal Movimento dei Grilli Ragusani il 18 giugno 2008.

 Con Carlo ci siamo conosciuti in occasione della lotta contro la privatizzazione dell’acqua a Ragusa.

Avevo letto i suoi libri e le sue inchieste.  Avevo parlato con lui della sua vita. Certamente non facile.

Mi sono sentita fortunata ad averlo incontrato ed orgogliosa di averlo potuto annoverare tra le persone che avrebbero certamente inciso fortemente nella mia vita.

Ma ascoltare le sue parole mercoledì  mi ha lasciato  con stati emotivi talmente forti che li sto ancora elaborando.  Ve li riporterò prima possibile . La conferenza stampa è stata integralmente ripresa dai magnifici Grilli ragusani.

Adesso vi chiedo di leggere quanto segue e di firmare in tanti . SI TRATTA DI NOI TUTTI. 

HA MESSO A DISPOSIZIONE IL SUO CORAGGIO ANCHE PER NOI. ADESSO NON LASCIAMOLO SOLO

Barbara Grimaudo – Cittadini Invisibili? No Grazie

RECAPITI DI CARLO RUTA – e.mail  carlo.ruta at tin.it cell. 347-4862409 tel. 0932-780109
www.leinchieste.com

 

Stampa clandestina? Parte la petizione

Roma - Un blogger condannato per stampa clandestina? La sentenza resa pubblica nei giorni scorsi ha suscitato grande emozione in rete ed ora c'è chi promuove una protesta per sensibilizzare su un argomento delicatissimo. In particolare ci lavora Censurati.it che ha avviato una petizione web.

La petizione parla di "sentenza oscurantista" e di "fatto gravissimo" che "potrà avere effetti devastanti per la libertà di espressione sul web in Italia". A detta di Censurati.it, che da molti anni segue da vicino le restrizioni e i limiti imposti alla libertà di espressione dentro e fuori della rete, è stato di fatto condannato "un normalissimo blog".

La sentenza viene descritta, dunque, come "incredibile", una sentenza "che reca riscontri soltanto in Cina e in qualche nazione a regime dittatoriale, per le leggi che vigono nel nostro paese è un'assurdità. Costituisce un attacco frontale al mondo del web, alla democrazia, ai diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. È quindi importante che le realtà delle reti, le sedi dell'informazione, le espressioni del paese civile rispondano con la massima determinazione".

 

 

 

 

ALCUNE INFORMAZIONI

 

 

Carlo Ruta, nato a Ragusa nel 1953, giornalista e saggista.
Ha conseguito la laurea in filosofia presso l'università degli studi di Messina. Da vari decenni opera nei campi della storiografia e del giornalismo d'inchiesta. Fino ai primi anni novanta è stato direttore della rivista bibliografica 'Libri meridionali'. Ha pubblicato libri di investigazione storica e sociale come: Il binomio Giuliano-Scelba (Rubbettino 1995), Gulag Sicilia (Rubbettino 1993), Appunti di fine regime (Rubbettino 1994), Cono d'ombra. La mafia a Ragusa (La Zisa, Palermo 1997), Il processo come tarlo della Repubblica (Era Nuova, Perugia 1994) Politica e mafia negli Iblei (La Zisa, 1998), Giuliano e lo Stato (Edi.bi.si., Messina 2003), Segreti di banca. L'Antonveneta dai miracoli del nord-est agli intrighi siciliani (Edizioni Le Pietre, 2004), Morte a Ragusa (Edi.bi.si. 2005), sull'assassinio del giornalista de L'Ora e de L'Unità Giovanni Spampinato. Dirige alcune collane editoriali, in particolare 'Biblioteca storica del viaggio in Sicilia' della casa editrice Edi.bi.si. di Messina. Per tale collana ha firmato diversi titoli, fra cui Viaggiatori in Sicilia nel Settecento. L'immagine dell'isola nel secolo dei lumi. Ha curato il sito accadeinsicilia.net[1], di cui è stato imposto l'oscuramento nel dicembre 2004. Dal febbraio 2005 cura il blog di documentazione storica e sociale leinchieste.com[2]. Collabora con il portale telematico per la pace 'Peacelink' [3], con 'L'Isola possibile', rivista-inserto mensile del quotidiano 'Il Manifesto', e con il mensile 'Casablanca' di Riccardo Orioles. È stato condannato per 'stampa clandestina'.

 

Libertà sul web. Sentenza oscurantista in Italia.

Condannato penalmente da un tribunale della Repubblica per il reato di "stampa clandestina", reo di aver curato il sito internet di documentazione storica e sociale "accadeinsicilia", già oscurato d'autorità.

E' avvenuto un fatto gravissimo, che potrà avere effetti devastanti per la libertà di espressione sul web in Italia. Carlo Ruta è stato condannato a una pena pecuniaria, per "stampa clandestina", solo per aver gestito un sito di documentazione storica e sociale, in sostanza un normalissimo blog, di cui peraltro era stata comprovata, dalla polizia postale di Catania, cui era stato conferito l'incarico degli accertamenti, la non periodicità regolare.

L'incredibile sentenza penale è stata emessa dal giudice Patricia Di Marco, presso il tribunale di Modica, dietro denuncia presentata dal magistrato Agostino Fera, noto alle cronache per le censure di cui è stato fatto oggetto da diversi parlamentari della Repubblica, da Giuseppe Di Lello al presidente dell'Antimafia Francesco Forgione, in relazione alla gestione dell'inchiesta giudiziaria sul caso del giornalista Spampinato.

Una sentenza del genere, che reca riscontri soltanto in Cina e in qualche nazione a regime dittatoriale, per le leggi che vigono nel nostro paese è un'assurdità. Costituisce un attacco frontale al mondo del web, alla democrazia, ai diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. E' quindi importante che le realtà delle reti, le sedi dell'informazione, le espressioni del paese civile rispondano con la massima determinazione.



 

 

 

COMUNICATO STAMPA DI PeaceLink



L’Associazione PeaceLink esprime la propria solidarietà a
Carlo Ruta. Il giornalista siciliano è stato condannato a 8 mesi di carcere per aver ospitato sul suo sito http://www.accadeinsicilia.net (integralmente oscurato nel dicembre 2004) l’intervento di un ex funzionario pubblico di Ragusa. E’ questo solo l’ultimo di tanti episodi che in questi anni hanno avuto l’obiettivo di intimidire e oscurare l’informazione indipendente. Episodi che hanno colpito tra gli altri, oltre a Carlo Ruta, Umberto Santino del Centro di documentazione siciliana "Peppino Impastato" e Marco Benanti, ex direttore responsabile del portale Erroneo.org.
PeaceLink sostiene l’informazione antimafia e il giornalismo coraggioso sin dagli albori delle sue attivita’ nei primi anni ’90, quando la rivista "I Siciliani" di Pippo Fava veniva diffusa da PeaceLink sulla proprie rete di BBS. Oggi PeaceLink ospita sul proprio sito web la "Catena di Sanlibero" di Riccardo Orioles, gia’ collaboratore di Fava e cofondatore della rivista "Avvenimenti", e ha denunciato le persecuzioni legali che hanno colpito Carlo Ruta gia’ nel settembre 2005, durante il convegno "Cyber-Freedom" al quale Ruta ha partecipato come relatore e testimone. Purtroppo questa testimonianza e’ caduta nel vuoto, scontrandosi non solo con i bavagli mafiosi di chi ha tutto l’interesse a imbavagliare voci scomode, ma anche grazie al colpevole e complice silenzio dei salotti radical-chic di certa sinistra, dove sindacalisti, giornalisti, politici e intellettuali sono pronti a difendere a spada tratta Biagi, Luttazzi e Santoro, ma diventano colpevolmente silenti (e pertanto omertosi) quando il pugno del potere mafioso colpisce attraverso i tribunali chi lavora contro il malaffare e la criminalita’ lontano dalle luci dei riflettori, dalle vetrine televisive e dalla ribalta del palcoscenico. Il convegno cyber-freedom è stato l’occasione per l’inizio di una proficua collaborazione tra PeaceLink e Carlo Ruta, che oggi collabora con il portale dell’associazione. In questi anni Carlo ha cercato di indagare e documentare tante vicende della Sicilia, spesso ambigue e oscure. E’ un lavoro che espone a rischi importanti. L’Associazione PeaceLink intende quindi stringersi attorno a Carlo e al suo coraggioso lavoro.

 

 

Giovanna Corradini. Libertà sul web. Sentenza oscurantista in Italia

 

19 Giugno 2008
 

Condannato penalmente da un tribunale della Repubblica lo storico Carlo Ruta per il reato di «stampa clandestina», reo di aver curato il sito internet di documentazione storica e sociale accadeinsicilia, già oscurato d’autorità.

È avvenuto un fatto gravissimo, che potrà avere effetti devastanti per la libertà di espressione sul web in Italia.

Carlo Ruta è stato condannato a una pena pecuniaria, per «stampa clandestina», solo per aver gestito un sito di documentazione storica e sociale, in sostanza un normalissimo blog, di cui peraltro era stata comprovata, dalla polizia postale di Catania, cui era stato conferito l’incarico degli accertamenti, la non periodicità regolare.

L’incredibile sentenza penale è stata emessa dal giudice Patricia Di Marco, presso il Tribunale di Modica, dietro denuncia presentata dal magistrato Agostino Fera, noto alle cronache per le censure di cui è stato fatto oggetto da diversi parlamentari della Repubblica, da Giuseppe Di Lello al presidente dell’Antimafia Francesco Forgione, in relazione alla gestione dell’inchiesta giudiziaria sul caso del giornalista Spampinato.

 

Una sentenza del genere, che reca riscontri soltanto in Cina e in qualche nazione a regime dittatoriale, per le leggi che vigono nel nostro paese è un'assurdità. Costituisce un attacco frontale al mondo del web, alla democrazia, ai diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. È quindi importante che le realtà delle reti, le sedi dell’informazione, le espressioni del paese civile rispondano con la massima determinazione.

 

Giovanna Corradini

www.leinchieste.com

 

 

 

Italia, blog condannato per stampa clandestina

News

lunedì 16 giugno 2008

Roma - Un blogger italiano è il primo ad essere condannato perché considerato alla stregua di stampa clandestina, perché pubblicato in barba alle normative sull'informazione, sanzionato in particolare perché la sua periodicità non è regolare. Lo storico Carlo Ruta, che cura quel blog apprezzato da molti, ha subito per questa ragione una condanna pecuniaria presso il Tribunale di Modica, lui che il suo blog AccadeinSicilia lo aveva già visto finire sull'orlo dell'oscuramento.

Un fatto inedito. Per la prima volta un blog subisce una sentenza di questo genere perché la sua pubblicazione, il blog appunto, non segue i canoni e i ritmi della stampa tradizionale. Una sentenza che fa discutere perché con un colpo solo associa legge sulla stampa e blog. La decisione dei magistrati, che non sembra proprio avere precedenti neppure in Europa,
allarma gli osservatori.

Secondo Articolo 21, l'Associazione che si batte per la libertà di espressione, la decisione dei giudici
crea grande incertezza. "Non siamo abituati a commentare le sentenze - ha dichiarato Giuseppe Giulietti esponente dell'associazione - ma non vogliamo che questa resti avvolta nell'ombra perché riguarda l'articolo 21 della Costituzione e la libertà della rete, in un momento tra l'altro particolarmente delicato per l'informazione, in cui si decreta il carcere per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni che non rientrano in quelle consentite". Una osservazione pubblicata sul blog di Franco Abruzzo, per molti anni tra i massimi dirigenti dell'Ordine dei Giornalisti, sottolinea come la registrazione presso un Tribunale di una pubblicazione web sia richiesta, tra le varie ragioni, anche quando "rispetta una particolare periodicità". "Si può sostenere legittimamente e ragionevolmente - si legge - che sono da registrare nei tribunali (con un direttore responsabile) tutte le libere manifestazioni del pensiero rivolte al pubblico e strutturate come giornale".

Se per comprendere appieno la portata della Sentenza è necessario attenderà la sua pubblicazione, c'è chi non intende aspettare. L'idea che un blogger possa o debba rispettare formule di pubblicazione che appartengono alla legge sulla stampa, ossia ad una normativa datata, aggiornata per accogliere le pubblicazioni registrate in Tribunale e quelle che aspirano a sovvenzioni pubbliche, appare così paradossale che c'è chi si chiede se le ragioni di una condanna di questo genere siano esclusivamente di tipo tecnico.

È lo stesso Ruta a suggerire altre strade. "Nel mio blog - ha affermato - io ho fatto ampie ricostruzioni, con una documentazione dettagliata e in parte inedita sul caso di Giovanni Spampinato, il giornalista, colaboratore dei quotidiani l'Ora e l'Unità che nel 1972, a soli 22 anni, fu ucciso a Ragusa mentre stava portando alla luce, in un'inchiesta su un delitto, un rilevante intreccio di affari e malavita...". "Solo in Cina e a Cuba questo è avvenuto - ha anche dichiarato Ruta - ed è per questo che ci attiveremo tra conferenze stampa ed altre azioni affinché tutti vengano a conoscenza di questa violazione della libertà di espressione. Perché questo rappresenterebbe un precedente molto grave".