Performance
Con
GAETANO
CALLEGARO, EMANUELE FORTUNATI, GIOVANNA ROSSI,
GIADA
VILLANOVA, CHIARA MASCALZONI
Ideazione
e ricerca materiali
SERGIO
SEGIO
Drammaturgia
ROBERTO
TRAVERSO, ANTONIO SYXTY
Regia
ANTONIO
SYXTY
Direzione
tecnica
FULVIO
MELLI
Ingresso
libero sino a esaurimento posti
«Quando
i carabinieri mi danno la notizia
il cuore mi si è fermato per un istante.
Ho
urlato così tanto, poi tutto buio.
Mio
marito aveva 28 anni, è finito tra gli ingranaggi di un’impastatrice.
Tutto
questo sarebbe solo stato un brutto incubo se su quella
macchina
così
pericolosa ci fossero state le protezioni di sicurezza.
Ma
all’azienda importava solo il guadagno, la produttività, la
quantità,
senza
preoccuparsi minimamente dell’incolumità degli
operai.
Da
quel giorno è come se fossi entrata in un tunnel buio dove non si vede il
fondo.
Mi
dispiace soprattutto per mia figlia.
Ho
trovato il coraggio e la forza per dirglielo solo dopo quasi un
anno».
«Secondo
le ultime statistiche, nel mondo vi sono stati
268.059.672
infortuni
sul lavoro. Quelli mortali sono stati
351.250.
La Cina ha
circa un miliardo e 250 milioni di
abitanti.
Nel 2005 i morti sul lavoro in Cina sono
stati
90.295. L’India, che ha oltre un milioni di
abitanti,
ha registrato 40.133 infortuni mortali.
L’Italia,
con
quasi 57 milioni di abitanti, nel 2005 ha avuto
1.280
morti sul lavoro, nel 2006 sono stati 1.341.
Secondo
le prime stime, i morti sul lavoro nel corso
del
2007 sono stati 1.260. Quelli avvenuti nel
settore
delle
costruzioni sono stati 295. Il record negativo nei cantieri della
Lombardia, con 43 vittime, di cui 9 stranieri. Nel 2006 in Lombardia vi
sono stati 157.968 infortuni, di cui 232 mortali. A Milano e provincia
sono stati 53.090, di cui 74 mortali; di questi 46, di cui 8 stranieri,
sono avvenuti nel settore delle c ostruzioni».
«Dal
2003 al 2007 i morti sul lavoro in Italia sono stati almeno
6.654.
Nello
stesso periodo, in Iraq sono rimasti uccisi
4.213
soldati
della coalizione internazionale. Vale
a
dire che un muratore, un metalmeccanico o un
agricoltore
del
nostro Paese ha molte più probabilità di morire di
un
soldato
attivo in una zona di guerra»
(dal
Rapporto sui diritti globali 2008, a cura di Associazione
SocietàINformazione, edizioni Ediesse).
Si
ringrazia per la collaborazione il Teatro Litta di
Milano
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