Provate ad immaginare. L'Italia dei pogrom
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- From: "FAI Torino" <fat at inrete.it>
- Date: Thu, 15 May 2008 17:18:08 +0200
Provate ad immaginare.
Una persona del vostro
quartiere è sorpresa dentro un appartamento: forse voleva rubare, forse voleva
portar via una neonata. Viene arrestata. Provate ad
immaginare. Il giorno dopo e poi quelli
successivi ragazzi in motorino lanciano una molotov contro la casa di un vostro
vicino. L’incendio brucia in parte l’appartamento ma per fortuna l’uomo, la
donna e i due bambini che ci vivono se la cavano. Spaventati ma incolumi. Poi è
la volta di un intero quartiere: arrivano a centinaia con i bastoni e le
bottiglie incendiarie. La gente scappa si rifugia da parenti.
Provate ad
immaginare. Un bambino che vive ad un
paio di isolati da casa vostra viene circondato da gente ostile che, sapendo che
è del vostro paese, lo insulta, lo schiaffeggia, lo spinge a forza dentro una
fontana. Il bambino è piccolo, forse piange, forse stringe i denti perché la
violenza degli altri è un pane duro che ha imparato a masticare sin da quando è
nato. Provate ad
immaginare. La furia non si placa:
anche i quartieri vicini sono sotto assedio. Raccolte in fretta poche povere
cose intere famiglie si allontanano. La polizia non ferma nessuno degli
incendiari ma “scorta” voi e i vostri compaesani. Andate via. Non sapete dove.
Lontano dalle molotov, lontano dalla rabbia, lontano dalla ferocia di quelli che
sino al giorno prima vivevano a poche centinaia di metri da voi. Andate in cerca
di un buco nascosto, dove, forse potrete resistere per un po’. Fino alla
prossima molotov. Provate ad
immaginare. Vostri compaesani e parenti
che vivono lontano, in altre città, vengono assaliti, le loro case bruciate.
Anche loro sono in strada. Provate ad
immaginare. Il governo del vostro paese
vara misure straordinarie per far fronte all’emergenza. Leggi per fermare la
violenza e l’illegalità. Leggi contro di voi ed i vostri parenti, contro i
vostri vicini di casa, contro quelli del vostro quartiere e contro tutti quelli
del vostro stesso paese. Provate ad immaginare di
essere in Italia, in questo maggio del 2008. Non vi pare possibile?
Eppure è cronaca di tutti i
giorni. La cronaca di un pogrom. Un pogrom che sta
incendiando l’Italia. Brucia le baracche dei rom e corrode la coscienza civile
di tanti di noi. Qualcuno agisce, i più plaudono silenti e rancorosi, convinti
che da oggi saranno più sicuri. Al riparo dalla povertà degli ultimi, di quelli
che non si lavano perché non hanno acqua neppure per bere, di quelli che di rado
lavorano, perché nessuno li vuole, di quelli che vanno a scuola pochi mesi, tra
uno sgombero di polizia ed un rogo razzista. Forse pensate che questo
non vi riguarda. Forse pensate che questo a voi non capiterà mai. Siete
cittadini d’Europa, voi. Siete gente che lavora, che paga il mutuo, che manda i
figli a scuola. Forse avete ragione. Forse no. Nella roulette russa della guerra
sociale c’è chi affonda e chi resta a galla. Il lavoro non c’è, e se c’è è
precario, pericoloso, malpagato. Il mutuo vi strangola, non ce la fate ad
arrivare alla fine del mese, a pagare tutte le spese, ma forse, tirando a
campare, con la paura che vi stringe la gola, ce la farete. Gli altri, quelli
che restano fuori, che crepino pure. Nemici, anche i bambini. O li caccia il
governo o ci penserete voi stessi, di notte con i bastoni e le molotov. A fare
pulizia. Etnica. Intanto, giorno dopo
giorno, i nemici, quelli veri, vi portano via la vita, rendono nero il vostro
futuro. Il nemico marcia sempre alla nostra testa: è il padrone che sfrutta, è
il politico che pretende di decidere per noi, che vuole che i penultimi
combattano gli ultimi, perché la guerra tra poveri cancella la guerra
sociale. Provate ad
immaginare. Provate ad immaginare che
un giorno il padrone vi licenzi, che la banca si prenda la casa, che la strada
inghiotta voi e i vostri figli. Sarà il vostro turno. Ma
allora non ci sarà più nessuno capace di indignazione, capace di rivolta.
Provate ad
immaginare. Un giorno qualcuno potrebbe
chiedervi “dove eravate mentre bruciavano le case, deportavano la gente,
ammazzavano i bambini?” Non dite che non sapevate,
non dite che non avevate capito, non dite che voi non
c’entrate. Chi non ferma la barbarie
ne è complice. Provate ad immaginare un
futuro come questo presente da incubo. Torino 16 maggio:
Resistenza Rom Resistenza
Rom 10 anni di lotte,
occupazioni, sgomberi a Milano. Venerdì 16 maggio ore
assemblea
contro le politiche
razziste, le ronde fasciste e leghiste, la violenza securitaria e la
repressione... percorsi di autogestione, solidarietà, lotta.
Interverranno esponenti di
“Via Adda non si cancella” Proiezione del video “Via
Adda 14. Tutti sotto un tetto” Federazione Anarchica
Torinese – FAI Corso Palermo 46 – la sede
è aperta ogni giovedì dopo le 21 – distro libri e stampa
anarchica. Info: fat at inrete.it 338
6594361 |
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