Cina: Amnesty International condanna la repressione nei confronti dei manifestanti tibetani



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COMUNICATO STAMPA
CS34-2008

CINA: AMNESTY INTERNATIONAL CONDANNA LA REPRESSIONE NEI CONFRONTI DEI
MANIFESTANTI TIBETANI

Amnesty International ha espresso la propria condanna per la recente dura
repressione nei confronti di un gruppo di pacifici manifestanti nella
capitale del Tibet, Lhasa.

Secondo testimoni oculari, l'11 marzo la polizia cinese ha usato gas
lacrimogeni e pungoli elettrici per disperdere 500 manifestanti che
stavano chiedendo il rilascio di alcuni monaci arrestati nel corso delle
proteste dei giorni precedenti.

Lunedi' 10 marzo 11 dimostranti, tra cui nove monaci, sono stati
brutalmente picchiati e arrestati all'esterno del tempio di Tsuklakhang,
nel centro di Lhasa. Il gruppo stava manifestando per ricordare il 49°
anniversario della fuga del Dalai Lama dal Tibet, dopo il fallimento della
sua ribellione contro il dominio cinese. Nelle stesse ore sono stati
arrestati una cinquantina di monaci in altre zone della capitale.

'I dimostranti hanno il diritto di esprimere la propria pacifica protesta.
Negando la liberta' di espressione e di riunione, la Cina viola gli
standard internazionali sui diritti umani' - ha dichiarato Paolo Pobbiati,
presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. 'In questo
modo le promesse fatte in occasione dei Giochi Olimpici a Pechino appaiono
ancora piu' vuote e lontane'.

L'organizzazione per i diritti umani ha chiesto alla Cina di rilasciare
immediatamente tutte le persone arrestate negli ultimi giorni per aver
esercitato in forma pacifica i propri diritti.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 12 marzo 2008

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it







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