Torino: De Benoist, la "Nuova" Destra alla Libreria Comunardi
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- Date: Wed, 12 Mar 2008 22:32:06 +0100
Torino: De Benoist, la
“Nuova” Destra alla Libreria Comunardi Venerdì 14 marzo, alla
libreria Comunardi di via Bogino a Torino, Costanzo Preve, che alcuni anni fa si
autodefiniva “filosofo marxista” oggi spostatosi verso De Benoist sarà presente
alla serata organizzata nella libreria diretta da oltre un trentennio da Paolo
Barsi. Nella locandina di presentazione gli organizzatori ringraziano
Sia Preve che De Benoist si
proclamano oltre la destra e la sinistra, rinverdendo, l’uno da “sinistra”,
l’altro da destra il mito tanto caro a tanti neofascisti di ieri e di
oggi. Un mito rossobruno duro a
morire e che vede rinverdire i suoi fasti proprio tramite un lavoro di
“infiltrazione” il cui successo è testimoniato da personaggi che hanno ormai
mutato di campo come Preve e che oggi si pongono come ponte tra stalinisti e
fascisti. (tutti, come è ovvio, rigorosamente
“post”) Il testo di Preve “Il
paradosso De Benoist” è editato da Settimo Sigillo, ben nota casa editrice
fascista. Per chi volesse
approfondire suggeriamo di visitare il sito delle edizioni Settimo Sigillo (da
notare i numerosi testi dedicati a Mussolini, al cattolicesimo tradizionalista,
ai gruppi rock neonazi, per non dire di testi come “Italia fascista in piedi!”).
L’indirizzo è:
http://sales.libreriaeuropa.it/default.asp Vediamo un po’ di fare una
breve genealogia della Nouvelle Droite francese ed della corrispettiva Nuova
Destra italiana per capire chi sia De Benoist ed i suoi seguaci
italiani. In merito ci rifacciamo al
recente testo di Pietro Stara uscito per le edizioni Zero in Condotta di Milano
“ Nel suo articolo -
Differenzialismo razzista. La “nuova destra” di Alain de Benoist - comparso su
Umanità Nova numero 31 dell’ottobre del 2006 Stara così descrive La famiglia della Nuova
Destra è composta oltre che dal GRECE e le sue pubblicazioni, “Élements”,
“Nouvelle école” e “Krisis”, dai fiamminghi della rivista “Tekos”, dagli
italiani legati a Marco Tarchi ed alle riviste “Trasgressioni” e “Diorama
Letterario”, alle case editrici “ Prosegue Stara: “Il GRECE
viene fondato nel 1968 da militanti provenienti da diverse organizzazioni
dell’estrema destra, in particolare dal FEN (Federazione degli studenti
nazionalisti costituitasi nel 1960) che pubblica i “Cahiers universitaires”, dal
mensile “Europe-Action” e dall’insuccesso elettorale del REL (Rassemblement
européen de la liberté) alle legislative del 1967, coalizione promossa dal
movimento razzista, xenofobo ed anti-comunista denominato MNP (Movimento
nazionalista del progresso). L’ideologia che fa da elemento costitutivo al GRECE
poggia sostanzialmente su di un neo-nazionalismo europeo fondato su basi
razziali – differenzialiste: “ La prima rottura esplicita
con il nazionalismo tradizionale francese di Barrès o di Maurras, come abbiamo
visto, avviene sulla questione del nazionalismo europeo; la seconda invece, si
consuma sulla questione della metapolitica, o come detto da loro stessi, dalla
lettura di Gramsci a destra. Gramsci viene letto dal GRECE come teorico del
“potere culturale”: sta appunto alla destra organizzare questa controffensiva
culturale conquistando ambienti politici, mediatici, universitari etc.:
“L’economicismo liberale comincia allora ad essere fermamente denunciato quanto
l’economicismo marxista, e l’‘americanismo’, forma moderna dominante
dell’egualitarismo e del cosmopolitismo ‘giudeo-cristiano’, diventa la figura
del nemico principale”[6] La prospettiva
antiegualitaria radicale del movimento politico GRECE si risolve, naturalmente,
in una prospettiva differenzialista altrettanto radicale, la quale nega, in
maniera intelligente, la superiorità razziale richiamata dalle dottrine
suprematiste fasciste o naziste, ma nega in maniera altrettanto potente la
possibilità della costruzione di un meticciato che possa inficiare l’organicità
presunta, naturalmente, con la quale si sono costruiti nei millenni popoli,
etnie etc. In subordine a ciò, la supremazia di potenza viene relegata ad uno
sviluppo storico in cui le disuguaglianze trovano a confrontarsi ed a scontrarsi
in rapporti di forza per così dire “naturali”. Il presupposto teorico di tutto
questo è negare innanzitutto come intere civiltà si siano costruite sicuramente
attraverso lo scontro militare, ma anche attraverso lo scambio e la
contaminazione, pure fisica, di meticciato, tra intere popolazioni, a loro volta
prodotto di scambi avvenuti secoli prima. Il secondo presupposto è quello di
ritenere la formazione sociale, politica e culturale di intere popolazioni come
prodotto di rapporti forza esplicitati in natura, come se il corrispondente
organico della società, a-conflittuale in questa ottica, fosse l’organicità del
corpo umano. La società è specchio e riproduzione del corpo (spirito, fisicità,
intelligenza etc); la teoria razziale torna prepotentemente da dove si pensava
di averla fatta uscire: se il corpo è sano, forte, intelligente… allora la
società, unione omogenea di interessi che in essa, come nella famiglia trovano
la sua ricomposizione è sana, forte, intelligente e quindi predominante sul
proprio territorio, ma anche su quello degli altri, inferiori (diversi direbbero
loro) per “natura”. Il terzo congetturato è che
le teorie egualitarie siano per forza di cosa appiattenti, omologanti ed
omogeneizzanti perché si fanno forza su dei presupposti “naturali” sugli esseri
umani che partono dall’idea dell’unicità della razza umana, al di là delle
differenze insite in processi di diversificazione biologica, le quali non
alterano il carattere di eguaglianza tra le persone (un cuore,un cervello, due
occhi etc.). Le teorie egualitarie, dalle moderate a quelle estreme (comunismo
ed anarchismo), assumono al proprio interno che il prodotto della
differenziazione sociale sia in senso economico che in senso culturale e
politico sia passato a e passi attraverso processi storici contestuali
(geografici, climatici, risorse, numero di abitanti e facilità di contatti….)
nei quali un ruolo significativo ha assunto il fenomeno dello sfruttamento,
fenomeno che in chiave moderna si può ascrivere alla lotta di classe. I
ragionamenti sulle differenze, passano, per gli egualitari dal principio che
comunque si debba fare riferimento alla singolarità dell’essere umano ed alla
varianza dei prodotti storici, che per le destre assumono invece una forma di
a-temporalità, questa sì univoca, insita nella tradizione, o meglio nella
Tradizione.” Chi volesse leggere la
versione integrale dell’articolo la trova: http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2006/un31/art4407.html Per approfondimenti sulla
nuova destra consigliamo anche questi articoli: “Nuova
Destra. Identità e Comunità” è stato pubblicato su UN n. 35 del
2006 http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2006/un35/art4460.html “Contro
l’uguaglianza. Nuova Destra e religione” è stato pubblicato su UN n. 40 del
2006 http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2006/un40/art4520.html http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2006/un41/art4537.html Il
razzismo differenzialista di De Benoist, il suo antiamericanismo in nome
dell’Europa nazione trovano in certe aree staliniste una discreta audience. La
tentazione di indossare la camicia rossobruna, che ha visto in prima fila il
Campo Antimperialista, sta trovando sempre nuovi
adepti. Per noi
che siamo inguaribilmente antifascisti ed antirazzisti ci sono pochi dubbi:
nessuno spazio per i fascisti vecchi e nuovi, nessuno spazio per chi in nome
della Tradizione, sogna un’Europa etnicamente “pura” riecheggiando con altre
parole teorie che si sono realizzate nel sangue, nei lager, nell’eliminazione di
oppositori politici, ebrei, zingari… Combattiamo il fascismo e chi ci
collabora! Boicottiamo Comunardi! Federazione Anarchica Torinese –
FAI Corso
Palermo 46 – Torino La sede
è aperta ogni giovedì dalle 338
6594361 fat at inrete.it [1] Diorama Letterario è una delle pubblicazioni di Marco Tarchi. Tarchi, appartenente alla corrente rautiana del Msi e leader del Fronte della Gioventù nel 1977, si stacca dal partito intorno agli inizi degli anni Ottanta. Insieme ad altri giovani intellettuali promuove l’area politico-culturale della cosiddetta Nuova destra, che egli definisce: "...'famiglia di pensiero' nata in Francia verso la fine degli anni sessanta dalle riflessioni di Alain de Benoist (animatore delle riviste Nouvelle Ecole, Eléments, Krisis) e rappresentata in Italia da pubblicazioni come Trasgressioni e Diorama letterario.” [2]
http://www.zeroincondotta.org/ [3] Alain de Benoist, Qu’ est-ce le nationalisme (1966), citato in Pierre-André Taguieff, Sulla nuova destra. Itinerario di un intellettuale atipico, Vallecchi, Firenze 2004, pag 51 [4] Ibidem, pag. 52 [5] http://www.movimentozero.it/movimento_zero.aspx?id=2 [6] Pierre-André Taguieff, Sulla nuova destra. Itinerario di un intellettuale atipico, Vallecchi, Firenze 2004, pag 53 |
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