Torino 8 marzo. Cronaca e rassegna stampa
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- Date: Tue, 11 Mar 2008 20:46:57 +0100
Torino 8 marzo. Cronaca e
rassegna stampa Senza dio né legge, libere
di scegliere Un fine settimana molto
vivace all’ombra della Mole in occasione di un 8 marzo finalmente fuori dai
tristi riti che lo avevano segnato negli ultimi anni, facendone un curioso
ibrido tra san valentino, la festa della mamma e la befana, tra cene di tutte
donne, mimose d’ordinanza e uomini nudi in
discoteca. A quest’indirizzo trovate,
oltre alla cronaca, la rassegna stampa: http://piemonte.indymedia.org/article/1406 Il tocco d’avvio lo hanno
dato un gruppo di anarchici e anarchiche anticlericali che la sera del sette
marzo hanno sigillato l’ingresso del gabbiotto del Movimento per Quel gabbiotto è una
vergogna che andrebbe cancellata da ogni ospedale. Una vergogna pagata con soldi
pubblici al servizio di un’associazione di integralisti che si apposta nei
pressi dei reparti di ginecologia ed ostetricia con i depliant pieni di menzogne
per mettere all’indice le donne che consapevolmente decidono sulla loro vita e
sul loro futuro. Quella di non avere un figlio non desiderato o al quale non
sarebbero in grado di garantire una vita degna di essere vissuta è una scelta
adulta, consapevole, che merita rispetto, quel rispetto per la vita delle donne
e dei bambini che la chiesa non ha. Dove va l’amore per la vita quando l’aids fa
strage dove i preti predicano di non usare i preservativi? Dov’è l’amore per la
vita quando milioni di bambini muoiono perché non hanno denaro per cibo e
medicine? Quelli del movimento per la
vita – come l’intera Chiesa Cattolica - trattano le donne come assassine, negano
la loro libertà e le considerano eterne minorenni da tutelare o intimidire. La
chiesa – ieri con i roghi – oggi con una morale che altro non è che lo strumento
della perpetuazione del potere arrogante di una casta di uomini celibi le donne
le ha assassinate e vuole continuare a farle morire, riaprendo il baratro
dell’aborto clandestino, delle mammane, del silenzio e della
vergogna. È da ormai molto tempo che
la paura sta cambiando di campo, che i preti e i loro accoliti hanno smesso di
intimorire, perché le donne hanno alzato la testa e non la
piegheranno. Siamo alla vigilia dell’8
marzo, non rito, non festa, ma giorno di lotta. Con questo piccolo gesto di
ribellione all’invadenza clericale vogliamo ricordare le tante donne che sono
morte d’aborto clandestino e le tante che si sono ribellate ed hanno lottato
perché tutto questo avesse fine.” La mattinata del giorno
successivo, un 8 ma rzo decisamente umido,
al Balon gli anarchici della FAI torinese hanno dato vita ad un presidio
anticlericale molto visibile. Oltre allo striscione “senza dio né legge, libere
di scegliere”, alla distro ed al volantinaggio è stato allestito un punto info
gestito da un prete in tonaca che faceva propaganda all’aborto clandestino, una
pratica della quale Nel volantino distribuito
durante la giornata si criticavano le posizioni di mera difesa dall’offensiva
clericale che caratterizzano le posizioni di molti gruppi e collettivi,
asserendo che “Sono ormai molte a pensare che sia venuto il momento di passare
dalla resistenza all’attacco, respingendo le interessate tutele di partiti e
sindacati che, dopo essersi – tutti – inginocchiati al trono di Ratzinger - ora
le corteggiano perché vogliono il loro voto. Purtroppo ancora molte
parlano di diritti, di necessità di difendere qualche legge. In particolare la
194, quella che regolamenta e limita la libertà di scegliere o meno la
maternità. Questa legge – tutte le
leggi – non garantisce ma ingabbia. Quando venne promulgata sancì che la libertà
delle donne non poteva più essere repressa e allora andava regolamentata. Prima
della 194, abortire era vietato: chi lo faceva, rischiava la vita perché
abortire era un lusso e i ferri da calza costano poco. Chi lo faceva rischiava
la galera, perché abortire era un reato. Le femministe sfidarono apertamente la
proibizione al punto che i legislatori non poterono che prenderne atto e
cambiare le regole. Ma le nuove regole, seppur migliori delle precedenti, sono
piene di limiti e trappole. Chi oggi attacca la libertà femminile, lo fa proprio
partendo dalle possibilità che questa legge gli
offre. Per questo è tempo di
affermare una libertà senza legge, senza tutele, senza limiti che non siano
quelli posti dalla scelta di vita di ciascuna.”. L’otto marzo torinese è
proseguito nel pomeriggio con un grande corteo che ha attraversato le vie del
centro, un corteo autorganizzato senza partiti e sindacati, che ha segnato un
importante momento di lotta nella nostra città. Quasi diecimila donne di tutte
le età e numerosi uomini vi hanno preso parte riportando nell’agone politico il
rifiuto delle politiche familiste, la difesa degli attacchi alla libertà
femminile, la necessità di riprendere l’iniziativa sul lavoro, i servizi, la
libertà personale. Il giorno successivo si è
scatenata la canea mediatica contro l’azione degli anarchici al Mauriziano e
contro il corteo femminista. Tra i consiglieri comunali del PD la componente
cattolica, non paga di prendere le distanze dagli anticlericali, ha denunciato
il corteo come mandante morale, gli ex DS, tra cui Rossomando sulla Stampa, si
sono invece limitati ad “esprimere solidarietà al movimento per la vita per un
atto di ‘violenza’ del tutto estraneo alla cultura delle donne”. Il giorno
successivo il Consiglio Comunale ha espresso la propria condanna dell’azione
degli anarchici, bollata ancora una volta come ‘violenta’. Questa classe
politica che definisce violenza il sigillare una serratura è la stessa che
sostiene la guerra e l’occupazione in Afganistan, la stessa che dimentica la
violenza infinita di quell’associazione omicida che è In paesi ultracattolici
come Quest’otto marzo è stata
una giornata importante per la libertà delle donne, di quella libertà che, se
guardi a fondo, è anche la libertà di tutti. Questo resoconto comparirà
sul numero 10 del settimanale anarchico Umanità Nova
Federazione Anarchica
Torinese – FAI Corso Palermo 46 – la sede
è aperta ogni giovedì dalle 338 6594361
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