"Mio marito in stato vegetativo, io lasciata sola"
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- Date: Wed, 13 Feb 2008 13:31:02 +0100
"Mio marito in stato vegetativo, io
lasciata sola"
Lorenzo Fazzini Chi assiste un famigliare in stato vegetativo non può ricevere sussidi economici dall’amministrazione comunale se non ha un mutuo per l’acquisto di una casa a proprio carico. Accade in questi giorni a Verona, dove la signora Maria cura da 4 anni il marito Giuseppe Bari, che chiama affettuosamente Bepi, il quale da quello sfortunato 18 luglio 2004 – l’uomo aveva 68 anni – si trova in una situazione di "stato minimo di responsività", come si dice nel freddo linguaggio medico.«La Regione Veneto ci offre 400 euro mensili per pagare la retta dell’ospedale a fronte di un costo di 1.400 euro ogni mese, 44 euro al giorno – spiega la signora Adduci, mentre scartabella con le carte, lettere, ritagli di giornali che testimoniano la sua odissea – ma il Comune non ci dà niente. Quando sono andata a chiedere un sostegno economico, visto che mio marito ha un’invalidità del 100%, mi è stato risposto che potrei riceverlo se disponessi di un mutuo acceso in banca. Ma siccome vivo in un appartamento in affitto, non rispondo ai requisiti e quindi non ricevo nulla». Oltre a tutto, a lei, che appartiene all’Asl 20, viene chiesto un contributo di 44 euro al giorno, mentre a chi risiede nell’Asl 21 e 22 il contributo richiesto è di 23 euro al giorno. La battaglia pacifica di donna Maria non è solo per il suo Mario – «Capisce,
mi stringe la mano, ascolta le sue canzoni preferite», racconta con dignità – ma
anche per gli altri degenti di Casa Perez, il reparto di riabilitazione
dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar, retto dalla Congregazione dei Poveri Servi
della Divina Provvidenza, l’ente religioso fondato da san Giovanni Calabria.
«Questa struttura è molto adatta ai casi che ospita: ci sono palestre di
riabilitazione fisica, infermieri preparati, operatori specializzati, vengono
organizzate delle gite e uscite di svago per gli ospiti. L’ospedale sta
aspettando dalla Regione l’ampliamento di ulteriori 4 posti letto, ma questa
autorizzazione non arriva. Per questo ho scritto in questi giorni anche al
presidente della Regione Galan per sollecitare il suo intervento». Spesso solo l’intervento del privato sociale o del volontariato può fare i
miracoli; la moglie di "Bepi" Bari ne ha avuto una prova precisa: «Per un anno è
stato sospeso in reparto il servizio di musicoterapia, molto utile per la
riabilitazione dei pazienti del reparto del Sacro Cuore. Ebbene, solo grazie ai
musicisti del Conservatorio cittadino, che si sono offerti di venire gratis una
volta alla settimana in ospedale, il lunedì pomeriggio, è stato possibile
continuare questa attività così utile per i pazienti». Ecco allora anche la necessità politica di un aiuto amministrativo-economico: «Serve un sostegno maggiore alle famiglie – argomenta la signora Adduci, lei stessa insegnante di massaggio –. Sarebbe auspicabile anche un intervento diretto dello Stato». |
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