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SAN MATTONE - INCHIESTA SULLE PROPRIETA’ IMMOBILIARI DEL VATICANO.
- Subject: SAN MATTONE - INCHIESTA SULLE PROPRIETA’ IMMOBILIARI DEL VATICANO.
- From: "camillo.coppola at tin.it" <camillo.coppola at tin.it>
- Date: Fri, 8 Feb 2008 22:55:35 +0100 (GMT+01:00)
----Messaggio originale---- Da: passaparola_ at virgilio.it Data: 7-feb- 2008 23.05 A: Ogg: 08 febbraio GRAZIE AI TANTISSIMI SUGGERIMENTI GIUNTI HO INDIVIDUATO E SCELTO L’INTESTAZIONE CHE, DAL PROSSIMO VENERDI, SOSTITUIRA’ QUELLA ATTUALE DI PASSAPAROLA. OVVIAMENTE NON MUTERA’ NULLA NEI CONTENUTI E NELLA MODALITA’ DI TRASMETTERLI MA, DA VENERDI 15 FEBBRAIO, LA NUOVA INTESTAZIONE SARA’: TAMTAM.NEWS. INUTILE DIRE CHE, CON L’INTESTAZIONE, CAMBIA ANCHE L’INDIRIZZO CUI INVIARE I MESSAGGI CHE VI SI VOGLIONO VEDERE PUBBLICATI; CANCELLA QUINDI QUELLO PRECEDENTE E UTILIZZA SIN DA ORA: tamtam.news at libero.it SAN MATTONE - INCHIESTA SULLE PROPRIETA’ IMMOBILIARI DEL VATICANO. L'ultimo a essere venduto è stato un immenso complesso monastico sulla Camilluccia, a Roma, alle spalle di Monte Mario, ma nella stessa arteria a nordest della Capitale, zona Trionfale, un tempo tappezzata di rifugi per pellegrini e lazzaretti, l'immobiliarista casertano Statuto si è portato via un ex convento del XVIII secolo di importante valenza storica, con una superficie di quasi 5.000metri quadri, e inserito in un'area naturale tre volte più grande. LA SVOLTA E’ ARRIVATA NEL 2002, CON LA NOMINA DEL CARDINALE NICORA ALLA PRESIDENZA DELL'AMMINISTRAZIONE DEL PATRIMONIO DELLA SEDE APOSTOLICA (APSA), UNA HOLDING CHE A ROMA, RISULTA PROPRIETARIA DI BENI PER POCHI MILIONI, PERCHE’ ISCRITTI A BILANCIO AL COSTO STORICO E ACCATASTATI SEMPRE COME POPOLARI O ULTRAPOPOLARI, PUR SITUATI IN PIENO CENTRO. ATTRAVERSO SOCIETA’ COME LA SIREA, CHE HA INTESTATI DUE PALAZZI IN PIAZZA COLA DI RIENZO, VALUTATI NEANCHE 3MILIONI E DATI IN AFFITTO ALLA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA; LA EDILE LEONINA, CON LOCALI PER ALTRI 3MILIONI, OCCUPATI DAL VIMINALE; E LA NICOLOSO DA RECCO, TITOLARE DI QUATTRO APPARTAMENTI, DAL VALORE NOMINALE DI APPENA 50MILA EURO. MA CHE INVECE HA UN POTERE DI INDIRIZZO ENORME SULL'IMMENSO PATRIMONIO CHE FA CAPO ALLA CHIESA E AGLI OLTRE 30MILA ENTI RELIGIOSI CHE OPERANO SUL TERRITORIO. UN PATRIMONIO SFUGGITO A OGNI CENSIMENTO, NEI QUASI OTTANT' ANNI SEGUITI AL CONCORDATO CHE DAL 1929 REGOLA I RAPPORTI TRA STATO E VATICANO. COME AVEVA SOTTOLINEATO ANCHE RUTELLI, ALL'INDOMANI DELLA REVISIONE DEI PATTI LATERANENSI. IN UN ACCESO DIBATTITO PARLAMENTARE DELL'APRILE 1985 SULLA LEGGE CHE ISTITUIVA IL FONDO EDIFICI DI CULTO, L'ALLORA DEPUTATO RADICALE AVEVA FATTO METTERE AGLI ATTI L'INTERMINABILE ELENCO DEI PALAZZI POSSEDUTI DAGLI ENTI ECCLESIASTICI NELLA SOLA CITTÀ DI ROMA PER DARE LA CONSISTENZA REALE DEI BENI DELLA CURIA E ROVESCIARE COSÌ QUELLA VISIONE DI UNA CONFESSIONE POVERELLA CHE AVEVA SPINTO LA DC AD ACCOLLARE ALLO STATO 1.000 MILIARDI DI LIRE DI SPESE L'ANNO, PER IL MANTENIMENTO DEI LUOGHI ADIBITI A CULTO. POI RUTELLI È DIVENTATO SINDACO, E CON LA PIOGGIA DI FINANZIAMENTI PUBBLICI ARRIVATA CON IL GIUBILEO DEL 2000, 3.500 MILIARDI DI LIRE PER PARCHEGGI E SOTTOPASSI, RESTAURI DI CAPPELLE E PALAZZI, RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE E NUOVI ALLOGGI PER PELLEGRINI, HA DATO IL SUO CONTRIBUTO ALL'ULTERIORE ESPANSIONE TERRENA DELLA CHIESA. QUATTROCENTO ISTITUTI DI SUORE, 300 PARROCCHIE, 250 SCUOLE CATTOLICHE, 200 CHIESE NON PARROCCHIALI, 200 CASE GENERALIZIE, 90 ISTITUTI RELIGIOSI, 65 CASE DI CURA, 50 MISSIONI, 43 COLLEGI, 30 MONASTERI, 20 CASE DI RIPOSO, ALTRETTANTI SEMINARI, 18 OSPEDALI, 16 CONVENTI, 13 ORATORI, 10 CONFRATERNITE, 6 OSPIZI.. QUASI 2 MILA ENTI RELIGIOSI RESIDENTI NELLA CAPITALE, PROPRIETARI DI CIRCA 20 MILA TERRENI E FABBRICATI, TRA CITTA’ E PROVINCIA. A SPANNE, UN QUARTO DI ROMA È DELLA CURIA. Alla fine di via Nomentana, all'altezza dell'Aniene, le Orsoline possiedono un palazzo di sei piani da oltre 50mila metri quadri di superficie, mentre le suore di Maria Riparatrice si accontentano di un convento di tre piani. Mentre dalle centralissime via Sistina e via dei Condotti, fino al Pantheon e a piazza Navona, edifici barocchi e interi isolati di confraternite e congregazioni si alternano a istituzioni come la Pontificia università della Santa Croce. L'isola Tiberina, che appartiene interamente all' ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio. Sull'Aurelia Antica si innalza l'imponente Villa Aurelia, un residence con 160 posti letto, con tanto di cappella privata e terrazza con vista su San Pietro, che fa capo alla casa generalizia del Sacro Cuore. Un tesoro immenso che si è accumulato grazie a lasciti e donazioni: più di 8mila in un anno nella sola Roma città. Ma non c'è solo la Capitale. La Curia vanta possedimenti cospicui anche a Verona, Padova, Trento, Bergamo e Brescia, dove gli stessi nipoti di Paolo VI, i Montini, di mestiere fanno gli immobiliaristi. Il 20-22% del patrimonio immobiliare nazionale è della Chiesa; senza contare le proprietà all'estero. A metà anni 90 i beni delle missioni si aggiravano intorno agli 800- 900miliardi, oggi dovrebbero valere dieci volte di più. Arrivato al vertice dell'Apsa, il Cardinale Nicora ha cercato di fare ordine nel portafoglio immobiliare della Santa Sede, con le stesse logiche dei banchieri da lui frequentati. E così all'interno di quella Sezione straordinaria, che ha la delega sugli immobili, hanno cominciato a diffondersi parole un tempo bandite come ristrutturare, razionalizzare, mettere a reddito. Con il cambio di mentalità sono arrivate anche sanatorie, cambi di destinazione d'uso, sfratti e cause con enti e inquilini. Al punto che anche la Pontificia Accademia Ecclesiastica di piazza Minerva ha aderito al condono per modificare la destinazione d'uso di una parte del palazzo (intestata all'immobiliare Atrium) e riconvertirla a uso ufficio. Ma con la scoperta del trading immobiliare i bilanci del Vaticano almeno hanno ripreso a sorridere: con i 47 milioni incassati tra 2004 e 2005 dalle vendite di palazzi, appartamenti e conventi, la Santa Sede ha ampiamente coperto le perdite della Radio e dell' Osservatore Romano, da sempre in deficit, mettendo da parte pure un discreto utile. È una conversione che non è piaciuta però ai vecchi inquilini delle case di enti religiosi, che improvvisamente si sono visti alzare i canoni di locazione da nuovi proprietari schermati dietro misteriose sigle offshore. Come è capitato agli abitanti di alcuni stabili della periferia nordest di Roma, zona Pineta Sacchetti - Trionfale, apparentemente venduti dallo Ior alla Marine Investimenti Sud, una piccola Srl controllata dalla lussemburghese Longueville che a sua volta fa capo alla Neldom Company di Montevideo, Uruguay. Gli affitti, però, continuano a essere versati sugli stessi conti della banca del Vaticano. Ma c'è anche chi ha ricevuto direttamente la lettera di sfratto per finita locazione, come gli inquilini di via Benedetto XIV, via Niccolò V, via di Porta Cavalleggeri, viale Vaticano e via di Porta Portuosa; tutti alloggiati in appartamenti dell'Apsa. Stesso destino per i vecchi inquilini di una palazzina di via Giulia, tutti ultrasessantenni, alcuni dei quali residenti da prima della guerra.. ma l'immobile, situato nel cuore del ghetto, è di pregio, e accanto è stato già tirato su un albergo a cinque stelle, il St George. Nell'adiacente via del Gonfalone, la signora Anna, che da 15 anni occupava un locale del Reverendissimo Capitolo di San Pietro, si è pure dovuta far carico delle spese di ristrutturazione dell'immobile prima di ricevere lo sgombero. Neanche l'associazione Anticaja e Petrella, che si occupa del reinserimento dei detenuti, è stata risparmiata. UN CONSIGLIERE COMUNALE DEL PRIMO MUNICIPIO DI ROMA, IL RADICALE STADERINI, AFFERMA CHE GLI ESPONENTI DEL VATICANO SONO LIBERISSIMI DI RIVENDICARE IL LORO INTERESSE SPECULATIVO PER UN IMMOBILE DEL CENTRO STORICO, ANCHE SE A PAGARNE IL PREZZO SARANNO PERSONE DISAGIATE, MA L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE NN PUO’ VENIR MENO ALLA SUA FUNZIONE DI GOVERNO DEL TERRITORIO. GIÀ IN PRECEDENZA STADERINI AVEVA CHIESTO ALLA GIUNTA VELTRONI DI FARE UN CENSIMENTO DELLE PROPRIETA’ RELIGIOSE, SENZA RICEVERE FINO A OGGI ALCUNA RISPOSTA, MENTRE SAREBBE STATO OPPORTUNO CONOSCERE I DATI, AGGIUNGE, PRIMA DI DONARE 30 TERRENI PER L'EDIFICAZIONE DI NUOVE CHIESE E ANNESSI OSTELLI, COME HA FATTO IL COMUNE. E COSÌ E’ INUTILE CERCARE DATI SUL PATRIMONIO ECCLESIASTICO NEGLI UFFICI COMPETENTI. L' UNICA STIMA, CHE RIGUARDA LE IMPOSTE COMUNALI SUGLI IMMOBILI DI PROPRIETA’ VERSATE DALLA CURIA, LA FORNISCE L'ASSESSORE AL BILANCIO: CON L'ENTRATA IN VIGORE DELL'ESENZIONE TOTALE VARATA DAL GOVERNO BERLUSCONI NEL 2005 (ANCHE SUI BENI A USO COMMERCIALE), IL GETTITO ICI ANNUO GENERATO DA TERRENI E FABBRICATI RELIGIOSI E’ CROLLATO DA 32 A CIRCA 7 MILIONI. Con una perdita secca vicina all'80% che all'epoca aveva spinto i sindaci di San Giovanni Rotondo e Assisi, le due principali mete di pellegrinaggio dopo Roma, a venire nella Capitale a manifestare. È un regime agevolato che sulla carta doveva essere cancellato dal decreto Bersani, ma in seguito a difficoltà interpretative e applicative (sul trattamento da riservare a scuole e case di cura religiose, per esempio) la maggioranza di centrosinistra ha preferito istituire una commissione cui non sono stati dati limiti di tempo per sciogliere l'arcano. E dire che la riforma Bersani era stata sollecitata da un intervento della Commissione europea, dopo che alcuni operatori alberghieri della Capitale, sempre per iniziativa dei radicali, avevano presentato un esposto a Bruxelles per violazione della direttiva Ue sulla concorrenza. Gli enti religiosi non godono infatti solo del privilegio di essere esentati dall'Ici anche in caso di attività commerciali, ma beneficiano anche di uno sconto del 50% sull'Ires (tassa sui redditi generati dall'affitto di camere e appartamenti). Scoperto con il Giubileo, il turismo religioso si è conquistato l'attenzione crescente delle alte sfere della Chiesa. Intorno a questo nuovo business si è sviluppata l'Opera romana pellegrinaggi, cui fa capo l'agenzia viaggi Quo Vadis. Insieme al gruppo Cit la Santa Sede aveva messo a punto un progetto ambizioso per creare a Pietralcina, il luogo natio di Padre Pio, un polo turistico religioso, con 76 milioni di investimenti: poi la crisi dell'operatore viaggi ha fermato tutto. Ma che il settore sia in crescita lo dicono le cifre: in tutto il Paese si contano circa 3.300 case per ferie gestite da enti religiosi, con un giro d'affari annuo stimato in 4,5 miliardi, e 200 mila posti letto. Di questi 5mila sono a Roma, città che solo a Pasqua registra più di 600 mila pellegrini. Oltretutto il calo delle vocazioni ha svuotato abbazie e monasteri, che sono più di 2mila in tutta Italia, e questo proprio mentre gli ordini venivano chiamati a rispondere a una nuova razionalità economica. È un boom che ha moltiplicato i cantieri per trasformare antichi conventi e collegi religiosi in case di accoglienza e veri e propri alberghi, soprattutto nella Capitale. E così un palazzo del Borromini di proprietà delle suore Oblate di Santa Maria dei Sette dolori in Trastevere si avvia a diventare un hotel con 62 camere. Sempre a Trastevere è già in funzione il San Giuseppe di vicolo Moroni, mentre il Collegio gregoriano di via San Teodoro, che si affaccia sul Palatino, verrà dato in gestione a terzi dopo la riconversione. Una febbre edilizia gestita finora con riservatezza da pochi intermediari di fiducia, primo tra tutti il gruppo Re (Religiosi ed ecclesiastici), specializzatosi nella compravendita e ristrutturazione di beni ecclesiastici che oggi ricava dall'attività con ordini e congregazioni una trentina di milioni l'anno (su un fatturato complessivo di 55 milioni). Sono bandite le aste e la prima richiesta, è di vendere sempre dando la prelazione alla Chiesa. A dirigere la controllata, cui fa capo il business religioso, è stato chiamato di recente l'erede di una facoltosa famiglia spagnola e i primi acquirenti di beni della Curia sono proprio loro, Santander e Bilbao, da sempre a braccetto con il potentissimo Opus Dei. (estrapolato da un articolo di Sandro Orlando, pubblicato a maggio 2007 su IL MONDO). (da: adelantecompaneros@) Spero che questo PASSAPAROLA sia di tuo interesse. Per continuare a riceverlo non devi inviarmi/comunicarmi nulla. Puoi invece, in qualsiasi momento, comunicarmi di non volerlo ricevere più, inviandomi il messaggio CANCELLAMI, allo stesso indirizzo da cui ti è pervenuto.
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