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I nostri debiti
- Subject: I nostri debiti
- From: "camillo.coppola at tin.it" <camillo.coppola at tin.it>
- Date: Fri, 8 Feb 2008 16:44:20 +0100 (GMT+01:00)
I nostri debiti di Doriana Goracci Tutti uomini di buona volontà, anche qualche donna, a provare di rimettere i debiti nelle mani del padre, si fà per dire, della Repubblica o della Chiesa. Medici e chansonnier, tardone o veline, exmangiatori parlamentari donne in eterna andropausa, celoduristi in menopausa, salvatori e servi del sepolcro, sette sacre e parroci in movimento, chiedono a gran voce che siano rimessi nelle mani dei creditori, i debiti di milioni e milioni di spermatozoi sparsi in tsunami di solitario piacere, dove sicuramente la donna come minimo è stata occasione di peccato e morte. Casini ha invitato a far figli, è preoccupato dall’andazzo demografico. Anch’io che sono donna, sono fortemente preoccupata di non diventare nonna per gli anni che mi rimangono. Tengo due figli, creditori di lavoro, che hanno rispettivamente un compagno e una compagna, creditori messi peggio di loro. Io ci ho messo come una dissennata tante raccomandazioni, che stiano attenti, che non facciano guai, che non facciano debiti… Oggi me ne pento e me ne dolgo con tutto il cuore, forse non dovevo mettere al mondo queste due creature, me lo diceva il mio ex: “Doriana ma che facciamo, in che mondo vivranno?” Qui in famiglia, allargata s’intende come nelle peggiori famiglie, si parlava della possibilità di chiedere rifugio politico, basterebbe anche un passaporto umanitario per qualche paese europeo, dove andare non come turista ma subito come cittadina, perchè quì la persecuzione è forte. Basta dire donna , che è dire danno per la Chiesa, se non procrea, se non accetta l’Immacolata concezione. Siamo sulla bocca di tutti, in parecchi milioni, dovremmo esodare. Io già lo feci quando lavoravo per una banca, che era ed è ancora forse la più grande e disse che se la passavano male in quegli anni ed io me ne andai come altri 7.000, così poterono dare il dividendo e io ho rimesso il mio debito all’Inps e me ne sto ancora in esodo a sperare che l’assegno di sostegno non serva solo a pagare l’abbonamento annuo per i servizi pubblici. Eppure mi vergogno un po’ di non lavorare e prendere i soldi, dicono che noi pensionati siamo in via di estinzione, come le donne che abortiscono, come i comunisti, come gli zingari, come le rondini e le violette, come le tagliatelle fatte in casa, che nessuno ci sta più. Se non a sera a sentire il bollettino di guerra e leggere in internet le notizie segrete, quelle che non passano mai sulla tv. Io rimetto i miei debiti, come quello di aver creduto alla democrazia, al governo del popolo, alla resistenza, alla costituzione. Gli studenti universitari sperano nell’accumulo di crediti, come i commercianti che lamentano un calo di vendite. Ricordo ancora quando ero piccola che mio nonno in estate per ammazzare gli insetti flittava con il ddt e poi chiudeva subito le finestre. Ci addormentavamo tranquilli sapendo che le maledette bestiacce erano morte e noi vivi. Io c’ho ancora un debito con quelle notti estive… Lo sto scontando, come tanti italiani. Flittano noi ogni giorno un po’, fino a farci morire, a volte di colpo a volte per sempre.
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