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"Chiudere Guantanamo" e porre fine alle detenzioni illegali: oltre 1200 parlamentari nel mondo appoggiano la richiesta di Amnesty
- Subject: "Chiudere Guantanamo" e porre fine alle detenzioni illegali: oltre 1200 parlamentari nel mondo appoggiano la richiesta di Amnesty
- From: press at amnesty.it
- Date: Mon, 14 Jan 2008 19:03:40 +0100
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS05-2008 OLTRE 1200 PARLAMENTARI DI OGNI PARTE DEL MONDO APPOGGIANO LA RICHIESTA DI AMNESTY INTERNATIONAL: CHIUDERE GUANTANAMO E PORRE FINE ALLE DETENZIONI ILLEGALI Nel sesto anniversario del primo trasferimento al centro di detenzione Usa di Guantánamo Bay, Amnesty International, col sostegno di oltre 1200 parlamentari di ogni parte del mondo, ha presentato all'amministrazione Usa un piano d'azione per porre fine alle detenzioni illegali nel contesto della 'guerra al terrore'. Il piano d'azione consiste in 13 raccomandazioni per far cessare queste pratiche che violano i diritti umani, senza compromettere la capacita' del governo di combattere il terrorismo. L'organizzazione fornisce inoltre consigli pratici, come sollecitato dal governo di Washington, per chiudere Guantánamo. 'Guantánamo e' un'anomalia che dev'essere immediatamente corretta. Il solo modo per farlo e' chiudere il centro di detenzione' - ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. Il piano d'azione, sottoscritto da parlamentari di numerosi paesi tra cui Giappone, Israele, Regno Unito e Italia, chiede il ripristino dell'habeas corpus, la fine delle detenzioni segrete, l'incriminazione e il processo di fronte a tribunali indipendenti e imparziali oppure il rilascio di tutti i detenuti. Per le persone rimesse in liberta', inoltre, dovranno essere trovate soluzioni legali e sicure. 'Le pratiche illegali adottate dal governo Usa nel contesto della 'guerra al terrore', esemplificate da Guantánamo e dal programma Cia di detenzioni segrete, hanno promosso il pericoloso concetto che i diritti umani fondamentali possono essere messi da parte in nome della sicurezza nazionale' - ha aggiunto Irene Khan. Il sistema delle detenzioni adottato dagli Usa ha avuto un effetto corrosivo sullo stato di diritto e sul rispetto dei diritti umani. Dal Pakistan all'Africa orientale fino all'Europa, altri governi sono diventati complici di pratiche illegali o vi hanno fatto loro stessi ricorso. Ad esempio, la recente riapparizione di persone precedentemente date per 'scomparse' in Pakistan, ha ulteriormente messo in evidenza la diffusione di quella particolare forma di violazione dei diritti umani nel paese. Amnesty International e' a conoscenza di almeno 38 casi di persone gia' sottoposte a detenzione segreta da parte della Cia e di cui ora si sono perse le tracce. Il programma di detenzioni e trasferimenti (rendition) della Cia non sarebbe stato possibile senza la collaborazione di altri governi, che si sono resi anche complici delle detenzioni a Guantánamo. 'Le detenzioni arbitrarie e segrete violano i diritti umani fondamentali. Queste ingiustizie non possono trovare posto nel XXI secolo. Anziche' favorire la sicurezza, alimentano il risentimento e producono un clima di minaccia - ha concluso Irene Khan. Amnesty International sollecita gli Usa a dare finalmente ascolto ai parlamentari e a tutte le persone che auspicano un cambio di rotta concreto. Allo stesso tempo, l'organizzazione chiede a tutti i governi di rispettare i loro obblighi internazionali in materia di diritti umani nel contesto della lotta al terrorismo. Fatti e cifre su Guantánamo Nei primi cinque anni di attivita', a Guantánamo sono stati trasferiti 780 prigionieri, catturati in oltre 10 paesi diversi. Un'analisi condotta sui casi di circa 500 detenuti ha mostrato che soltanto il 5% di loro e' stato preso direttamente dalle forze statunitensi; l'85% e' stato catturato dalle forze dell'Alleanza del Nord in Pakistan e in Afghanistan e trasferito sotto custodia statunitense, spesso in cambio di qualche migliaio di dollari. Alla fine del dicembre 2007, a fronte di circa 500 rilasci, 275 detenuti di 30 diverse nazionalita' si trovavano ancora a Guantánamo senza accusa ne' processo. Circa l'80% di questi prigionieri sono stati detenuti in isolamento nei Campi 5, 6 e nel Campo Echo. Il Campo 6, di piu' recente costruzione, e' designato per ospitare 178 detenuti ed e' l'area in cui le condizioni di detenzione sono piu' dure. I detenuti rimangono in isolamento per almeno 22 ore al giorno in celle individuali prive di finestre. Almeno quattro detenuti si sarebbero suicidati. Molti altri avrebbero tentato di togliersi la vita. Soltanto uno dei detenuti di Guantánamo e' stato condannato dalle commissioni militari. Nel marzo 2007 David Hicks, cittadino australiano, si e' dichiarato colpevole di sostegno al terrorismo nell'ambito di un patteggiamento che prevedeva la fine della sua reclusione in custodia statunitense, gia' durata cinque anni, e il rientro in Australia, dove ha trascorso nove mesi di detenzione per poi essere scarcerato il 29 dicembre. Nel novembre 2007, tre detenuti sono stati incriminati per essere processati dalle commissioni militari. La campagna 'Chiudere Guantánamo, ora!' on line Sul sito www.amnesty.it e' possibile sottoscrivere l'appello di Amnesty International per sollecitare le autorita' statunitensi a chiudere il centro di detenzione e porre fine alle detenzioni illegali nel contesto della 'guerra al terrore'. Da oggi e' inoltre on line il sito www.chiudereguantanamo.it, contenente testimonianze sulle condizioni nel centro e approfondimenti sulla sorte degli ex prigionieri, sulla situazione dei detenuti 'autorizzati per il rilascio' ma ancora bloccati a Guantánamo e sul conflitto tra l'amministrazione Bush e la Corte suprema federale Usa. Attraverso questo sito sara' possibile anche inviare messaggi di solidarieta' a Sami al Hajj, giornalista della televisione al Jazeera, detenuto a Guantánamo dal 2002. Le iniziative in Italia e nel mondo Questa mattina a Roma, di fronte all'Ambasciata degli Stati Uniti, si e' svolta una manifestazione promossa da Amnesty International, cui hanno preso parte Antigone, Rete italiana per il disarmo e US Citizens for Peace and Justice. Altre iniziative si svolgono tra oggi e domenica in altre citta', tra cui Ancona, Bologna, Firenze, Foggia, Milano, Palermo e Sassari. Nel mondo, sono previsti eventi a Londra, Stoccolma, Washington, Dublino, Manila, Asunción e Manama. FINE DEL COMUNICATO Roma, 11 gennaio 2008 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei # contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e' # pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non # portarle a conoscenza di alcuno. Opinioni, conclusioni e altre # informazioni contenute in questa mail rappresentano punti di vista # personali e non, salvo quando espressamente indicato, quelli di Amnesty # International.
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