Myanmar: proseguono gli arresti, denuncia Amnesty International



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COMUNICATO STAMPA
CS142-2007

MYANMAR: PROSEGUONO GLI ARRESTI, DENUNCIA AMNESTY INTERNATONAL

Amnesty International ha denunciato nuovi arresti di attivisti politici a
Myanmar, nonostante l'impegno assunto all'inizio del mese dal primo
ministro Thein Sein, di fronte al Rappresentante speciale dell'Onu Ibrahim
Gambari, che non vi sarebbero stati ulteriori fermi.

Secondo l'organizzazione per i diritti umani, nelle carceri di Myanmar si
trovano oltre 700 persone arrestate durante e dopo le manifestazioni di
settembre, oltre a 1150 prigionieri politici di vecchia data. Amnesty
International continua a sollecitare il loro rilascio immediato e
incondizionato.

'Due mesi dopo la violenta repressione nei confronti dei manifestanti
pacifici, gli arresti arbitrari proseguono senza sosta nell'ambito di una
sistematica soppressione della liberta' di espressione e di associazione,
che fa a pugni con il conclamato ritorno alla normalita'' - ha dichiarato
Catherine Baber, direttrice del Programma Asia - Pacifico di Amnesty
International. 'Il concetto di normalita' per i militari birmani significa
ritornare a compiere violazioni dei diritti umani sistematiche e massicce
senza l'attenzione dei mezzi d'informazione. La comunita' internazionale
non puo' piu' tollerare una situazione del genere'.

La scorsa settimana, nel corso del 40mo summit dell'Associazione delle
nazioni dell'Asia sud-orientale (Asean), il governo di Myanmar ha
sottoscritto la nuova Carta dell'organismo che impegna tutti gli Stati
membri a 'promuovere e proteggere i diritti umani'.

 Dall'inizio di novembre, Amnesty International ha potuto verificare i
seguenti arresti:

- domenica 4: U Gambira, leader dell'Alleanza dei monaci birmani e
promotore delle proteste di settembre, accusato di tradimento; in
precedenza, due suoi parenti erano stati presi in ostaggio per convincerlo
a consegnarsi ai militari;

- martedi' 13: Su Su Nway, esponente dei giovani della Lega nazionale per
la democrazia (Lnd); insieme a lei, e' stato arrestato, mentre affiggeva
manifesti contro il governo, anche l'attivista giovanile Bo Bo Win Hlaing;

- mercoledi' 14: almeno tre persone a Yangon, fermate mentre distribuivano
volantini antigovernativi;

- giovedi' 15: U Than Rama, ricercato come uno dei leader delle proteste
di settembre; il suo arresto e' avvenuto durante un raid in un monastero
dello stato di Rakhine; e' stato picchiato e trasferito in un centro di
detenzione sconosciuto;

- martedi' 20: Myint Naing, esponente di primo piano dell'Lnd, e U Tin
Ohn, leader del gruppo etnico Arakan; quest'ultimo risulta scomparso dopo
l'arresto;

- tra martedi' 20 e mercoledi' 21: numerosi esponenti di gruppi etnici tra
cui Cin Sian Thang e U Aye Thar Aung (Arakan), Naing Ngwe Thein (Mon) e U
Hkun Htoo (Karen), poi rilasciati dopo essere stati interrogati a lungo;

- lunedi' 26: Aung Zaw Oo, esponente del gruppo Promotori e difensori dei
diritti umani, sospettato di progettare un'iniziativa in occasione del 10
dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 29 novembre 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it





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