Torino: rinviata al 10 dic. la sentenza agli antifascisti
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- Date: Thu, 29 Nov 2007 16:23:21 +0100
Torino: rinviata al 10 dic.
la sentenza agli antifascisti Questa mattina al tribunale
di Torino si è svolta quella che avrebbe dovuto essere l’ultima udienza al
processo che vede alla sbarra 10 antifascisti accusati di devastazione e
saccheggio. Dopo l’arringa dell’ultimo
dei difensori, la corte ha stabilito un ennesimo rinvio: la sentenza verrà
emessa lunedì 10 dicembre alle ore 9. Invitiamo tutti a essere
presenti davanti e dentro il tribunale. L’udienza sarà brevissima:
è importante esserci sin dalle 9. Dopo la sentenza presidio
in piazza XVIII dicembre – Porta Susa. 5 anni e 5 mesi. Questa la
richiesta formulata il 30 ottobre dal PM Tatangelo al processo che vede alla
sbarra 10 antifascisti torinesi. Ricordiamo i
fatti. Era la notte tra il 10 e
l’11 giugno del 2005 quando una squadraccia fascista si introdusse nella casa
occupata Barocchio armata di coltelli e bastoni: due anarchici vennero feriti.
Uno di loro, l’intestino traforato da un fendente, dovette essere operato
d’urgenza. Solo per un caso non ci scappò il morto. La settimana successiva, il
18 giugno, un corteo di denuncia fu caricato dalla polizia in via Po, per
impedire ai manifestanti di raggiungere piazza Castello. Pochi minuti e i circa
500 antifascisti vengono dispersi: due di loro sono arrestati dalla polizia e si
fanno due settimane alle Vallette. Un mese dopo scatta il
mandato di cattura per altri 8 antifascisti, che trascorreranno i successivi sei
mesi tra galera ed arresti domiciliari. L’accusa nei loro confronti
è pesantissima: devastazione e saccheggio, un reato da tempi di guerra, un reato
che vale dagli 8 ai 15 anni di reclusione. Sappiamo che le aule di
“giustizia” sono solo i luoghi dove lo Stato regola i conti con i suoi
oppositori e che l’andamento dei processi è lo specchio delle strategie
repressive che chi detiene il monopolio della forza – e del “diritto” – pretende
di imporre. Qualunque sia l’esito del
processo contro gli antifascisti torinesi ci pare chiaro che in questo paese ci
troviamo di fronte ad una torsione degli stessi principi formali del diritto
liberale che segnala una volontà di criminalizzazione dell’opposizione politica
e sociale di segno molto ampio. L’articolo 419 del codice
penale è uno dei tanti strumenti a disposizione dei pubblici ministeri per
colpire chi per scelta o per condizione è nemico dell’ordine costituito. Un
ordine che si basa sull’ingiustizia, su una terrificante disparità nella
distribuzione delle risorse, sulla limitazione della libertà di scegliere in
autonomia il proprio percorso di vita, sulla negazione di ogni prospettiva di
reale partecipazione di tutti alla vita collettiva. La democrazia non è che il
feticcio usato per creare l’illusione della libertà, dell’equità, della
giustizia. Quanto più lo stato si
sente forte, tanto più dismette la maschera liberale per assumere una più
robusta attitudine disciplinare. In questa chiave si leggono
molte delle vicende degli ultimi anni. Sta arrivando al suo
epilogo il processo di Genova, dove, a 6 anni dalle giornate contro il G8, il PM
del processo contro i “Black Bloc” invoca pene esemplari, arrivando a chiedere
da Nei confronti dei tanti che
l’8 dicembre del 2005 parteciparono alla liberazione di Venaus dalla truppe di
occupazione, l’inchiesta, non ancora conclusa è per il reato di “devastazione e
saccheggio”. A Milano al processo di
secondo grado contro gli antifascisti che l’11 marzo del 2006 scesero in piazza
contro Forza Nuova, è stata confermata la sentenza di 4 anni nei confronti di 15
dei 18 imputati per “devastazione e saccheggio”. A Genova, a Milano, a
Torino la prova della “devastazione e saccheggio” consiste nella presenza alle
manifestazioni. Non c'è uno straccio di prova a carico dei compagni. Ma che
importa? A sentire i PM, basterebbe l'indimostrabile “intenzione”.
Questo delirio
giuridico serve ad attaccare la libertà di partecipare attivamente alle
lotte esprimendo le proprie idee. Il reato per il quale sono
perseguiti i 10 di Torino, i 18 di Milano e i 25 di Genova, e per il qule
rischiano lunghi anni di detenzione, è, intrinsecamente, un reato di natura
collettiva, poiché prescinde dalle responsabilità individuali. L'accusa
di "devastazione e saccheggio" palesa la chiara volontà di criminalizzare le
manifestazioni di piazza. Sullo sfondo le nuove
misure repressive del pacchetto Amato Mastella. nel cui mirino sono immigrati,
lavavetri, posteggiatori, venditori senza licenza. Mentre gli assassini in
divisa, mercenari ben pagati, in nostro nome portano le bombe, le torture, la
ferocia democratica in Afganistan, la banda Prodi mette in atto misure
repressive che colpiscono i poveri, i senza casa, i senza lavoro, i senza
permesso. E se non basterà… si troveranno sempre truppe di complemento
volontarie, pronte a colpire anarchici e case occupate, ad assalire le baracche
dei rom, a dar fuoco ai barboni sotto un ponte… E per chi non ci sta ecco pronta
l’accusa di devastazione e saccheggio. Il momento è difficile.
Occorre mettere insieme tutte le forze disponibili per fare barriera contro la
barbarie che avanza. Una barbarie che di volta in volta assume le vesti dei
fascisti che accoltellano e bruciano campi rom, dei poliziotti che uccidono
torturano i manifestanti cantando “faccetta nera”, dei pubblici ministeri che
cercano di seppellire sotto anni di galera chi si oppone al disordine statale e
capitalista. Occorre rompere il muro del
silenzio! Fermiamoli! Federazione Anarchica
Torinese – FAI Corso Palermo 46 – la sede
è aperta ogni giovedì dalle 21 011 857850 338
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