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Myanmar, Amnesty: nuove prove su arresti di massa, presa di ostaggi, morti in carcere e sparizioni
- Subject: Myanmar, Amnesty: nuove prove su arresti di massa, presa di ostaggi, morti in carcere e sparizioni
- From: press at amnesty.it
- Date: Thu, 15 Nov 2007 16:42:41 +0100
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS128-2007 MYANMAR: DA AMNESTY INTERNATIONAL NUOVE PROVE SU ARRESTI DI MASSA, PRESA DI OSTAGGI, MORTI IN CARCERE E SPARIZIONI Amnesty International ha inviato oggi alle autorita' di Myanmar un documento in cui denuncia le gravi violazioni dei diritti umani, tuttora in corso dopo la svolta repressiva di settembre. L'organizzazione per i diritti umani ha preparato questo documento alla vigilia della visita nel paese, prevista la prossima settimana, del relatore speciale dell'Onu sui diritti umani, Paulo Sergio Pinheiro. 'Le prove su arresti arbitrari di massa, presa di ostaggi, sparizioni, percosse e torture ai danni dei detenuti smentiscono senza ombra di dubbio qualsiasi pretesa del governo di Myanmar che la situazione sia tornata alla calma' - ha affermato Catherine Baber, direttrice del Programma Asia-Pacifico di Amnesty International. 'Anziche' denunciare le interferenze nella sovranita' del paese, le autorita' di Myanmar dovrebbero onorare l'impegno a 'collaborare pienamente' con le Nazioni Unite, dando pieno accesso al relatore Pinheiro e attuando le richieste del Consiglio Onu dei diritti umani e del Consiglio di sicurezza'. Il documento diffuso oggi da Amnesty International denuncia tra l'altro: - la perdurante detenzione di circa 700 prigionieri politici, tra cui almeno 15 persone che stanno scontando condanne fino a 9 anni e mezzo di carcere; - la politica ufficiale di prendere in ostaggio familiari e amici di persone ricercate, per convincere queste ultime ad arrendersi; - la morte in carcere di prigionieri, a seguito di pestaggi brutali e altre forme di tortura; - condizioni di prigionia agghiaccianti, comprendenti il diniego di acqua, cibo e cure mediche e la reclusione dei detenuti in gabbie per cani; - la sparizione di almeno 72 persone, di cui si e' persa ogni traccia dopo il giro di vite di settembre e su cui le autorita' non stanno fornendo informazioni; - la mancata comunicazione, da parte del governo, del numero esatto delle persone uccise durante la repressione; - la presenza di tiratori scelti a bordo dei carri armati e lungo i ponti, dotati di armi letali, la cui azione durante le manifestazioni di settembre ha provocato la morte di almeno due studenti e il ferimento grave di altri dimostranti; - il divieto di transito alle ambulanze e l'ordine agli ospedali privati di non prestare cure mediche ai feriti. Amnesty International ha chiesto al governo di Myanmar di fornire informazioni sul numero dei dimostranti uccisi e delle persone scomparse dopo l'arresto. Le autorita' del paese dovranno inoltre consegnare al relatore Pinheiro l'elenco delle persone arrestate e di quelle condannate e garantire a quest'ultimo pieno accesso a tutti i centri di detenzione e ai crematori. FINE DEL COMUNICATO Roma, 9 novembre 2007 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei # contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e' # pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non # portarle a conoscenza di alcuno. Opinioni, conclusioni e altre # informazioni contenute in questa mail rappresentano punti di vista # personali e non, salvo quando espressamente indicato, quelli di Amnesty # International.
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