Brescia, la scuola per imam
insegna l'integralismo
di
Marcello Foa - sabato
27 ottobre 2007,
Un’iniziativa esemplare: oggi e domani si svolgerà a
Brescia il primo corso di formazione per gli imam italiani. Una settantina di
persone seguiranno per due giorni le lezioni di Salem Shekhi, un docente di
teologia islamica. Che male c’è, direte voi? L’organizzatore, Abdoulkheir
Bregheiche, assicura di «voler colmare una lacuna rispetto ad altri Paesi
europei aiutando gli imam ad approfondire le conoscenze teologiche ma anche a
capire la realtà italiana ed europea». Anzi chiede «il sostegno delle
istituzioni italiane nell’ambito di quei diritti che la Costituzione prevede per
tutte le religioni».
Peccato che durante le lezioni proprio quei diritti
verranno messi pesantemente in dubbio.Già, perché Abdoulkheir Bregheiche è
presidente dell’Alleanza islamica, e membro dell’Ucoii, l'Unione delle comunità
e delle organizzazioni islamiche in Italia, nota per essere l’organizzazione più
radicale tra quelle ammesse nella Consulta islamica. E soprattutto perché il
professor Salem Shekhi non è un teologo moderato, ma un esponente di spicco del
Concilio europeo per la Fatwa e la Ricerca, che ha sede a Dublino. Ed è
difficile trovare in Europa un istituto tanto fondamentalista.
Il suo statuto
proclama che la Shaaria, ovvero la legge islamica, è superiore sia alle leggi
civili sia alla democrazia: «È una norma assoluta a cui si devono conformare
tutti i valori e i comportamenti umani». Che cosa si propone il Centro? Di
«unire le comunità islamiche residenti in Europa» al fine di emettere «fatwe
collettive per ottenere il rispetto assoluto della shaaria».
E sentite cosa
pensa il fondatore Yussuf al-Qaradawi, sulla separazione tra Stato e Chiesa:
«Accettare il secolarismo significa negare la Guida divina e disobbedire agli
ordini di Allah» e dunque è un reato paragonabile all’apostasia. Pensa che sia
assurdo pretendere parità di diritti tra i due sessi, a cominciare dalle
questioni ereditarie, «perché è nella natura delle donne essere mantenute dagli
uomini». Quanto alla libertà religiosa, un musulmano che ripudia l’Islam «deve
essere punito con la morte».
Capito? Sono questi i valori che da stamane verranno
insegnati a 70 imam residenti in Italia nell’auditorium del centro islamico di
Brescia. Naturalmente in arabo, come dichiara al Giornale il portavoce
dell’Ucoii Isseddin Elzir. È un’iniziativa «senza precedenti», ma di cui il
governo è stato tenuto all’oscuro, al pari delle altre organizzazioni islamiche
presenti nel nostro Paese. «Abbiamo organizzato tutto noi con l’Alleanza
islamica», conferma Elzir, precisando che verranno impartite «lezioni di
pensiero islamico, per adeguare l’interpretazione del Corano alla realtà
moderna». Insomma, si tratterebbe di un innocuo corso di aggiornamento.
Poi
Elzir si corregge: sono previste anche sessioni sulla Costituzione e le leggi
civili della Repubblica. Queste, invece, in italiano. O almeno così pare. Quando
chiediamo i nomi dei docenti il portavoce dell’Ucoii annaspa: «Stiamo aspettando
le conferme». Insomma, a poche ore dall’inizio non sanno ancora chi salirà in
cattedra, a parte l’imprescindibile Salem Shekhi.
E chi sono i settanta imam?
Si sa soltanto che provengono da tutta Italia e che appartengono prevalentemente
all’Ucoii. «Ma le iscrizioni sono libere, a condizione di non superare il numero
massimo». Costo? Nulla, tranne quello della camera d’albergo, che è a carico dei
partecipanti.
Prospettive? Eccellenti, secondo Abdoulkheir Bregheiche che si
dichiara «aperto alla collaborazione con le università italiane» e «sollecita il
sostegno delle istituzioni», perché la «comunità islamica in questo Paese è
giovane, ma rappresenta la seconda religione. Se c’è la volontà politica, può
trovare un suo organo rappresentativo». Insomma, chiede che venga riconosciuta
un’unica voce: quella dell’Ucoii, dei suoi imam, dell’Islam
oltranzista.
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