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Birmania: 76.000 appartenenti a minoranze costretti alla fuga durante lo scorso anno
- Subject: Birmania: 76.000 appartenenti a minoranze costretti alla fuga durante lo scorso anno
- From: "Ass. popoli minacciati / Ges. bedrohte Voelker" <info at gfbv.it>
- Date: Fri, 19 Oct 2007 12:36:06 +0200
Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa in www.gfbv.it/2c-stampa/2007/071019it.htmlBirmania: pubblicata indagine su violazioni dei diritti umani a minoranze etniche
76.000 appartenenti a minoranze costretti alla fuga durante lo scorso anno Bolzano, Göttingen, 19 ottobre 2007Durante lo scorso anno almeno 76.000 persone appartenenti a minoranze etniche sono scappati dai propri villaggi nella Birmania orientale, in fuga dalle gravi violazioni dei diritti umani commesse dal regime birmano. Questa è in sintesi la conclusione cui giunge il rapporto annuale elaborato congiuntamente da diverse organizzazioni umanitarie che lavorano nelle regioni di frontiera tra la Birmania e la Thailandia. Le persecuzioni e la violenza colpiscono in modo particolare i Karen di religione cristiana: nello scorso anno 43.000 Karen sono fuggiti dai soprusi commessi dall'esercito birmano. L'esercito birmano ha distrutto almeno 167 villaggi della Birmania orientale e/o ne ha forzatamente dislocato gli abitanti. Per centinaia di migliaia di persone le persecuzioni e la violenza a danno delle minoranze etniche e religiose della Birmania sono ormai da molti anni una drammatica quotidianità e non sono iniziate certo con la recente rivolta dei monaci buddisti.
Si calcola che nella Birmania orientale la giunta militare abbia deportato 109.000 persone appartenenti a minoranze etniche. La confisca di terreni da parte dell'esercito, le deportazioni, le tassazioni arbitrarie, il lavoro forzato e i ricatti hanno drasticamente impoverito la popolazione. Inoltre il governo birmano ha disposto il totale isolamento dal mondo esterno delle regioni abitate prevalentemente dalle minoranze, impedendo in tal modo che le organizzazioni umanitarie internazionali possano raggiungere la popolazione spesso affamata e senza alcun accesso a generi alimentari. Altre 99.000 persone circa si nascondono infine nelle zone di scontro tra i movimenti di resistenza e l'esercito.
Vicino alla frontiera con la Thailandia la popolazione dei Mon subisce il lavoro forzato lungo il percorso di un gasdotto, mentre l'esercito appostato lungo il fiume Salween, dove la giunta intende costruire diverse dighe per la realizzazione di centrali idroelettriche, continua ad aggredire e intimidire la popolazione locale con lo scopo di cacciarla dalla regione.
Una crescente minaccia per le minoranze etniche della Birmania viene dall'espansione delle coltivazioni di palma da olio e della produzione di olio di ricino. Alle popolazioni Shan, Karen, Mon ed altre del distretto sudorientale di Tenasserim sono stati confiscati i terreni trasformati poi in piantagioni di palma da olio. La stessa sorte tocca anche ai contadini di altre parti del paese, come gli Shan nel meridione, le cui terre, una volta confiscate, vengono adibite a grandi piantagioni i cui prodotti sono destinati all'esportazione. Mentre un numero sempre crescente di persone che ormai ha raggiunto le decine di migliaia soffre la fame, le imprese straniere riescono a realizzare ottimi profitti in Birmania grazie ai bassi costi ottenuti con la sopraffazione della popolazione.
Nel nord dello stato Karenni lo Stato ha confiscato aree coltivabili per una superficie di 12.000 Km2 e messe a disposizione per progetti di sfruttamento industriale. Con questi progetti la Giunta militare non solo agevola gli investitori stranieri, che fa enormi profitti con lo sfruttamento delle materie prime, ma aumenta la repressione dei militari nei confronti delle minoranze, che vedono sempre più scomparire le propria base vitale. Le minoranze etniche costituiscono circa il 30% dei 50 milioni di abitanti della Birmania. Vivono prevalentemente nelle regioni montane e lungo le frontiere con i paesi vicini. Dal 1948 essi lottano per una maggiore autonomia e per il rispetto dei loro diritti.
Vedi anche:* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/2007/071015it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/071004it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/070926it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/070925it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/070924it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/070525it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/061027it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060918it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060628it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060523it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2005/050103ait.html | www.gfbv.it/3dossier/asia/burma/burma-1it.html | www.gfbv.it/3dossier/asia/burma/birmania.html | www.gfbv.it/3dossier/asia/burma/burma-shan-it.html * www: www.karen.org | www.rohingya.com | www.freeburma.org | www.freeburmacoalition.org | www.karenni.org/about_the_karenni.php | www.aiutaresenzaconfini.org
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