Contro il protocollo sul welfare. Autorganizzazione dei lavoratori e azione diretta!



Contro il protocollo sul welfare. Autorganizzazione dei lavoratori e
azione diretta!

Il protocollo di intesa su previdenza e mercato del lavoro del 23 luglio
sottoscritto dal governo Prodi e dai sindacati di stato e concertativi
Cgil-Cisl-Uil costituisce un duro attacco alle condizioni di vita di
milioni di lavoratori subordinati.
L'età pensionabile viene elevata e non viene cancellato lo "scalone"
Maroni (il brusco aumento dell'età pensionabile dal 2008); la precarietà
del rapporto di lavoro - che il pacchetto Treu del 1997 ha introdotto e la
legge Biagi del 2003 ha istituzionalizzato - non viene affatto scalfita:
al contrario, viene stabilita per legge la reiterabilità dei contratti a
termine oltre i trentasei mesi.
Anziché preoccuparsi dei disoccupati, questo governo e Cgil-Cisl-Uil
favoriscono l'impiego massiccio del lavoro straordinario eliminando
l'aggravio previdenziale previsto in questo caso, e aumentano la quota di
retribuzione dipendente dai risultati economici dell'impresa (premio di
risultato) scaricando così sui lavoratori il rischio d'impresa e
ridimensionando ulteriormente l'ambito del contratto collettivo nazionale.
I distinguo che i partiti di governo di quella che, con ironia
involontaria, viene definita la "sinistra radicale", non spostano il
merito della questione: per questo governo il cuore e motore della società
è l'impresa e non il lavoro.
In questo quadro, i lavoratori sono oggi chiamati a un referendum
dall'esito scontato per l'approvazione del protocollo di luglio.
L'opposizione al protocollo di una parte significativa della Cgil, cioè
della Fiom, e il suo invito a votare no legittimano una "consultazione a
cose fatte" spacciandola per "democratica"; incanala il malcontento e la
protesta dei lavoratori all'interno di un processo elettorale farsa; è
un'opposizione strumentale, con ogni evidenza, agli equilibri interni del
governo e al confronto tra la sua "ala sinistra" e il neonato Partito
democratico: l'enfasi posta da tutti sui riflessi che l'esito del
referendum potrebbe avere sul governo è la spia più chiara del fatto che
ci troviamo di fronte a una vicenda molto "politica" e che poco o nulla
importa a lorsignori delle condizioni materiali di vita dei lavoratori.
È necessario rompere con pratiche che sviano e annullano la protesta dei
lavoratori e contrastare attraverso la lotta e l'azione diretta l'ennesimo
attacco che governo e sindacati di stato sferrano al mondo del lavoro.
Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana – FAI
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