E' giusto che anche la Chiesa paghi le imposte
- Subject: E' giusto che anche la Chiesa paghi le imposte
- From: "Arrigo Colombo" <arribo at libero.it>
- Date: Thu, 27 Sep 2007 03:23:13 +0200
Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici,
il Movimento ha preparato questo intervento sulle tasse da pagarsi dalla chiesa
italiana, per il quale chiede il vostro aiuto.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Movimento per la Società di Giustizia e per la Speranza Lecce Al Segretario di Stato Card. Tarcisio Bertone al Presidente della CEI Arciv. Angelo Bagnasco ai Vescovi membri della Conferenza ai fedeli della Chiesa italiana È giusto che anche la Chiesa paghi le
imposte Nella discussione che si è sviluppata in seguito a una nota della Commissione Europea su questo tema si è subito parlato di anticlericalismo, di spirito laico e massonico persecutorio; d’ingiusti gravami su opere rivolte ai poveri (mentre è noto che esistono opere ecclesiali per le classi abbienti; che i collegi dei Gesuiti furono fin dall’inizio concepiti per la formazione della classe dominante). La Commissione interviene per valutare l’equità del sistema fiscale, e la sua redditività in un paese in cui il debito pubblico è altissimo. Un’impostazione scorretta del problema. Quando si sa che l’abolizione dell’ICI anche per gl’immobili adibiti ad attività commerciali fatta da un governo profondamente ingiusto come quello Berlusconi (con tutte le sue leggi ad personam) aveva lo scopo di guadagnarsi il sostegno della Chiesa, specie in fase elettorale ; e la Chiesa italiana, per parte sua, avrebbe dovuto respingere questo privilegio. Mentre la precisazione introdotta in seguito dal Decreto Visco, che parla di attività “esclusivamente” commerciali, comporta ambiguità perché basta la presenza di una cappella, e quindi di un’attività eucaristica e penitenziale, per elidere l’“esclusività”. Il che accresce poi il conflitto coi comuni, già in atto da quando nel ’92 l’esenzione fu introdotta. Perché poi non si tratta di quisquilie: si parla di 100.000 fabbricati per un’ICI di 2 miliardi e 200 milioni di euro. La distinzione fondamentale è quella tra luoghi e opere di culto e caritative, e opere a carattere commerciale nel senso che comportano un introito o anche un profitto; gestite dalla chiesa, da associazioni ecclesiali, da ordini religiosi. Se ne può tentare una rassegna: collegi, dove si paga una retta, anche alta; università; ospitalità di tipo alberghiero; giornali, case editrici, librerie (si pensi alle edizioni e librerie Paoline); scuole materne, colonie e soggiorni di villeggiatura, case di riposo, cliniche, ospedali. Si obietta che lo scopo è sempre il medesimo: la fede, la formazione etica, l’aiuto alle famiglie e alle persone. Uno scopo di bene, non di guadagno e profitto. E però questo scopo (a prescindere dalla fede) è perseguito in genere da tutti gli enti che svolgono le attività previste dalla legge del ’92; uno scopo umanitario; in forme anche alte. D’altronde l’imposta è un contributo di solidarietà sociale cui la Chiesa dovrebb’essere sensibile, pagandola perciò con coscienza e convinzione. Lecce, settembre 2007 per il Movimento, il responsabile
Prof. Arrigo Colombo Arrigo
Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di
Lecce Via Monte
S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160
|
- Prev by Date: Birmania: la Comunità internazionale fallisce nella gestione della crisi
- Next by Date: ASSEMBLEA NAZIONALE LAVORATORI FIAT E METALMECCANICI CONTRO I LICENZIAMENTI - Termoli: sabato 29 settembre
- Previous by thread: Birmania: la Comunità internazionale fallisce nella gestione della crisi
- Next by thread: ASSEMBLEA NAZIONALE LAVORATORI FIAT E METALMECCANICI CONTRO I LICENZIAMENTI - Termoli: sabato 29 settembre
- Indice: