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"Dhimmi" di Palestina
- Subject: "Dhimmi" di Palestina
- From: "associazione Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it>
- Date: Thu, 23 Aug 2007 16:37:41 +0200
"Dhimmi" di PalestinaPizzaballa, custode di Terra Santa, contro la "massiccia islamizzazione" di Hamas. "E' la fine dei cristiani"
Rimini. Era giugno del 2004 quando Pierbattista Pizzaballa, appena 41enne, divenne Custode di Terra Santa e nel convento di San Salvatore, cuore della Gerusalemme cristiana, ricevette dalle mani del suo predecessore il sigillo della custodia: il simbolo detenuto da quel frate francescano designato a "custodire i luoghi della chiesa a nome della chiesa e per la chiesa", come stabilito sin dal 1342, anno in cui Clemente VI affidò l'incarico di amministrare i luoghi della redenzione ai fratelli di Francesco. Quando padre Pizzaballa fu proclamato, Ariel Sharon era al governo di Israele e Yasser Arafat a capo di Fatah e dell'Autonomia palestinese. Oggi a tre anni di distanza lo scenario politico è radicalmente cambiato. "L'instabilità politica e la mancanza di un controllo del territorio stanno avendo un effetto devastante sulla vita di tutte le minoranze, in particolar modo di quella cristiana", ha detto il padre francescano, incontrato dal Foglio in occasione del Meeting di Cl. Già nel 2005 Pizzaballa aveva portato l'attenzione sulle condizioni dei fedeli in Terra Santa criticando l'atteggiamento delle forze di polizia dell'Autonomia palestinese che nulla facevano per difendere i cristiani della Cisgiordania, "ma adesso la situazione non è migliore. Certo non c'è una persecuzione anticristiana paragonabile a quella che insanguina e fa inorridire l'Iraq", è un manifestazione diversa, ma non per questo meno insidiosa, di intolleranza. Il religioso descrive "un fenomeno strisciante, che si verifica nella vita di tutti i giorni, quando ci si accorge delle scelte e dei messaggi foschi che le autorità, sia religiose che civili, lanciano con metodica costanza. E infatti il clima è davvero pesante, l'aria irrespirabile". Pizzaballa fa riferimento a una generale intransigenza da parte dell'islam nei confronti delle religioni minoritarie in tutto il medio oriente che, sostiene, sarebbe in contrasto con la tradizione e la cultura dell'Islam medievale: "Basta girare le chiese della Giordania ammirando gli splendidi mosaici che le adornano, per comprendere come il clima fosse diverso nel periodo che va dal VI al X secolo dopo Cristo". Così padre Pizzaballa spiega che in Palestina è in atto una "massiccia islamizzazione del territorio", riconducibile a ragioni demografiche, ma non solo. I cristiani sono infatti una minoranza, "solo il dieci per cento della popolazione e quella che si innesca contro di noi è una dinamica già nota anche in contesti diversi": piccole continue pressioni, soprusi e intimidazioni. Tuttavia quella cristiana, forse proprio perché una minoranza, dice Pizzaballa, può avere un ruolo importante nel favorire il dialogo tra i due popoli della Palestina. Una investitura, questa del dialogo, che il frate francescano, studioso accademico di lingua e cultura ebraica, ha sentito di dover raccogliere sin dall'inizio della sua opera da Custode dei Luoghi Santi, perché "noi frati rappresentiamo storicamente la cinghia di trasmissione tra Francesco e il Sultano, ma certo siamo amici del popolo ebraico e per questo possiamo costituire un esempio, offrire testimonianza per entrambi i popoli: dimostrare che una vita diversa, pur in così drammatiche e difficili circostanze, è possibile. Non è infatti sbagliato sostenere che la nostra missione, oltre che custodire i Luoghi Santi, oltre che animare la vita delle comunità cristiane, sia anche quella di essere punto di riferimento e di riconciliazione". Pizzaballa è consapevole delle difficoltà, "della nostra inadeguatezza", dice, nel raccogliere questo compito: perché "siamo pochi, la minoranza di una minoranza". Così, forse, è per questo che, quando gli si chiede cosa possano fare le potenze occidentali per la Palestina, risponde sornione che non sa quanto siano in realtà "potenti": "La comunità internazionale dovrebbe esercitare una pressione fortissima sui entrambi i governi della regione". Pizzaballa è un cristiano che del dialogo con l'islam ha fatto la sua strada e la sua missione di vita. Dunque probabilmente anche per questo, pur non risparmiando nessuna critica ai palestinesi e al regime di violenza imposto da Hamas, è caustico nei confronti dei politici israeliani descritti come "bravi ai tempi dei pionieri", ma a cui oggi mancherebbero secondo lui "visione politica e coraggio".Salvatore Merlo -Il foglio
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