Il silenzio dei moderati potrà mai sconfiggere la violenza integralista?
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- From: "Scienza per l'Uomo" <scienzaperluomo at yahoo.it>
- Date: Wed, 27 Jun 2007 16:10:18 +0200
IL PROBLEMA NON E’ RUSHDIE MA I MUSULMANI Il silenzio dei moderati potrà mai sconfiggere la violenza integralista?I l silenzio dei moderati potrà mai sconfiggerela violenza dei fondamentalisti? A Vancouver, durante la mia adolescenza, frequentavo una scuola islamica. Lì ho imparato che non ci si può fidare degli ebrei perché l’unico dio che riconoscono è il denaro. Stando alle parole della mia insegnante, tutti gli ebrei, nessuno escluso, sono ossessionati dagli affari. Ma guardandomi attorno, notavo che la maggior parte dei nuovi negozi nel mio quartiere recava insegne scritte in lingue orientali: mandarino, cantonese, giapponese, coreano, hindi, punjabi; tantissime in urdu. Non ebraico, ma urdu, lingua nazionale in Pakistan. Ricordo di essermi chiesta se la mia scuola religiosa, invece di educarmi, cercasse piuttosto di indottrinarmi. Oggi quell’interrogativo riaffiora alla mente grazie alla notizia che Salman Rushdie, autore dei Versetti Satanici e di altri romanzi, sarà nominato Sir dalla Regina d’Inghilterra. La sua investitura ha scatenato l’indignazione del mondo musulmano, che minaccia nuovi e feroci attacchi suicidi. Lunedì il ministro pachistano per gli Affari religiosi ha detto di non essere affatto sorpreso da questa reazione, che anzi giudica comprensibile, in quanto Rushdie è colpevole di aver insultato l’islam con i suoi libri blasfemi. Membri del Parlamento, come anche il governo pachistano, si sono espressi contro la nomina a Sir dello scrittore, alimentando così l’ondata di proteste che si è sollevata in Europa e in Asia per l’offesa arrecata al mondo musulmano. E in quanto musulmana, potete scommetterci, io mi sento offesa – offesa da queste assurde reazioni! Offesa perché non è la prima volta che simili onorificenze concesse dal mondo occidentale a personaggi provenienti da paesi arabi vengono accolte da censura e manifestazioni di violenza. Nel 1979 il pachistano Abdus Salam divenne il primo musulmano a ottenere il Nobel per la Fisica. Nell’accettare il premio, cominciò il suo discorso con un verso del Corano. La sua nazione avrebbe dovuto celebrarlo come un eroe. Invece, un gruppo di fanatici rivoltosi tentò di impedirne il rientro in patria. Il Parlamento arrivò a etichettarlo come un “non-musulmano” semplicemente perché apparteneva a una minoranza religiosa. A tutt’oggi è considerato un personaggio scomodo e il suo nome continua a essere pronunciato a bassa voce dalle autorità di stato. Mi sento offesa perché ogni anno il numero di donne uccise in Pakistan per aver (presumibilmente) violato l’onore della famiglia è superiore a quello dei detenuti di Guantanamo. Il popolo musulmano ha giustamente denunciato i maltrattamenti subiti dai prigionieri a Guantanamo. Ma dov’è l’indignazione per la morte di tanti musulmani per mano dei propri fratelli? Mi sento offesa perché ad aprile i mullah della Moschea Rossa di Islamabad hanno lanciato una fatwa contro chi osi abbracciarsi. La ministra del Turismo pachistana lo ha fatto, ha abbracciato il suo istruttore di paracadutismo – in realtà, ha ricambiato una pacca di congratulazioni – dopo aver effettuato con successo un lancio a fini caritatevoli: raccogliere fondi per i terremotati del 2005. Gli integralisti della moschea sostengono che l’aver toccato un altro uomo debba essere considerato un “peccato osceno” e ne hanno chiesto le dimissioni. Mi sento offesa dalla loro fatwa secondo cui le donne dovrebbero rinchiudersi in casa e non dovrebbero mai mostrarsi in pubblico se non coperte integralmente. Mi sento offesa perché vogliono costringere i negozi di musica e di video a chiudere. Mi sento offesa perché il governo non ha il coraggio di prendere una netta posizione di condanna nei confronti di questi episodi folli per paura che i mullah mettano in pratica le loro minacce di attacchi suicidi. Mi sento offesa perché il 17 giugno, a Kabul, 35 musulmani sono stati fatti saltare in aria da altri musulmani e due giorni dopo, a Baghdad, la stessa sorte è toccata a 87 persone, uccise da “rivoluzionari” islamici. Il governo pachistano non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali di condanna per questi attacchi fratricidi. Mi sento offesa perché nonostante le continue carneficine, si sposti l’attenzione su un ateo dichiarato come Rushdie. E soprattutto mi sento offesa perché tantissimi altri musulmani non sono abbastanza indignati da scendere in strada per dimostrare contro coloro che si auto-proclamano ambasciatori di Dio. Non facciamo altro che ripetere al mondo intero che i fondamentalisti sfruttano l’islam, ma quando si tratta di combattere uniti le loro prese di posizione, ecco che stranamente precipitiamo in un profondo silenzio. Chi pensate che possa vincere la battaglia: la violenza dei fondamentalisti o il silenzio dei moderati? Non dico che opporsi alle intimidazioni sia facile, ma è giunta l’ora di “bandire” l’ipocrisia dal regno dell’islam. Rushdie non è un problema. Il vero problema sono i musulmani. La prima taglia sulla testa di Rushdie era di un milione di dollari. Arrivò poi a 1 milione e 250 mila dollari; e continuò a salire. Il principale benefattore, il governo iraniano, ha detto di aver investito, con profitto, sulla condanna a morte dello scrittore. Questo spiega l’aumento del valore della ricompensa. Pare che gli ebrei non siano gli unici a saper condurre gli affari. Irshad Manji senior fellow European Foundation for Democracy (traduzione di Natalino Parrilla) |
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