basta con la moratoria




SULLA OSSESSIVA RICHIESTA RADICALE DI UNA MORATORIA DELLE ESECUZIONI
ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE.



La prima cosa da chiedersi, interrogandosi sull’annosa questione della
Moratoria delle esecuzioni, è se questa possa effettivamente servire a
qualcosa o se non sia altro che la ricerca di un pezzo di carta da
sventolare davanti alle telecamere (com’è già avvenuto, dieci anni fa, con
il disgraziato Statuto della Corte Penale Internazionale).



La seconda cosa da domandarsi è se i proponenti questa Moratoria (i
radicali di Nessuno Tocchi Caino) sappiano di cosa si parla e non siano
invece i soliti incompetenti che ci lanciano nell’ennesima  “carica banzai”
all’Onu.



Terza cosa su cui interrogarsi è se vi siano, all’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, abbastanza voti per giungere ad un’approvazione senza
compromessi.



Quarto problema è se l’approvazione della Moratoria non sia sotto la spada
di Damocle del nefasto “emendamento Singapore”.



Infine la quinta domanda che ci dobbiamo porre è se le esecuzioni, che
seguiranno i festeggiamenti per la raggiunta Moratoria, serviranno alla
causa dell’abolizione della pena di morte in tutto il mondo.



Nel caso in cui il governo italiano sia costretto a proseguire nella sua
azione chiediamo che non si cerchi di ottenere una Risoluzione A TUTTI I
COSTI:.



Dott. Claudio Giusti

Via Don Minzoni 40, 47100 Forlì, Italia
Tel.  39/0543/401562     39/340/4872522
e-mail  <mailto:giusticlaudio at aliceposta.it>giusticlaudio at aliceposta.it

Claudio Giusti ha avuto il privilegio e l’onore di partecipare al primo
congresso della sezione italiana di Amnesty International e in seguito è
stato uno dei fondatori della World Coalition Against The Death Penalty. Fa
parte del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla legalità.



Allegato

Considerata la raccomandazione finale del Terzo Congresso Mondiale contro
la Pena di Morte (1), proponiamo che il Governo Italiano, nel caso sia
intenzionato a continuare la sua azione tesa a ottenere una richiesta di
moratoria delle esecuzioni da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite, chieda:

Che tutti i paesi del mondo aboliscano immediatamente e senza condizioni
quel sacrificio umano chiamato pena capitale,

Che tutti i paesi del mondo ratifichino i numerosi strumenti internazionali
abolizionisti esistenti, dando così attuazione alle trentennali
raccomandazioni dell’ONU volte a raggiungere la totale scomparsa della pena
di morte,

Che la moratoria delle esecuzioni sia accompagnata dalla moratoria delle
sentenze capitali e da una generale commutazione delle condanne a morte, in
modo da impedire che le condizioni, spesso atroci, nel braccio della morte
siano esse stesse causa di sofferenze e decessi,

Che l’eventuale Risoluzione dell’Assemblea Generale sia chiara e limpida e
non consenta passi indietro nella lotta per il rispetto dei diritti umani,
come invece è accaduto con le bozze di Risoluzione presentate nel 1994 e
nel 1999 che contenevano il cosiddetto “emendamento Singapore” (2).

Riteniamo inoltre che il rispetto dei diritti umani universali dovuti ad
ogni individuo sia un chiaro obbligo per tutti gli stati e un dovere di
tutte le persone: perciò chiediamo che, indipendentemente da ogni futuro
avvenimento, i procuratori, i giudici, i giurati e i giudici popolari di
tutto il mondo si astengano in ogni caso dal chiedere, imporre e
pronunciare sentenze di morte.



Parigi, 4 febbraio 2007



Alessia Bruni (Castel Bolognese)

Claudio Giusti (Forlì)





(1) The 3rd World Congress against the Death Penalty (1st – 3rd February,
2007) adopts the following recommendations:

We call on all countries to abolish the death penalty and to ratify
international and regional abolitionist treaties,  (...) Recognizing the
great value that a successful resolution adopted by the UN General Assembly
would have for the abolition of the death penalty worldwide, we invite the
member states of the United Nations to take all necessary steps to ensure
the adoption by the General Assembly of a resolution calling for an
immediate and universal moratorium on death sentences and executions and
the commutation of existing death sentences, with a view to the universal
abolition of the death penalty;



(2) L’ “emendamento Singapore” è apparso in diverse forme, ma tutte avevano
lo scopo di trasformare il rispetto dei diritti umani in un fatto interno a
ogni stato, su cui la comunità internazionale non avrebbe il diritto di
intervenire.
 “Affirming the sovereign right of states to determine the legal measure
and penalties which are appropriate in their societies to combat serious
crimes effectively”  (William Schabas “The Abolition of the Death Penalty
in International Law”. Cambridge U.P. 1997 p.188 e anche Amnesty
International ACT 53/005/1999 01/12/1999)