Commento di Amnesty sull'apertura dell'agenzia europea dei diritti fondamentali



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COMUNICATO STAMPA
CS24-2007

COMMENTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULL'APERTURA DELL'AGENZIA EUROPEA DEI
DIRITTI FONDAMENTALI

'L'Agenzia dei diritti fondamentali e' un passo nella giusta direzione ma
le sfide attuali ai diritti umani in Europa richiedono meccanismi piu'
forti', ha dichiarato Amnesty International da Vienna in occasione
dell'apertura del nuovo organismo dell'Unione europea.

Nonostante il suo nome altisonante, l'Agenzia rappresenta un'opportunita'
perduta. La riluttanza degli Stati membri nell'affrontare problemi interni
riguardanti i diritti umani, emersa in tutta la sua evidenza nel corso del
dibattito sugli obiettivi dell'Agenzia, ha dato origine a un mandato
minimo che contrasta profondamente con la grave dimensione e natura delle
violazioni dei diritti umani nell'Unione europea.

Dick Oosting, direttore dell'ufficio di Amnesty International presso
l'Unione europea, presente a Vienna per la cerimonia d'apertura
dell'Agenzia, ha ricordato il tono che ha dominato i negoziati: 'Cosi'
grande era il desiderio di non offendere nessuno che a volte sembrava che
l'Agenzia fosse stata creata per tutelare gli Stati membri anziche' per
chiamarli a rispondere del loro operato nel campo dei diritti umani'.

Amnesty International auspica di fornire supporto ai lavori dell'Agenzia
nel campo del razzismo e della discriminazione, che costituiscono l'unico
grande tema di diritti umani su cui l'Agenzia potra' effettivamente
operare. Si tratta, in ogni caso, di un tema cruciale, dato che e'
contemporaneamente causa ed effetto di altre violazioni dei diritti umani.

Amnesty International, tuttavia, e' profondamente rammaricata per il fatto
che l'Agenzia non potra' intervenire su altri aspetti importanti,
essenziali per la popolazione dell'Unione europea e per la credibilita'
mondiale di questo organismo, quali:

- la lotta al terrorismo: lo scandalo delle extraordinary rendition e il
rapporto tra leggi antiterrorismo e diritti e liberta' fondamentali sono
cosi' intimamente collegati alle questioni dei diritti umani, che
qualsiasi organo avente a che fare coi 'diritti fondamentali' dovrebbe
occuparsene obbligatoriamente. Cosi' non e', nel caso dell'Agenzia;

- comportamento delle forze di polizia: in Europa continuano a verificarsi
casi di uso eccessivo della forza da parte della polizia, maltrattamenti
in custodia e uso sproporzionato delle armi da fuoco. Tuttavia, poiche'
queste materie rimangono di competenza nazionale, sono state escluse dal
mandato dell'Agenzia;

- asilo e immigrazione: l'Agenzia potra' commentare l'applicazione della
normativa comunitaria in materia ma non potra' effettuare un monitoraggio
esauriente. L'uso sproporzionato e in costante aumento della detenzione
dei richiedenti asilo e dei migranti (compresi bambini, donne incinte e
persone vittime di traumi) e' escluso dal mandato dell'Agenzia;

- processi equi: l'accesso a un avvocato, all'assistenza legale e a
servizi di interpretariato non sono ancora una realta' assodata in Europa,
dato che alcuni Stati membri non hanno ancora attuato garanzie procedurali
adeguate. La normativa comunitaria e' in una fase di stallo e l'Agenzia
non potra' giocare alcun ruolo;

- violenza contro le donne: nonostante il fatto che la violenza
psicologica, fisica e sessuale contro le donne e le bambine rimanga
diffusa in tutt'Europa, l'Agenzia non ha il mandato di analizzare le leggi
nazionali ne' tanto meno di proporre l'adozione di misure adeguate a
livello europeo;

- traffico di esseri umani: il numero delle persone vittime di traffico in
Europa e' drammaticamente aumentato nell'ultimo decennio. Cio' nonostante,
molti Stati non hanno affrontato il tema della protezione delle vittime.
Anche in questo caso, purtroppo, l'Agenzia non potra' proporre soluzioni.

Considerate tutte le questioni aperte, Amnesty International chiede
all'Unione europea di lavorare insieme al Consiglio d'Europa per la
creazione di un 'sistema europeo dei diritti umani'.

'L'Agenzia dei diritti fondamentali diventera' uno strumento
effettivamente potente per proteggere i diritti umani in Europa solo a
seguito di uno sforzo serio per sviluppare un sistema coerente di
protezione che preveda meccanismi efficaci per chiamare in causa l'operato
degli Stati membri' - ha concluso Dick Oosting.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 1 marzo 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
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