Bellissimo!!! -> "ATEI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI" di Lucio Manisco



14 gennaio 2007

ATEI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI

Lo straordinario successo di "L'illusione di Dio" di Richard Dawkins
moltiplica in occidente le reazioni "laiche" all'invadenza del
fondamentalismo religioso dei Ratzinger e dei "theocons" USA. Unica
eccezione il silenzio dei mass media italiani.

di Lucio Manisco

La settimana dal 7 al 14 gennaio è stata la quindicesima a registrare la
presenza di "The God delusion", "L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
nei primissimi posti della graduatoria dei "best sellers" del New York
Times. Un successo straordinario, se si tengono presenti le finalità e il
contenuto dell'opera dello scienziato di Oxford: in sintesi il ricorso
alla razionalità scientifica dell'evoluzionismo per dimostrare
l'inesistenza di un essere sovrannaturale, la serrata contestazione del
neo-creazionismo in versione " disegno intelligente" e la non meno serrata
denunzia delle religioni giudaico cristiane per il loro impatto nocivo e
repressivo sullo sviluppo sociale e sulla libertà degli individui e dei
popoli nell'intera storia occidentale,  soprattutto nei nostri giorni.

Dati i tempi che corrono una sfida delle più ambiziose e controcorrente, ma
sono stati proprio i tempi che corrono a motivare e spiegare la vasta eco
da essa destata e l'eccezionale diffusione negli Stati Uniti e in Europa de
"L'Illusione di Dio" (la casa editrice Bantam Press continua a sfornare
nuove edizioni ogni due mesi senza riuscire a soddisfare la crescente
richiesta del mercato librario). Non ci troviamo di fronte a baggianate
come "Il codice Da Vinci" o all'ultimo thriller di John Grisham, "The
Innocent Man", basato su un episodio realmente avvenuto, bensì di un saggio
rigorosamente scientifico anche se di carattere divulgativo e da
contro-crociata, meno presente nella precedente, ampia produzione del
titolare della cattedra di comunicazione della scienza a Oxford. Ben noto
in Italia per le traduzioni di opere come "Il gene egoista", "L'orologio
cieco", "L'arcobaleno della vita", "Alla conquista del Monte Improbabile" e
più recentemente "Il ricordo dell'antenato", il Dawkins è stato tra l'altro
insignito di un'alta onorificenza della Presidenza della Repubblica: c'è da
augurarsi che il ritardo della Mondadori nel pubblicare la versione
italiana di "The God delusion", già tradotto in altre cinque lingue, sia
dovuto a motivi puramente tecnici o di strategia editoriale. Più sospetto,
o forse per nulla sospetto, il silenzio dei nostri mass media sull'enorme
clamore suscitato nel mondo anglosassone e poi in Francia e in Germania,
mentre si contano sulle dita di una mano le recensioni apparse sulla stampa
nazionale, tutte critiche e basate su quanto  manca e non su quello che c'è
nell'opera: ad esempio l'assenza di un'analisi antropologica della
religiosità, sostituita dal Dawkins con la denunzia del lavaggio dei
cervelli e dell' abuso dell'infanzia ad opera delle religioni costituite.

Nessuna menzione del dibattito in corso dal maggio del 2006 che dilaga
tutt'oggi su intere pagine del New York Times, del New York Review of
Books, del Financial Times o del Washington Post, della copertina del
settimanale "Time", dello spazio e delle interviste dedicate al Dawkins
sulle maggiori reti televisive britanniche e statunitensi, su tutti gli
altri mass media e su internet. Conseguentemente non si è parlato né si è
scritto in Italia delle rabbiose polemiche dei "theocons" Usa o delle più
caute e razionali contestazioni di esponenti della cultura laica che hanno
animato i seminari indetti ad hoc  da università e da centri di cultura
scientifica come il "Salk Institute for biological studies" di la Jolla in
California, del "Science Network" o dell'ultraconservatrice "Templeton
Foundation". L'appello di Richard Dawkins agli atei di tutto il mondo di
far sentire la loro voce per contrastare l'oscurantismo e il
fondamentalismo religioso che stanno facendo precipitare la civiltà
occidentale nella violenza e nella barbarie è stato accolto e passato sotto
silenzio nel nostro paese: basti pensare al successo di altre opere di
uguale tenore apparse negli ultimi mesi negli Stati Uniti. Citiamo
"Breaking the spell" ("Rompere l'incantesimo") di Daniel C. Bennet, "Letter
to a Christian nation" ("Lettera ad una Nazione Cristiana") di Sam Harris,
"God is not great" ("Dio non è grande") di Cristopher Hitchens e "God
failed hipothesis" ("Dio, ipotesi fallita") di Victor Stanger.

Non è ovviamente la prima volta nella storia moderna che le ondate del
pensiero ateo si sono levate contro gli attacchi della chiesa all'età dei
lumi, dal ripristino del dio-re-patria del Congresso di Vienna che diede il
via al positivismo alla Auguste Comte e poi ai testi di  David Friedrich
Strass, di Joseph Ernest Renan, fino a "la morte di Dio" di pochi decenni
orsono. La differenza oggi sta  nell'ascesa al potere dei "bushevichi" (non
solo negli Stati Uniti), nel dissacrante e non tanto sottaciuto sostegno ad
essi fornito dalla chiesa di Roma che condanna la guerra come peccato ma
non i peccatori e nella sempre più diffusa insofferenza dell'opinione
pubblica per le devastanti ripercussioni sulla società civile, sulla pace e
sulla stessa sopravvivenza del pianeta delle interferenze ecclesiastiche
nella gestione razionale e laica della cosa pubblica: un sondaggio
d'opinione condotto prima dell'ultimo solstizio d'inverno nel Regno Unito
ha evidenziato che l'ottantadue percento degli inglesi ritiene  nocive le
religioni cristiane-giudaiche come cause primarie delle tensioni e delle
divisioni tra i popoli.

Joseph Ratzinger (la definizione di pastore tedesco de il manifesto
impallidisce di fronte a quella di "God's rottweiler" della stampa
britannica) sta dando un contributo massiccio a questa insofferenza
dell'opinione pubblica ed al successo delle contro-crociate dei Dawkins &
Co.: fuori dal nostro paese hanno destato sgomento le sue dichiarazioni a
favore delle  decisioni del G8 che aveva pavidamente  deciso di non
chiedere la cessazione del devastante attacco di Israele contro il Libano e
i vaticanisti che, come anfananti cicale, imperversano sugli schermi
televisivi nostrani hanno atteso quarantotto ore le reazioni degli altri
mass media europei e del mondo musulmano prima di menzionare la grossolana
ma deliberata citazione del Paleologo nel discorso all'Università tedesca.
La nomina dell'arcivescovo di Varsavia Stanislaw Wielgus è stata l'ultima
ciliegina sulla torta di questa disfunzionale gestione di santa romana
chiesa. E' comunque la sua ingerenza continua, ripetitiva, ossessiva nelle
attività delle forze politiche, del parlamento e delle istituzioni di una
 repubblica come quella italiana, nominalmente laica, a destare
preoccupazione ed allarme anche e soprattutto per l'arrendevolezza
opportunistica dei cosiddetti "teodems" ed in genere delle istituzioni.

"Ormai la misura è colma - ha scritto Vera Pegna su il manifesto del 6
gennaio - per fortuna il rifiuto delle doppiezze e delle ingerenze vaticane
si allarga e si aggrega. E' auspicabile che i nostri politici ne tengano
conto." Atteggiamenti e comportamenti dei nostri mass media vanno purtroppo
contro questo auspicio.