Il patto civile di solidarietà non danneggia la famiglia.Docimento da inviare e diffondere se condiviso
- Subject: Il patto civile di solidarietà non danneggia la famiglia.Docimento da inviare e diffondere se condiviso
- From: "Colombo Arrigo" <arribo at libero.it>
- Date: Thu, 14 Dec 2006 02:47:04 +0100
Movimento per la società di giustizia e per la
speranza
Cari amici,
il Movimento ha preparato questo intervento sulla Chiesa italiana che
osteggia ingiustamente il Patto civile di solidarietà; per questo chiede il
vostro aiuto. Ecco gl'indirizzi:
Romano Pontefice
Benedetto XVI, Città del Vaticano, 00120 Roma, benedictxvi at vatican.va
CEI-Card. Camillo Ruini, Circonvallazione Aurelia 50, 00165 ROMA/ sicei at chiesacattolica.it Bologna – Card. Carlo Caffarra, Via Altabella 6, 40126/ arcivescovo at bologna.chiesacattolica.it Firenze – Card. Ennio Antonelli, Piazza S.Giovanni 3, 50129/ info at diocesifirenze.it Genova – Arciv. Angelo Bagnasco, Piazza Matteotti 4, 16123/ arcivescovado at diocesi.genova.it Milano – Card. Dionigi Tettamanzi, Piazza Fontana 2, 20122/ info at diocesi.milano.it Palermo – Card. Salvatore De Giorgi, Via Matteo Bonello 2, 90134/ arcivescovo at diocesipa.it Torino – Card. Severino Poletto, Via Arcivescovado 12, 10121/ info at diocesi.torino.it Venezia – Card. Angelo Scola, San Marco 320a, 30124 / postmaster at patriarcato.venezia.it Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Movimento per la Società di Giustizia e per la
Speranza Lecce Al Romano Pontefice Benedetto XVI Al Presidente della Conferenza Episcopale Card. Camillo Ruini Ai vescovi e ai fedeli della Chiesa italiana Il Patto civile di solidarietà
non danneggia la famiglia Stupisce davvero che tanta e continua opposizione la Chiesa italiana abbia fatto al Patto di solidarietà; soprattutto in questi giorni, in cui il Governo italiano ha espresso la decisione di vararlo. Questo stupore è stato manifestato da molti, per le seguenti ragioni: 1. Il Patto è un atto dovuto, una misura di giustizia per questi cittadini che convivono, con tutto ciò che alla convivenza consegue; e hanno diritto alla provvidenza dello stato per tutto ciò che la convivenza comporta, tanto quanto gli altri cittadini. 2. Il Patto è anche un atto di amore fraterno, un aiuto a questi fratelli nel loro bisogno; e la Chiesa, se segue il vangelo e la sua legge suprema di amore, dovrebbe favorirlo. 3. Anche se ritiene che la coppia di fatto come la coppia omosessuale comportino trasgressione e peccato, la Chiesa ha un dovere di tolleranza e comprensione per chi pensa ed agisce in modo da lei difforme; così come ha un dovere di rispetto dell’autonomia dello stato e delle ragioni che stanno alla base di una legge. 4. In realtà il Patto è anche socialmente benefico in quanto contribuisce alla stabilità della coppia, sia eterosessuale che omosessuale; e di questo la Chiesa dovrebbe rallegrarsi. 5. L’obiezione tanto ripetuta che il Patto danneggia la famiglia è falsa. Semmai sancisce una forma analoga alla famiglia, che alla stabilità della famiglia s’ispira, la famiglia restando il modello; e quindi la conferma nella sua esemplarità e nel suo valore. 6. Invece la Chiesa deve chiedersi seriamente perché il trend della coppia di fatto si sia tanto espanso, e tuttora si espanda (nel Nordeuropa e negli USA oltre il 50% delle unioni; nel Centro intorno al 40%; ma anche nel Sudeuropa, anche in Italia è in crescita). Probabilmente una riflessione e un’azione seria debbono essere condotte per affrontare questo trend; a poco servono gl’interventi impositivi e repressivi. Il Movimento chiede alla Chiesa italiana un comportamento di rispetto per l’autonomia dello stato, di rispetto per la libertà di coscienza, di comprensione fraternamente amorosa per i comportamenti difformi; chiede in particolare che in Italia abbia fine la persecuzione degli omosessuali, in cui la teologia più avanzata riconosce una forma connaturata altra, non una forma trasgressiva. Lecce, il 13 dicembre 2006 per il Movimento, il responsabile
Prof. Arrigo Colombo Arrigo
Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di
Lecce Via Monte
S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160
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