Stop Precarietà



NOI DEVOTI DI SAN PRECARIO…….





Siamo gli abitanti del Molise, del sud, uno dei tanti, troppi sud del mondo.
Siamo gli abitanti di terre e città martoriate dalla precarietà e dalla
disoccupazione.
Siamo gli invendibili, i malvenduti.

Siamo i giovani che non hanno mai lavorato nella loro vita, siamo i meno
giovani che hanno lavorato fin troppo nella loro vita.

Siamo le eterne vittime del ricatto della miseria, della perenne ricerca di
un lavoro che non c'è; le soluzioni sono sempre diverse, sempre uguali:
lavoro nero, 14 ore al giorno, 4 euro l'ora, morti su un'impalcatura,
invalidi di una guerra che conta decine di morti all'anno.
Ma la "musica" sta cambiando...

La nostra voce, la voce dei senza voce, echeggia e rimbomba con sempre più
forza...
E' la voce dei diritti negati, dei bisogni calpestati, dei sogni repressi.
E' la voce di chi ha scelto di non rassegnarsi, ma alza la testa per non
lasciare le propria esistenza nelle avide mani dei potenti della terra.

Contro una globalizzazione neoliberista che arricchisce sempre più i ricchi
e impoverisce sempre più i già poveri, dai tanti sud del mondo si alza il
popolo della precarietà che reclama diritti!!!.

Per questo motivo  ci diamo appuntamenti davanti al Teatro Savoia a
Campobasso domenica 10 dicembre alle ore 17, in  occasione dello spettacolo
di Paola Cortellesi, che denuncia gli orrori dell’essere precario.
Abbiamo vissuto in prima persona l'orrore del lavoro interinale, l'orrore
di lavorare per due, tre mesi, il tempo di riportare lesioni permanenti al
polso (a furia di fare sempre il solito malsano movimento per 8 ore al
giorno) e poi essere letteralmente buttato via, senza indennità, senza
rimborsi, avanti il prossimo polso da spezzare...
Contro queste forme di caporalato legalizzato e organizzato, noi ci
ribelliamo perché l’essere umano non è un cacciavite, non lo si può usare,
sfruttare, spremere e poi, a seconda dei capricci del mercato o
dell’impresa, buttarlo via.

Noi vogliamo il Pane…. ma anche le rose!!! Vogliamo accedere anche noi a
servizi (culturali, sociali, sportivi) che oggi ci sono negati.

Noi dobbiamo dire basta al dominio delle imprese e del profitto, dobbiamo
rimettere al centro i bisogni e i desideri di quella moltitudine di uomini
e donne che vivono nelle nostre terre, che non sia solo di sfruttamento e
devastazione, i bisogni e i desideri della moltitudine,  buttarli via, come
si fanno con i cacciaviti e gli altri arnesi di lavoro.



 E' questo è solo l'inizio...







STOP PRECARIETA’ ORA!!!!



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L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA


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