Le tasse, la coscienza cristiana, la Chiesa italiana



Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici,
                il Movimento ha preparato questo intervento sull'episcopato per una campagna che rettifichi la coscienza cristiana del contributo alle spese dello stato cioè le tasse; per il quale chiede il vostro aiuto.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

 Al Presidente della Conferenza episcopale italiana Card. Camillo Ruini

Ai vescovi membri della Conferenza

Ai fedeli della Chiesa italiana

 

Le tasse, la coscienza cristiana, la Chiesa italiana

 

Il vescovo Bruno Forte, per la prima volta forse, è intervenuto su questo punto: sulla necessità che la coscienza cristiana sia illuminata sul significato che ha il pagamento dell’imposta, e sul dovere che ne consegue.

 

Su questo punto abbiamo il forte passaggio del Vaticano II: «Non pochi non si vergognano di evadere, con vari sotterfugi e frodi, le giuste imposte o le altre cose che debbono alla società» (Gaudium et spes, 30); passaggio che suppone un comportamento diffuso, e quindi un punto debole della coscienza cristiana nel nostro paese. Si sa che l’Italia, paese di stragrande maggioranza cattolica e sede del centro della cattolicità, è anche paese fortemente corrotto, dove ben quattro regioni sono infiltrate se non dominate dalla mafia; dove l’evasione delle imposte è molto alta, come i pronunciamenti del governo e la sua volontà di lotta hanno messo in risalto proprio in queste settimane di discussione sulla legge finanziaria.

Anche la Chiesa ha accettato un’esenzione d’imposte su attività profittuali che non le era dovuta, e che mirava solo ad ottenerne l’appoggio elettorale.

 

Si tratta, per coloro che credono in particolare, di capire che le imposte costituiscono un contributo dei membri di una società all’essere e benessere di quella società stessa, delle funzioni  e servizi che essa adempie e di cui tutti godono. Si tratta perciò di un compito di giustizia e insieme di amore fraterno; che il credente deve assumere con volontà di giustizia e di amore, volontà buona, volontà gioiosa.

Sapendo anche che, se non lo adempie, compie l’equivalente di un furto in quanto sottrae la sua parte, il pagamento di ciò ch’è dovuto; e anche costringe i suoi fratelli a pagarlo in vece sua, e quindi a caricarsi di un peso maggiore. Sapendo quindi che la trasgressione di questo stretto dovere contrasta con la giustizia e con la carità, e costituisce colpa, peccato.

Ma forse è più opportuno insistere sulla forza del dovere e su quella, più soave e penetrante, dell’amore fraterno, che non sul timore del peccato.

 

Il Movimento pensa che la Chiesa italiana dovrebbe promuovere una campagna per la maturazione di questa coscienza di giustizia e di amore fraterno; una campagna per la consapevolezza di un vincolo che astringe insuperabilmente la volontà, ma insieme di un vincolo amoroso; per un comportamento leale e onesto verso quello stato che siamo tutti noi. Una campagna per il pagamento puntuale, generoso e gioioso delle tasse. Nello spirito dell’evangelo.

 

Lecce, novembre 2006

                                                                             per il Movimento, il responsabile

                                                                                      Prof. Arrigo Colombo   

 

Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160

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