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(Fwd) Paolo Farinella, prete: in merito alla querelle Papa-Islam
- Subject: (Fwd) Paolo Farinella, prete: in merito alla querelle Papa-Islam
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Tue, 19 Sep 2006 01:14:07 +0200
- Priority: normal
------- Segue messaggio inoltrato -------
Da: "Paolo Farinella" <paolo_farinella at fastwebnet.it>
A: "Undisclosed-Recipient"
<paolo_farinella at fastwebnet.it>
Oggetto: Paolo Farinella, prete: in merito alla querelle
Papa-Islam
Data invio: Mon, 18 Sep 2006 21:35:20 +0200
Care Amiche e Amici,
mi sento costretto ad intervenire anche perché la mia posta si è intasata e
molti mi chiedono un parere. Quelli a cui non interessa preventivamente
cestinino subito, se a qualcuno può interessare, ne faccia l'uso che vuole.
PRECISO PERO' CHE SU QUESTO SPECIFICO ARGOMENTO, NON
RISPONDERO' né privatamente né pubblicamente. NESSUNO SI
OFFENDA. Per me il discorso finisce qui, chi vuole prenderne spunto e
continuare in mailing list, lo faccia pure, ma ho urgenza di occuparmi di altre
cose.
Con amicizia a tutti.
Paolo Farinella, prete
Riflessioni sulle reazioni scomposte al discorso del papa
di Paolo Farinella, prete
Ho letto il comunicato di NSC. Ho letto altri interventi. Ho
letto molto di quello che è stato pubblicato in questi giorni. Mi trovo a
disagio e non condivido quasi nulla di ciò che viene detto e scritto,
nonostante senta e rispetti la buona fede di chi ha scritto e/o ha
parlato.
Per fugare ogni equivoco ripeto che ho appena dato alle
stampe un libro intero, frutto di tre anni di ricerca, sulla stupidaggine
della «civiltà occidentale» e lo scontro di civiltà, tra i cui cultori e
fautori annovero anche Joseph Ratzinger prima e dopo papa.
Chiarito ciò, mi pare che tutti gli interventi siano carenti di metodo e
in molti trovo un atteggiamento preconcetto: anche se risuscitasse i
morti, questo papa non piace. Ergo sbaglia sempre. E´ evidente che
molti non hanno letto il discorso, altri lo hanno travisato
preventivamente, altri lo hanno travisato ex post... scientemente
perché detto dal «pastore tedesco». A me preme capire che cosa
sta succedendo e non solo nel piccolo stagno dell´Italia, ma nel
mondo intero e voglio capire il contesto delle cose, altrimenti di
estrapolazione in estrapolazione rischiamo di morire di freddo in
pieno mese di agosto. Esamino i fatti come li vedo io
1° fatto. A Regensburg il 12 settembre 2006, papa Ratzinger espone
una lectio magistralis su «Fede, Ragione e Università. Ricordi e
riflessioni». La lectio è di un genere letterario misto: è evocativo e
rievocativo, con afflati storico-filosofici e anche teologici. Tutto nel
solco della tradizione teologica cattolica (teologia fondamentale). Si
può condividere o no, è una relazione accademica senza «infamia e
senza lode». Da uno come lui che parte professorino, è consultore di
un gigante del concilio, il card. Frising, diventa prefetto della
congregazione della fede e poi alla fine gli scappa anche il papato,
mi sarei aspettato molto, molto di più, anche a livello di ricordi e di
testimonianza. Lui ha scelto il taglio che ha voluto.
2° fatto. Il tema della lectio non era l´Islam, ma «Fede e Ragione», e
un passo centrale, ma esclusivo è la condanna di ogni costrizione
alla fede con la violenza e la forza. E´ positivamente l´affermazione
della libertà religiosa, sancita dal concilio Vaticano II. La citazione di
Manuele II Paleologo, accademicamente parlando, è perfetta perché
il papa la cita, ma non la fa sua. Precisa, infatti, che l´intero dialogo è
stato trascritto dallo stesso imperatore qualche anno dopo (non è
dunque un resoconto neutro, ma interessato) e dice [testualmente]
che «in modo sorprendentemente brusco che ci stupisce,
[l´imperatore si rivolge al suo interlocutore [persiano] semplicemente
con la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in
genere, dicendo:...» e qui cita la frase incriminata: «Mostrami pure
ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle
cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per
mezzo della spada la fede che egli predicava», dopo avere citato il
Corano nella sura 2, 256 («Nessuna costrizione nelle cose di fede»)
e mettendo in evidenza la possibilità di una evoluzione nel pensiero
del Profeta dalle origini alla maturità. In sostanza è una tiepida
applicazione del metodo «storico-critico» al pensiero del Profeta
come da ormai quattro secoli noi cristiani applichiamo al vangelo e
alle parole di Gesù. Dov´è lo scandalo?
3° fatto. Si sono scatenate le folle «musulmane» che hanno reagito
anche ammazzando gratuitamente una donna solo perché
discendente dei crociati che nelle parole del papa (capo dei crociati)
avrebbero hanno «offeso» il Profeta. Luoghi di culto date alle fiamme
o assaltate. Sono convinto che nessuna di queste folle ha letto il
discorso e la citazione, ma esse sono manovrate per fini interni e per
egemonie internazionali. La reazione del mondo musulmano è
pilotata, guidata e voluta indipendentemente dalle frase del papa,
perché oggi qualsiasi occasione è buona per fare la voce grossa e
presentare un mondo arabo-islamico assediato dal mondo infedele
che s´identifica con il mondo cristiano tout-court. Possibile che
nessuno sia in grado di fare un mino di discernimento e di
valutazione altre i due centimetri del proprio naso? Non è un caso
che le vittime designate di questa reazione non è tanto il vaticano,
ma quelle forme di islamismo che vengono identificate
strumentalmente come «moderati» che temono di essere scavalcati
e di perdere quindi la loro rappresentatività. Il richiamo degli
ambasciatori in vaticano è un fatto politico che esula dalle
dichiarazioni del papa, ma affermano davanti al mondo e alle
telecamere «chi rappresenta» gli interessi del musulmanesimo e chi
invece è complice con il corrotto «occidente»: i cosiddetti musulmani
moderati sono fumo negli occhi del fondamentalismo di matrice
musulmana. Chi giustamente s´indigna per le il connubio «religione-
politica» in Italia, in Europa e nel mondo, deve essere coerente e
deve pretenderlo anche dai politici e dai religiosi musulmani. Noi non
possiamo accettare che il presidente dell´Iran ritiri l´ambasciatore dal
Vaticano per una questione che riguarda le relazioni tra religioni. Se
accettiamo che Mahmoud Ahmadinejad in qnuanto presidente del
suo paese possa parlare come papa, noi rinneghiamo la
separazione tra Stato e Chiesa per la quale ci battiamo in Italia. Non
vi possono essere due misure.
4° fatto. Non esiste «l´Islam», esistono cento, mille Islam e ciascuno
spesso in guerra con gli altri. Non esiste un interlocutore
rappresentativo di tutti gli Islam, per cui è anche difficile muoversi in
questa galassia di mondi chiusi. L´unico punto di forza è la lingua
araba che pur non essendo unica, permette la comprensione a
qualsiasi arabo di intendersi con un altro arabo. Quale Islam è stato
offeso, quello sciita, quello sunnita, quello wahabita, quello kharagita
oppure i musulmani ismailiti, sufriti, nuqqariti, idabiti, alatiti, sufiti,
ecc. ecc.? A chi deve chiedere scusa Ratzinger? a quale di queste
forme di islamismo? Il mio parere è che il pluriforme Islam come
sistema non accetta che, attraverso la tv e internet, le sue masse
escano dal loro isolamento e vedono le migrazioni anche come fuga
da una religione che spesso s´impone in forma ossessiva e non
lascia spazi alle libertà individuali. Il mondo moderno fa paura agli
Imam (che non sono autorità, ma corrispondono, tanto per capirci, a
qualcosa di poco di più dei nostri sacristi: non hanno una formazione
specifica né liturgica né teologica, sanno leggere e forse cantare)
che gestiscono un potere politico, economico e anche morale sulle
coscienze. Tutto ciò sta entrando in crisi e queste reazioni abnormi
ne sono la prova logica.
5° fatto. Nelle scuole ancora oggi a circa un miliardo e 200 milioni di
musulmani sparsi nel mondo si presenta il cristianesimo come la
religione dei «crociati» e ogni cristiano in terra araba (ne ho fatto
l´esperienza per cinque lunghi anni, giorno dopo giorno, ora dopo
ora) è considerato come un discendente dei crociati, perciò infedele
per definizione e quindi passibile di morte in qualsiasi momento.
Domanda: che c´entro io con i crociati? Negli ultimi otto secoli, dopo
l´ultima crociata, non è successo niente? Dobbiamo espungere i vv.
22-31 del canto XXVIII dell´Inferno di Dante perché Maometto vi è
sepolto tra i «seminator di scandalo e di scisma»? Oppure dobbiamo
cancellare la stessa scena dalla quattrocentesco affresco nella
cattedrale di Bologna? Se non siamo in grado di fare distinzioni a
livello di cultura, se non conosciamo la storia delle origini del
musulmanesimo, allora hanno ragione i talebani afgani che hanno
mandato in cenere i Budda del sec. V a.C. Mi pare che manchino le
proporzioni sia nelle reazioni «occidentali» che in quelle
«musulmane». Est modus in rebus.
6° fatto. Tutta la fantasmagorica galassia musulmana ha un
approccio fondamentalista con la Scrittura, fino al punto che nelle
università si insegnano come «regole» morfosintattiche anche gli
errori materiali perché sono parola del Profeta. Certo, poi dopo avere
stabilito la «regola» con l´errore si fanno in nota mille eccezioni e
possibilità per recuperare ciò che non può essere sostenuto. Ci
vorranno tre secoli perché i musulmani arrivino ad avere un
approccio libero con il testo sacro come lo ha il mondo cristiano oggi.
Nel frattempo che facciamo? Il rispetto deve essere circolare. Io
devo potere citare il Corano e non essere accusato di blasfemìa
perché è un libro che appartiene anche a me e posso esporre il
pensiero del Profeta anche se può dispiacere a qualche fanatico o
qualche politico che se ne serve, strumentalizzando le reazioni del
mondo occidentale e alzando la posta sempre più in alto,
manovrando le masse ignoranti (etimologicamente). Non per questo
devo essere ucciso.
Nel mondo arabo in genere vige ancora la cultura del sultanato e
della tribù, quindi della personalità collettiva per cui non esiste un
concetto di «persona» come assoluto, ma solo quello dell´individuo
come parte di un tutto gerarchico. per cui può essere eliminato
senza tanti problemi, se non conviene al «tutto»: la figlia che si
ribella al padre, la figlia che veste all´occidentale anche se nata in
Italia.
Amici sinceri di religione musulmana, mi dicevano nelle
conversazioni a Gerusalemme: «Con la vostra democrazia vi
invaderemo, con la nostra religione vi distruggeremo» e pur essendo
amici io ero sempre l´infedele e il pronipote dei crociati.
7° fatto. Stabilito ciò a livello di diritto e di principio, resta la
questione dell´opportunità, anche se la citazione come è fatta non
dava adito a reazioni come quelle che abbiamo visto. Il papa
avrebbe potuto citare molti altri testi per affermare il principio della
libertà religiosa e lo avrebbe potuto fare con espressioni più positive,
citando direttamente il Profeta sul rispetto della fede che è
incompatibile con violenza. Avrebbe anche potuto citare qualche
esempio cattolico sull´imposizione della fede con la violenza come
per esempio Bernardo di Chiaravalle, il più guerrafondaio dei
medievali e avrebbe potuto dire a cattolici e musulmani che gli
uomini crescono anche in comprensione e maturità e per fortuna non
si fermano a quelle affermazioni perché la Storia cammina e lo
Spirito la conduce. Non lo ha fatto. Perché? I casi sono due: o è un
incidente o è voluto. Incidente, un discorso del papa, preparato e
rivisto fino alle virgole a tavolino? Dubito che si tratti di un disguido.
Personalmente propendo per il fatto che il papa e il suo entourage
sapevano che vi sarebbero state reazioni abnormi oltre misura e
nonostante ciò hanno calcolato il rischio. Motivo? Probabilmente per
mettere il mondo occidentale di fronte alla reazione violenta e dire:
«Avete visto? Scuotetevi, o voi che parlate tanto e non fate nulla»:
parlate di diritti qui in Europa dove sono indiscussi, ma guardate nel
mondo come sono conculcati quelli dei cristiani. A Novembre non vi
sarà la visita in Turchia? Benedetto XVI è il card. Joseph Ratzinger
che aveva detto no all´ingresso della Turchia in Europa. Capisco che
c´è disorientamento in Vaticano, capisco che si cercano tutte le
sponde di appiglio possibili, ma resta il fatto che nella dichiarazione
di Bertone per spiegare il vero senso del discorso del papa non si
trova di meglio che la citazione esplicita del concilio Vaticano II, cioè
quell´evento dirompente del secolo scorso che Giovanni Paolo II e il
prefetto della congregazione della fede Joseph Ratzinger-Benedetto
XVI avevano messo in soffitta e svuotato della sua anima,
annoverandolo tra i fatti ordinari della tradizione della Chiesa.
Conclusione: si può dissentire da questa politica miope e
antievangelica, ma ciò non comporta che si debba condannare una
citazione nel contesto di una lezione universitaria. Questo non è
accettabile.
Personalmente penso che non dobbiamo chiedere nulla in cambio
(Pera non parla di reciprocità?) agli immigrati, ma solo offrire ciò che
possediamo di più grande e di più nobile: la nostra costituzione che
tutela ogni singolo individuo e gruppo, il nostro rispetto in quanto
persone e la nostra fede (chi crede) senza sconti e senza ambiguità.
Tutto qui. Sono certo che la forza del diritto avrà la meglio sul
fondamentalismo e la forza dell´amore avrà sempre la meglio sul
sospetto e la violenza.
No, nessuno in forza della nostra democrazia c´invaderà
perché nel momento in cui c´invade è anche invaso e contagiato e
nessuno ci annienterà con la forza di qualsiasi religione: sono
passati i tempi e definitivamente in cui si tagliavano le teste in
ragione della religione. Oggi vi sono ancora sacche di questo tipo,
ma sono gli ultimi rantoli del leone morente ed è per questo che
vogliamo offrire agli immigrati qualcosa di più grande e di più forte:
alla richiesta del permesso di soggiorno, esigere almeno un anno di
scuola (a carico dei comuni), dove chi chiede di abitare e vivere in
Italia impari a conoscerne la storia, la cultura, la dignità e le leggi a
partire da quelle fondamentali dei diritti umani delle singole persone.
Non possiamo tollerare che in Italia in nome di una cultura si
possano infibulare le donne, si possano uccidere le figlie che non
vogliono matrimoni combinati, si possano uccidere per una frase tra
l´altro storica e all´interno di una riflessione accademica. Finché
resteremo in questa emergenza, noi siamo ancora nel deserto a
cavar acqua dai pozzi secchi.
Paolo Farinella, prete
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