Amnistia e Indulto subito!!!



AMNISTIA E INDULTO SUBITO!


11.000 provvedimenti giudiziari contro gli attivisti dei movimenti sociali.
Le vaste proporzioni della rappresaglia giudiziaria contro le lotte sociali
si è estesa dai manifestanti delle mobilitazioni noglobal di Napoli e
Genova, o di quelle antifasciste di Roma e Milano, ai lavoratori e
sindacalisti degli stabilimenti Fiat, del trasporto urbano e degli
aereoporti precari, studenti, disoccupati. Persone che hanno bloccato le
ferrovie contro la guerra, o le autostrade per difendere i propri territori
a Scanzano, ad Acerra, a Termoli o in Val di Susa, senzatetto che hanno
occupato le case e si sono mobilitati contro la svendita dei patrimoni
pubblici e le speculazioni immobiliari, attivisti antirazzisti che hanno
manifestato contro i Cpt, disoccupati e precari che hanno organizzato
azioni contro l'esclusione, il carovita, il lavoro nero o interinale...

Se le lotte sociali hanno sempre marciato su un crinale sottile che
anticipa la legittimità futura impattando talvolta la legalità presente,
storicamente l'amnistia è stata un mezzo per sanare gli attriti tra
costituzione legale e costituzione materiale, tra le fissità e i ritardi
della prima, e l'instabilità e il movimento della seconda.

La scelta della "linea dura" contro il movimento si è accompagnata, negli
ultimi anni, a una generale riduzione dei livelli delle garanzie e di
tutela dei diritti di cittadinanza:
rilancio dell'opera di contrasto alle libertà di movimento delle persone,
ripresa degli indirizzi punitivi e proibizionisti sulle droghe, riemersione
di orientamenti internanti nel trattamento del disagio mentale, campagne
allarmistiche sulla insicurezza urbana, sulla microcriminalità,
sull'emergenza terrorismo. In poche parole piena legittimazione della
guerra e della repressione come principali strumenti di risoluzione dei
conflitti.
Sono 62.000 le persone detenute nelle carceri italiane; in 40.000
eseguono condanne penali fuori dalle mura, con le misure alternative alla
pena, il quadruplo rispetto al 1990.

Difficile, di fronte a questi numeri, non riconoscere il passaggio dallo
"stato sociale" allo "stato penale" sul modello americano.

E' venuto perciò il momento di chiudere questa lunga e disastrosa parentesi
riportando il baricentro della politica dal penale al sociale, e
mobilitarsi per:

- Amnistia e indulto veri, senza limitarsi a provvedimenti timidi e inadeguati

- La depenalizzazione dei reati connessi alle lotte sociali

- Amnistia per i detenuti politici e gli esiliati

- Abolizione di leggi vessatorie e classiste come la Cirielli e la Fini
sulle droghe, la Bossi-Fini sull'immigrazione e
le politiche di differenziazione carceraria.

- l'abrogazione della legislazione d'emergenza sempre più spesso usata per
colpire l'azione dei movimenti;

- il ripristino del quorun a maggioranza semplice per l'amnistia, come
indicava in origine l'art. 79 della costituzione;

- la chiusura dei Centri di permanenza temporanea per gli immigrati

Mentre in parlamento si discute con troppi compromessi di temi così
importanti e delicati, spetta ai movimenti e ai cittadini mobilitarsi!

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L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA




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