Nobel Soyinka:Quelle vignette erano volgari ma la rabbia islamica è ipocrita
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- From: "Associazione Partenia" <partenia at katamail.com>
- Date: Mon, 27 Feb 2006 16:48:01 +0100
Da: Associazione Partenia http://utenti.lycos.it/partenia <<L'orgia del potere: l'uomo .. fa la corsa al potere, al dominio, in quanto dentro non ha nulla. Da un potere passa ad un altro è un continuo correre alla ricerca di un potere maggiore, fino a raggiungere la dittatura.....>> (A.Maione) * * *
“Quelle vignette erano volgari ma la rabbia islamica è
ipocrita” Il Nobel Soyinka*: gli imam aizzano
le folle ignoranti. Intervista allo
scrittore nigeriano che esclude uno scontro di civiltà “Sono i politici a volere gli
scontri” E.Franceschini – La Repubblica 27.2.2006
pag.15 Londra.
Il mondo nuovo del multiculturalismo e della tolleranza religiosa non sarà
fermato dalla chiese bruciate, dalle moschee fatte saltare in aria, dalle statue
dei Budda demolite: “La storia ha già smentito i fautori dello scontro tra
civiltà”, dice a Repubblica WOLE SOYINKA, eclettico drammaturgo e romanziere
nigeriano, premio Nobel per la letteratura (nel 1986), attivista democratico
perseguitato in patria e spesso in dissenso anche con la solidarietà buonista
dell’Occidente verso l’Africa. Mentre infuria la polemica sulle “vignette
blasfeme”, portando il suo paese, la Nigeria, sull’orlo della guerra civile,
mentre il pianeta sembra dividersi
tra i difensori della libertà di espressione e paladini del rispetto
verso la religione, Soyinka invita tutti a fare un passo indietro alla ricerca di
<<tolleranza e armoniosa coesistenza>> lanciando nel contempo un
coraggioso j’accuse all’estremismo islamico, <<manipolatore
dell’ignoranza e della sofferenza>> Cosa
c’è, signor Soyinka, dietro la catena di vendette reciproche tra i musulmani e
cristiani che in pochi giorni ha causato decine di morti, centinaia di feriti e
migliaia di rifugiati in Nigeria? <<In
apparenza, c’è dietro una guerra di religione. In realtà la
miccia che ha acceso la violenza è, come sempre, la lotta per il
potere. Ambizioni
individuali e ambizioni di clan, convinti che sia venuto il loro momento di
governare e di mettere le mani sulle risorse nazionali. Diversità religiose ed etniche vengono agitate a questo
scopo, creando un
cocktail micidiale in grado di distruggere tutta la
nazione.>> Il
Nunzio apostolico a Lagos ha detto che dietro il conflitto etnico-religioso c’è
la povertà endemica della Nigeria. <<Ha
ragione, ma non si tratta solo della povertà materiale, bensì anche della
povertà spirituale. In Nigeria, come altrove, è in atto una deliberata strategia di coltivare l’ignoranza, in modo da
manipolare più facilmente le masse. Questo,
dobbiamo avere il coraggio di dirlo, è particolarmente vero in certe scuole di
insegnamento islamico.>> Da
bambino ha ricevuto un’educazione cristiana. Le pare che da allora la tolleranza
religiosa sia cresciuta o diminuità? <<Senz’altro
diminuita. Quando ero piccolo, in Nigeria esisteva un alto grado di tolleranza e
rispetto reciproco fra cristiani e musulmani. Successive generazioni di leader
politici hanno distrutto quella cultura della coabitazione e del
multiconfessionalismo, esacerbando le differenze etnico-religiose per le loro strategie
di conquista del potere>> Cosa
pensa della polemica sulle cosiddette vignette blasfeme su Maometto?
Secondo lei andavano pubblicate, ed eventualmente
ri-pubblicate? <<Io
avrei preferito che non fossero state mai pubblicate. Ho avuto l’opportunità di
vederle, le trovo volgari, insensate e provocatorie. Tuttavia la
reazione alla loro pubblicazione è largamente ipocrita e decisamente
sproporzionata all’offesa.
Il mondo dovrebbe unirsi in una condanna senza vie di mezzo dell’incitamento
alla violenza adottato da molti religiosi islamici e dell’arroganza con cui il
clero islamico giudica cittadini e governi di altri paesi. I musulmani farebbero
piuttosto bene a ricordare
il modo in cui
i loro estremisti hanno storicamente denigrato altre religioni e altre icone
religiose. Non sono trascorsi molti anni , dopo tutto, da quando i
Talibani distrussero le statue giganti del Budda in
Afghanistan,
e non mi pare di ricordare disordini buddisti contro regimi islamici,
distruzione di moschee o condanne a morte nei confronti dei perpetratori di
quell’atto emesse dai sacerdoti buddisti. In
Africa abbiamo imparato da un pezzo a ingoiare l’abuso storico e la denigrazione
delle nostre religioni tradizionali, sia da parte del Cristianesimo che
dell’Islam. Ora sta agli altri imparare la stessa cosa, ricordando
che
il santuario della fede più sicuro e meglio protetto è situato nel
cuore di ciascun credente.>> Come
scrittore, a chi darebbe la precedenza tra la libertà d’espressione e il
rispetto della religione? <<Se
il nostro obiettivo è un’armoniosa coesistenza, la libertà di espressione non
dovrebbe precludere il rispetto della religione, di qualsiasi
religione.
Ma vi sono eccessi ed abusi della religione, quando la fede viene
strumentalizzata per fini di potere, e questi abusi vanno affrontati con il
massimo di libertà di espressione.
La
recente distruzione di una moschea sciita in Iraq è l’ultimo esempio di come una
causa politica e una causa religiosa finiscono per coincidere. E davanti a
episodi simili non è possibile tacere.>> Quello
che sta accadendo, prima e dopo le vignette, è lo “scontro tra civiltà” che
alcuni politologi pronosticano da anni? <<Ci
sono persone che credono in un’imminente fine del mondo, convinte che la loro
missione sia per l’appunto affrettare tale esito. Sono coloro
che sfruttano l’insensibilità di un pugno di vignettisti per lanciare un
fanatico assalto alla tolleranza e alla razionalità. Ci saranno
sempre punti di vista contrapposti anche all’interno di valori universali
condivisi, per cui è logico aspettarsi scontri; ma essi non rappresentano uno
scontro tra civiltà. Il mondo pluralistico
e multiculturale, volenti o nolenti, è una realtà che è troppo tardi per
eliminare. Chi sogna di creare comunità uniformi ed ermetiche, magari attraverso
il ricorso alla violenza, è già stato smentito dalla storia. E non c’è bisogno
di andare a New York o a Londra per vedere questo mondo nuovo multiculturale,
multietnico, multireligioso. Basta visitare Lagos, Abeokuta, Benin, Calabra,
Oshobogo. La Nigeria ha 140 milioni di abitanti, 400 etnie, tutte le religioni
della terra, inclusa la
nostra religione
tradizionale, che da
Occidente e da Oriente tutti hanno cercato di estirpare. Senza
tolleranza religiosa, l’Africa non
esiterebbe.>> A
proposito del suo continente: si è parlato molto di Africa, nell’ultimo anno,
dal concerto Live 8 al summit del G8. Che effetto le fanno gli aiuti e la
solidarietà occidentali? <<Comprendo il senso di colpa
occidentale: quanto si
parla di problemi odierni dell’Africa, non bisognerebbe mai dimenticare il
passato coloniale, lo schiavismo, lo sfruttamento. Ma il futuro del continente
africano è esclusivamente nelle mani dei suoi leader. Io apprezzo le
preoccupazioni dell’Occidente per l’Africa, ma la mia fondamentale risposta a
eventi come i concerti LiveAid è che essi costituiscono una fonte di
umiliazione per l’Africa, oltre che un profondo atto di accusa verso le
insufficienze dell’attuale leadership
africana.>> *Le
opere: CONTRO
IL GOVERNO: commedia scritta a 26 anni “Danza della foresta” accusa il governo
di corruzione. LA
PRIGIONE: in “L’uomo è morto” Soyinka descrive gli anni trascorsi in
prigione. IL
NOBEL: Un esempio dell’uso inedito di riti e miti: premiato “La morte e il
cavaliere del re”. **
La vita: L’INFANZIA:
Wole Soyinka è nato ad Abeokuta nel ’34. Ha ricevuto un’educazione
cristiana. DRAMMATURGO:
Studia drammaturgia a Londra dove lavora come sceneggiatore, interprete e
regista ATTIVISTA: Attivista democratico perseguitato in Nigeria si è rifugiato all’estero.
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