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La bustina di Minerva di Umberto Eco

Porco Giove, che succede?
Alcune vignette (bruttarelle) hanno scatenato alcune centinaia di scalmanati. Ma corriamo il rischio di innescare reazioni ancora peggiori drammatizzando i gravi fatti avvenuti

Scrivo di lunedì questa Bustina che leggerete solo di venerdì. Nel frattempo la faccenda delle caricature di Maometto potrà essersi sgonfiata, oppure saranno accaduti altri fatti inquietanti. Ma credo che, almeno in linea di principio, siano già possibili alcune riflessioni sull'accaduto.

Chiariamo subito che, se per quattro vignette su un giornale danese, degli scalmanati cercano di incendiare persino l'ambasciata del Cile, sono loro dalla parte del torto. Salvo che sarà opportuno chiedersi: "Chi sono Loro?". Detto questo, tutta una serie di eroici appelli alla libertà di stampa e la gara a ripubblicare ovunque le vignette (bruttarelle, tra l'altro) mi sono parse eccessive.

È lecito che io vada in giro imprecando "Porco Giove" e "Puttana Venere"? Se a me piace è lecito, perché non ci sono più pagani in giro e non offendo la sensibilità di nessuno (anche se un dotto amico mi ha suggerito che offenderei quella di Roberto Calasso). Invece, se pure fossi l'ateo più radicale, il più feroce degli anticlericali, massone e mazziniano, sarebbe lecito che io andassi in giro imprecando al Dio d'Israele, alla Beatissima Vergine e a tutti i Santi? Dipende dalle leggi del paese in cui mi trovo, ma in ogni caso sarei maleducato, volgare e prevaricatore, perché offenderei la sensibilità di molti che mi ascoltano e per cui queste cose sono sacre.

Se devo comportarmi bene con la Vergine Maria dovrei fare lo stesso anche con Maometto, e se facessi una differenza sarebbe perché sarei (come molti) un ateo che crede più nella Madonna che in Maometto.

Questo indipendentemente dal politically correct per cui (suggeriscono alcuni), se dico 'non vedente' invece di 'cieco' perché i non vedenti preferiscono così, non dovrei dire Maometto bensì Muhammad - ma le leggi linguistiche sono quello che sono e se dico Parigi invece di Paris nessun francese ha diritto di offendersi, così come non mi offendo io se loro dicono Plaisance invece di Piacenza.

Senonché apprendo che le vignette in questione sono apparse su un periodico di destra che, pare, aveva anche fatto vignette antisemite, e allora non vedo perché chiedere a dei razzisti il rispetto delle differenze culturali. Salvo che questa bella riflessione avrebbero dovuto farla anche coloro che hanno spinto in vari paesi qualche centinaio di fanatici a incendiare i consolati e le ambasciate.

Ma, appunto, chi sono coloro? Pare che a Copenhagen dei naziskin si fossero proposti di bruciare il Corano in piazza, ma se per caso la polizia non li avesse fermati, quale musulmano di buon senso avrebbe potuto scambiare quegli assatanati con l'Opinione Pubblica Europea? E allora chiediamoci se gli incendiari dei consolati rappresentino l'Opinione Pubblica Musulmana.

Facciamo uno sforzo d'immaginazione. Questi incendiari sono stati scandalizzati dalle vignette? No, perché se il precetto di non rappresentare figure umane e persino di esibirle (che tra l'altro è una palla, perché troviamo Muhammad su tante bellissime miniature) valesse qualcosa, nessun fondamentalista musulmano sarà stato così scellerato da mostrare loro le vignette, così come un sacerdote cattolico non mostra in chiesa foto di donne nude per incitare i fedeli a non comprare 'Playboy'. E quindi non si vede perché gli scalmanati si siano scalmanati. La verità è che essi, sapendo pochissimo delle vignette, sono stati mossi da chi ha la possibilità di agitare le frange estremiste, e hanno fatto casino a comando. Dunque pare che questa minacciata guerra totale tra Oriente e Occidente, veda da un lato alcune decine di fascisti danesi (più qualche leghista nostrano che piatto ricco mi ci ficco) e dall'altro alcune centinaia di estremisti musulmani.

Questi eventi sono stati gravi (e forse preludono ad altri più drammatici ancora - e mentre scrivo leggo che laggiù nel nome di Allah qualcuno ha ucciso un sacerdote cattolico), ma non stiamo forse facendo a gara nel renderli più gravi drammatizzandoli oltre misura, invece di tentare di chiarire che cosa stia realmente avvenendo, quale sia l'effettiva proporzione di tutti questi fatti, e chi ci sta dietro?

Ci sono, come si sa, profezie che si autodeterminano, e a gridare alla guerra di religione (lo sapevano benissimo Pietro l'Eremita e Bernardo di Chiaravalle) la guerra di religione avviene davvero, e partono le Crociate.

Quando parte una crociata non si sa mai bene chi si accoda al drappello di chi ci crede davvero, e proprio la storia delle Crociate ci dice che dietro ai cavalieri venivano bande di disperati come i Tafurs, i quali ne approfittavano per saccheggiare villaggi lungo il cammino e ammazzare un poco di ebrei, e tutto questo prima ancora di aver visto un solo saraceno.

Questo non significa che la situazione sia da prendere sottogamba, ma bisogna fare il possibile per identificare i veri responsabili dei disordini e non combattere il fondamentalismo col fondamentalismo.