Il patriarcato postmoderno: inganni e maschere del potere



Articolo apparso su Liberazione del 9 febbraio 2006

Il patriarcato postmoderno: inganni e maschere del  potere

di Linda Santilli

Domenica 12 febbraio prenderà il via a Roma un ciclo di seminari  che a
scadenza bimestrale affronteranno il tema del patriarcato.
Il patriarcato postmoderno: inganni e maschere del nuovo potere maschile
sarà il titolo del primo incontro, che si svolgerà dalle 10 alle 16 nella
sala Libertini in viale del Policlinico 129. Tante e significative le
presenze previste: da Lidia Menapace ad Angela Azzaro a Stefano Ciccone,
Pino Ferraro,  Lea Meandri,  Michele De Palma, Pasquale Voza, Betta
Piccolotti, ed altre/i ancora.    
A promuovere l'iniziativa è il Gruppo di  ricerca e iniziativa sul
patriarcato che abbiamo di recente costituito nel Prc (area nuovi diritti e
poteri istituzionali) come gruppo di lavoro aperto ad uomini e donne
provenienti da percorsi politici e culturali diversi, iscritt@ e non
iscritt@ a rifondazione, con la comune passione di interrogare la realtà
sessuata del mondo e di farsi interrogare da essa per individuare nessi
contraddizioni complessità della nostra epoca storica.
Passione e consapevolezze comuni che come un filo spesso ci hanno unito in
questi anni di lavoro femminista di costruzione di reti, relazioni, di
sforzo di analisi ed elaborazione, e che oggi motivano la nostra
iniziativa. La prima consapevolezza è che il patriarcato, come costruzione
storica culturale sociale e simbolica è tutt'altro che una astrazione
metastorica, o un   argomento anacronistico da confinare in epoche
arcaiche, o un tema che poco c'entra con la politica, ma è il telone di
fondo su cui si muove drammaticamente la nostra contemporaneità. E'
l'ossatura che continua a reggere il mondo, in forme inedite, inquietanti,
contraddittorie, pervasive. E' il contesto in cui viviamo e da cui siamo
attraversate/i. Sono i rapporti sociali di potere tra i sessi che noi
stess@ produciamo, donne e uomini, anche illuminat@, anche di sinistra.
Dentro le case e dentro i partiti, nella sfera privata e in quella
pubblica  
E' il substrato che alimenta e connette tra loro guerre, fondamentalismi,
rigurgiti di razzismi, etnicismi, integralismi, in oriente come in
occidente, con la pretesa di chiese e cleri di imporre dall'alto le loro
verità assolute e i loro modelli di comportamento, convivenza, relazione
tra i sessi.
Non si può negare che noi  italiane/i vantiamo un punto d'osservazione
privilegiato, considerando
come il patriarcato nostrano in tempi recenti ha dato prova di sè, tuonando
dai banchi del Vaticano a quelli del Parlamento, con un fanatismo misogino
e una spregiudicatezza d'altri tempi, sventolando spavaldamente la sua
bandiera in difesa della vita contro le donne, tutte madri assassine  o
potenziali tali, da controllare, tutelare, indirizzare verso la retta via.
Un nuovo capitolo va aperto. Una nuova pagina va scritta affinché si apra
un percorso di svelamento che nomini ciò che fino ad oggi hanno avuto il
coraggio di nominare solo le donne.
Liberazione ci ha provato coraggiosamente, egregiamente, affrontando il
tema della violenza sulle donne in modo asimmetrico, chiamando in causa su
questo tema direttamente la parte maschile, dunque rompendo un tabù,
disarticolando un immaginario patriarcale potentissimo.    
E' questa la direzione da prendere, non ci sono vie di fuga possibili:
aprire una riflessione a 360 gradi e sollecitare una presa di parola
collettiva su temi di importanza nodale che non possono più essere
demandate solo alle donne, tante o poche che siano, organizzate in piccoli
gruppi o libere pensatrici o accademiche o donne di partito. Sapendo che
tante delle elaborazioni preziosissime prodotte dal femminismo, perfino
quello stesso lavoro di decostruzione del patriarcato compiuto dalle donne
negli anni 70 e 80, oggi chiede di essere aggiornato, ampliato, arricchito
di nuove analisi e nuove parole. Alcuni punti di domanda vanno riformulati
alla luce delle trasformazioni in atto, dell'avvento delle biotecnologie,
della mutata percezione che hanno di sé e del proprio corpo le donne e gli
uomini,  della cosiddetta femminilizzazione della società, del lavoro, del
maschile. Ma anche alla luce della precarietà come condizione esistenziale
oltre che materiale dell'esistenza, e di ciò che si  intende per vita,  nel
momento in cui sembrano essersi erosi i margini che tradizionalmente
separavano in modo netto pubblico e privato, produzione riproduzione,
sentimento e ragione. Ed allora il punto di domanda essenziale che muove
questa nostra iniziativa è il seguente: come si manifesta dentro/fuori di
noi il patriarcato nell'epoca postmoderna  "liquida" e "femminilizzata"?
Vogliamo tentare di indagare sui nuovi meccanismi di potere, quelli più
sotterranei, mascherati, camuffati nella cosiddetta femminilizzazione, e
vogliamo  farlo insieme agli uomini, non solo agli uomini con cui abbiamo
costruito un percorso di riflessione comune in questi anni, ma anche quelli
del partito, perché assumere il posizionamento del partire da se', parlare
di sessualità, corpi, desideri liberi o colonizzati, relazioni di potere
politiche/personali, relativizzare il proprio sguardo e considerarlo una
parzialità, ebbene perché tutto questo divenga parte essenziale di un
rinnovato percorso di liberazione umana oltre che di ricerca di  nuove
pratiche che superino le forme date della politica. 
Vogliamo farlo oggi, con un soffio nel cuore di ottimismo e quel pizzico di
entusiasmo ritrovato -perché non dirlo- che ci viene dal desiderio diffuso
di riprendere parola e di "uscire dal silenzio" che migliaia e migliaia di
donne, e di uomini,  sono tornate ad esprimere. Anche di uomini certo, ad
esempio quelli che erano il 14 gennaio a Milano in difesa della legge 194
sapendo che la libertà femminile è una opportunità pure per loro.
Il 12 sarà dunque un appuntamento importante che speriamo possa raccogliere
l'attenzione anche di quante e quanti parteciperanno alle due
manifestazioni del giorno precedente, quella a Napoli indetta dal movimento
delle donne e quella romana indetta da Facciamo breccia.