Capire il compito dello Stato



Movimento per la società di giustizia e per la speranza
 
Cari amici:
                     il Movimento ha preparato questo intervento presso il Papa e l'episcopato, per il quale chiede il vostro aiuto.

Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

 

 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

 

Al Papa Benedetto OVI

Al Presidente della Conferenza Episcopale Card. Camillo Ruini

Ai Vescovi e ai fedeli italiani

 

Capire il compito dello Stato

 

Ha stupito l’intervento del Papa che, nell’incontro col sindaco di Roma Veltroni, ha contestato il Patto civile di solidarietà e la Pillola abortiva, cioè due punti su cui verte in questo periodo la discussione politica e parlamentare. Su cui non è giusto che intervenga la Chiesa con tutto il peso del suo potere.

 

Stupisce ancor più il fatto che la gerarchia ecclesiastica non comprenda che compito dello Stato è la gestione di una società plurale, dove ci sono cattolici, ma anche non cattolici e non credenti; dove ci sono problemi e situazioni complesse; cui lo Stato deve provvedere in ordine al benessere globale, o al minor malessere.

In questa prospettiva lo Stato non è tenuto a perseguire tutto ciò che è moralmente illecito. È il caso della prostituzione, che viene tollerata, pur introducendo delle regole; così ora il problema di toglierla dalle strade, dove è causa di disagio etico e sociale.

 

Ed è il caso dell’aborto, la cui legge fu introdotta per eliminare l’aborto clandestino, che dilagava, e comportava seri pericoli per la donna stessa; e così in certa misura controllarlo; anche  attraverso i consultori; pur lasciando alla donna la libertà e la responsabilità del suo atto. Si sa che talora l’interdizione provoca guai maggiori che non la tolleranza, perché allora il fenomeno diventa sotterraneo e si sottrae ad ogni intervento sociale che non sia repressivo.

 

Così il Patto civile di solidarietà non può più essere ulteriormente rinviato, perché le coppie di fatto raggiungono ormai anche in Italia una percentuale che coinvolge milioni di persone; anche se minore di quella dell’Europa Settentrionale e Centrale, dove supera rispettivamente il 50 e il 30% del totale delle unioni. E lo Stato deve provvedere a questi cittadini, al loro benessere; che significa pure stabilità per la coppia stessa. Oppure la gerarchia vorrebbe che lo Stato le abbandonasse allo sbando, perché non osservano un dettame della Chiesa cattolica, e cioè il matrimonio indissolubile? la gerarchia non vuole usare nessuna carità verso queste coppie? a differenza del Cristo che rivolgeva la sua amorosa attenzione ai pubblicani e alle meretrici?

 

Anche il continuo intervento contro l’omosessualità e le coppie omosessuali rivela un accanimento che contrasta con l’atteggiamento del Cristo e con la carità cristiana, con l’umanità stessa. Pur supponendo che gli omosessuali siano perversi e peccatori. Ma le ricerche teologiche più avanzate non la pensano così: pensano invece che l’omosessualità costituzionale – qualunque ne sia la genesi – sia una forma legittima di sessualità e come tale debba essere vissuta, in modo analogo all’eterosessualità. Si veda lo studio dell’Associazione dei teologi cattolici americani, La sessualità umana, tr. it., Brescia, 1978.

Il Movimento pensa che la gerarchia debba tenere in maggior conto la ricerca teologica.

 

Lecce, il 23 gennaio 2006                                 per il Movimento, il responsabile

                                                                                   Prof. Arrigo Colombo

                                  

 

Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160

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