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Oriana Fallaci benemerita della cultura?
- Subject: Oriana Fallaci benemerita della cultura?
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Wed, 21 Dec 2005 00:45:36 +0100
- Priority: normal
Posizione del Partito Umanista sulla premiazione
ad Oriana Fallaci
da parte della presidenza della repubblica come "benemerita della
cultura".
Qualche giorno fa Oriana Fallaci ha ricevuto una medaglia d'oro
dal
Presidente Ciampi, proposta dal ministro Letizia Moratti,
come 'benemerita della cultura'.
Dopo tutto ciò che la Fallaci ha scritto negli ultimi quattro
anni, a partire da La rabbia e lorgoglio pubblicato dal
Corriere della sera subito dopo l11 settembre 2001, tale
conferimento ci meraviglia e ci indigna allo stesso tempo.
Probabilmente, in un futuro più o meno lontano, gli ultimi
scritti di Oriana Fallaci saranno giudicati con lo stesso metro
con cui oggi si giudica il "Mein Kampf" e ci si chiederà come
sia stato possibile che una mente umana abbia potuto
concepirli.
Una prima possibile spiegazione è che le ultime produzioni
di Oriana Fallaci rappresentino in realtà unoperazione
politico-commerciale, destinata a sanare i bilanci di alcune
case editrici e a mantenere il tenore di vita della Fallaci, ben
lontana dalla miseria che pure ha tentato di descrivere nei
suoi libri. Unoperazione che serve inoltre a sostenere le
linee politiche di determinati partiti, facendo apparire le
critiche del movimento per la pace alla politica di Bush,
come manifestazioni di odio verso lAmerica.
Ma evidentemente questa non può essere lunica
spiegazione. La Fallaci è una persona che abita ai piani alti,
non solo di un grattacielo di Manhattan, ma della società. Da
tale posizione privilegiata, attorniata da ricche collezioni e
sicuramente molto preoccupata per le sue tenute miliardarie
in Italia, vede e giudica le cose dal più classico dei punti di
vista di una persona benestante. Lo stesso punto di vista di
chi è convinto che altri modi di vedere non possano avere la
stessa dignità culturale, e che il Sud del mondo è al
massimo un'appendice, un ammasso di persone da aiutare
solo perché restino eternamente subalterni.
Noi umanisti, che spesso camminiamo laddove sembra non
esistere più né speranza nè futuro, possiamo assicurare che
ciò che si vede dal piano terra, e non dallalto di una ricca
casa di New York, è ben diverso.
È indubbio che il miliardario saudita che, si presume, ha
ordinato di abbattere le torri gemelle è un terrorista, come lo
è lintegralista fanatico che uccide se stesso e migliaia di
persone o il giovane palestinese che si fa esplodere nel
mezzo di un mercato o su un autobus.
Ma per altri, per coloro che abitano al piano terra, terrorista
può essere anche il distinto uomo daffari che nel paese
povero di turno non porta una bomba, ma i progetti per la
costruzione di una fabbrica chimica, talmente inquinante che
mai potrebbe essere costruita in uno dei paesi ricchi da cui
proviene; oppure i piani per la costruzione di una diga che
richiede la deportazione di migliaia di famiglie o di una
centrale nucleare che fa ammalare di cancro popolazioni già
falcidiate dalla malaria e dallAids; oppure ancora progetti
per linsediamento dindustrie che, sfruttando la fame
sempre presente, spingono tanti bravi contadini a convertirsi
in operai che producono, in pratica a costo zero, scarpe di
ginnastica o radioline.
Il premio per Oriana Fallaci, proposto da un ministro
dellistruzione che può avere un rapporto rispetto alla cultura
paragonabile solo a come può averlo il sale rispetto ad una
tazzina di caffè, legittima la xenofobia e la discriminazione.
Ciò che, infatti, Oriana Fallaci ha espresso dal 2001 in poi è
solo letteratura di guerra, dettata da una testa da cui la
ragione pare fuggita da qualche tempo e da un cuore dove
non alberga più la compassione.
Fallaci ipotizza che oggi la cultura occidentale si debba
necessariamente esprimere in contrapposizione allIslam.
Ma che cosa propone oggi la cultura occidentale? Siamo
sicuri che oggi questa cultura esprima ancora valori come la
difesa dei diritti umani, la laicità, luguaglianza?
Forse la cosiddetta civiltà occidentale non sa neanche più
rispondere a queste domande, in quanto in molte occasioni
gli occidentali rimangono i soli protagonisti e i soli spettatori
e, attraverso le loro televisioni e i loro mass media sempre
più avanzati, ascoltano solo le proprie ragioni e provano solo
il proprio dolore.
Noi umanisti siamo convinti che lunica soluzione sta nella
logica del dialogo, nellinterazione, nellincontro di valori
condivisi.
Il momento storico che stiamo vivendo è di straordinaria
importanza. Lorrore generato dalla guerra e dal terrorismo
ci chiama tutti, ma proprio tutti, alla responsabilità, qualità
che sembra non dimostrare per nulla, invece, Oriana Fallaci.
Con le sue parole concitate e le sue invettive intolleranti,
non fa altro che evocare gli istinti più bassi, lodio e la cecità
che possono portare chiunque, e non solo qualche fanatico,
ad uccidere e ad uccidersi.
Dai suoi scritti sembra proprio che la Fallaci, accecata
dallintolleranza e dalla paura, sia ancora così ingenua da
credere che la violenza sia la metodologia migliore per
sconfiggere la violenza. La guerra che mette fine a tutte le
guerre non è mai esistita e mai esisterà.
La nostra indignazione nasce dalla consapevolezza che ogni
nostro atto finisce sempre nellaltro e quindi non cè altro
tempo da perdere. Non possiamo trastullarci ancora in
dichiarazioni di guerra o in crociate senza senso. Dobbiamo
mettere tutto in discussione, dobbiamo immaginare e
costruire un futuro migliore, non possiamo arrenderci
allinevitabilità del nulla; un nulla che si allarga ogni qualvolta
ci arrendiamo alla sopraffazione, allingiustizia, allidea che la
guerra possa risolvere i nostri conflitti.
Carlo Olivieri, segreteria commissione ideologica del Partito
Umanista
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