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Giornata internazionale dell'infanzia. Manifestazione a Bolzano
- Subject: Giornata internazionale dell'infanzia. Manifestazione a Bolzano
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft für bedrohte Völker <info at gfbv.it>
- Date: Thu, 17 Nov 2005 16:12:16 +0100
Associazione per i popoli minacciati / Dossier in www.gfbv.it/3dossier/africa/uganda-it.html
L'Associazione per i Popoli Minacciati in collaborazione con la cooperativa il Germoglio il 18 novembre, dalle 9 alle 13, terranno una manifestazione a Bolzano, ponte Talvera, e distribuiranno materiale informativo sulla drammatica situazione dei bambini soldato in Uganda". In occasione della Giornata mondiale dell'infanzia le associazioni vogliono sensibilizzare con la loro presenza l'opinione pubblica sul tema della violenza ai minori e sul problema dei bambini soldato in Uganda.
Dramma di profughi in Uganda "Quando scende la notte, arriva la paura" Bolzano, 16 novembre 2005Ruth sembra confusa. La madre di quattro bambini è sotto choc: "Sono arrivati di mattino presto e hanno dato fuoco alla mia casa. Si sono portati via i miei due figli più grandi", racconta piangendo l'aggressione del Lord's Resistance Army (LRA) al villaggio. I ribelli le hanno lasciato i due bambini più piccoli, ma "è solo questione di tempo prima che mi portino via anche i piccoli", teme la madre disperata. Poche settimane prima dell'attacco suo marito era incappato in un'imboscata del LRA ed era stato ucciso. Adesso Ruth vive con i due figli rimasti in un campo profughi nel Nord dell'Uganda. "La vita qui è un inferno", dice, "i pochi soldati dell'esercito ugandese che dovrebbero sorvegliare il campo non ci proteggono e si prendono tutto ciò di cui hanno bisogno: cibo, donne per la notte, bambini che devono lavorare per loro..." Quasi ogni giorno arrivano anche i combattenti del LRA, minacciano aggressioni e estorcono cibo. "Anche se abbiamo già troppo poco per riuscire a mangiare noi stessi."
Nel Nord dell'Uganda 1,6 milioni di persone sono in fuga dal terrore del LRA e dell'esercito ugandese. Circa l'80% degli Achili del Nord del paese sono in fuga. La stessa sorte tocca ai Karamojong e a altre minoranze etniche. Decine di migliaia di persone sono state trascinate dai soldati regolari in campi o in cosiddetti "villaggi di difesa", senza sufficiente cibo e assistenza e senza alcuna sicurezza. In Uganda si sta realizzando una delle più gravi tragedie umanitarie del mondo , un'"emergenza del tutto dimenticata", ha commentato solo poco tempo fa Jan Egeland, vice-segretario delle Nazioni Unite e responsabile della gestione delle crisi umanitarie. Le stime delle organizzazioni internazionali ci dicono che in Uganda ogni settimana muoiono circa 1.000 profughi. E l'UNICEF rincara la dose: in un rapporto pubblicato nell'agosto 2005 si legge che la guerra civile e la disastrosa assistenza nei campi profughi hanno provocato tra gennaio e luglio 2005 più di 28.200 morti nel Nord dell'Uganda.
I campi dell'Uganda non rispettano gli standard minimi internazionali né i diritti umani e le organizzazioni internazionali sono costantemente costrette a interrompere temporaneamente il loro lavoro a causa delle aggressioni del LRA. Per il governo la tutela dei profughi nella parte settentrionale e orientale del paese assume un'importanza secondaria nonostante in questi 19 anni di guerra civile la situazione umanitaria della popolazione civile non sia mai stata così disperata. Dall'inizio dell'offensiva "Pugno di ferro" dell'esercito ugandese in marzo 2002 il numero dei profughi è triplicato e la vita pubblica di molte zone del nord e dell'est è semplicemente inesistente. Nel distretto di Kitgum, p.es., funzionano regolarmente solo 26 scuole elementari su 164 e i pochi insegnanti rimasti chiedono disperatamente aiuto per il trattamento dei bambini traumatizzati.
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