Rinviato di due anni lo scippo del TFR Ora si tratta di affossarlo definitivamente




Rinviato di due anni lo scippo del TFR
Ora si tratta di affossarlo definitivamente e, soprattutto, di conquistare
pensioni dignitose
Con l’andatura baldanzosa e altalenante che, non da ora, lo caratterizza, il
governo ha deciso di rinviare al 2008 (al 2009 per le imprese con meno di 20
dipendenti) la riforma del trattamento di fine rapporto (TFR).
Questa scelta deriva, indubbiamente, dallo scontro interno alle lobby del
potere industriale, sindacale e finanziario, divise fra fautori dei fondi
aperti gestiti dalle assicurazioni e dalle banche e fautori dei fondi
chiusi, gestiti da padronato e sindacati concertativi.
D’altro canto, siamo di fronte a un affare da 13 miliardi di euro - per chi
non fosse ancora abituato alla nuova moneta, oltre 25.000 miliardi di lire -
e non dobbiamo stupirci del fatto che la spartizione sia complicata.
D’altro canto, i lavoratori e le lavoratrici hanno dimostrato nei fatti, non
aderendo ai fondi pensioni, di non essere ansiosi di affidare a dei
promotori finanziari il proprio TFR: la riuscita, il 21 ottobre, dello
sciopero e della manifestazione indetti dalla CUB e da tutto il sindacalismo
di base, proprio contro lo scippo del TFR, dimostra che su questo terreno è
forte la disponibilità alla lotta.
Oggi i dirigenti dei sindacati concertativi si lamentano orribilmente,
perché vedono allontanarsi nel tempo l’agognato premio alle concessioni
fatte al governo per quanto riguarda il taglio delle pensioni.
La pensione integrativa, infatti, è il settore di mercato che i sindacati
confederali contano di lanciare dopo aver accettato il taglio della
pensione.
Coloro che hanno voluto questo taglio (padronato industriale e finanziario,
governo attuale e governi precedenti, sindacati concertativi e consoci)
pretendono di averlo realizzato per “salvare la previdenza pubblica”, mentre
verifichiamo quotidianamente quanto denaro è dilapidato in opere faraoniche
e nocive come la TAV, in spese militari, in elargizioni ai ceti
privilegiati.
È ora di dire basta e di agire per recuperare reddito e diritti!
La CUB si propone, in primo luogo, di opporsi allo scippo del TFR che, anche
se rinviato, resta all’orizzonte ma, soprattutto, di riprendere l’iniziativa
per la conquista di pensioni pubbliche dignitose.

Per la CUB Scuola
Il Coordinatore Nazionale

Cosimo Scarinzi

Per info 3298998546