Comincia una nuova Controriforma.




Ruini non è un consulente politico - Può parlare di fecondazione, ma nel
suo ruolo non dovrebbe dare indicazioni di voto.
Panorama -14/10/2005
 di
 Sergio Romano


La Chiesa ha paura. Come nell'Ottocento, durante il papato di Pio IX, e nel
Novecento, durante i pontificati Pio XI e Pio XII, si sente aaccerchiata e
minacciata. Nell'Ottocento i nemici erano i movimenti nazionali e liberali,
il positivismo, la massoneria, l'alfabetizzazione delle masse, il
socialismo materialista. Nel Novecento, sino al papato di Giovanni XXIII,
l'insidia veniva dagli stati comunisti e dalle loro quinte colonne nei
paesi occidentali. Oggi il pericol alle porte di San Pietro è rappresentato
da una pluralità di nemici: la rivoluzione dei costumi sessuali, il
consumismo come ideale di vita, i progressi "sfrenati" della scienza, la
concorrenza del fondamentalismo protestante, dell'Islam, delle religioni
confezionate su misura che si usano e si gettano secondo le convenienze.

 Giovanni Paolo Il ha combattuto questi nemici con il fascino delle sua
personalità, con i suoi viaggi, con la sua continua predicazione. Anziché
trascorrere la vita dietro le porte di bronzo ha scelto la strada dell'
apostolato. E' ha utilizzato, meglio di qualsiasi leader secolare, le
occasioni offerte dalla globalizzazione. Benedetto XVI non adotterà la
stessa strategia. Non è un poeta, è un intellettuale, ha meno carisma del
suo predecessore, ed è probabilmente convinto che i grandi successi
popolari di Giovanni Paolo II fossero più apparenti che reali. Le folle
andavano in piazza San Pietro, o correvano ad accoglierlo durante i suoi
viaggi, perché tra i tanti bisogni della società dei consumi vi è anche una
generica richiesta di fede e di spiritualità.

 Ratzinger, invece, combatterà con la dottrina e sarà, ancor più
coerentemente e tenacemente del papa polacco, un restauratore. Prepariamoci
quindi a una Chiesa severa, decisa a tracciare confini, piantare paletti o
dettare regole. Si chiude definitivamente con Benedetto XVI l'era
tumultuosa e disordinata del Concilio Vaticano II. Comincia una nuova
Controriforma.

 L'Italia, in questo quadro, ha una posizione diversa da quella di
qualsiasi altra nazione cattolica. La Chiesa è nata nella Penisola, ne ha
lungamente governato una parte, è indissolubilmente legata alla storia
della sua identità, ha una evidente inclinazione a trattare l'Italia come
il cortile di casa. E molti italiani percepiscono il papato come una
componente essenziale della loro storia e natura.

 Un cattolico liberale, Stefano Jacini, disse un giorno che vi sono sempre
state in Italia due sovranità, quella dello Stato e quella della Chiesa e
che tale continuerà a essere la condizione dei Paese in futuro. Siamo
dunque, malauguratamente, fratelli siamesi, e questo spiega perché gli
umori, i sentimenti e le paure di un fratello abbiano un'influenza sulla
vita dell'altro.

 Ma questa condizione non esime la classe dirigente italiana dall'obbligo
di rivendicare l'indipendenza del suo ruolo Se la Chiesa ritiene necessario
dichiarare guerra alla modernità, il governo e i partiti hanno l'obbligo, a
loro volta, di tracciare confini e piantare paletti.

 Non possiamo pretendere che il Sinodo si astenga dal lanciare i suoi
fulmini contro i politici e i legislatori che promuovono leggi a favore del
divorzio, dell'aborto e delle unioni omosessuali. E non possiamo negare al
cardinale Camillo Ruini il diritto di fare dichiarazioni contro certe forme
di fecondazione assistita. Ma abbiamo il diritto di fare una distinzione
tra il Sinodo, organo della Chiesa universale, e la Conferenza episcopale,
istituzione della Chiesa italiana e soggetta quindi allo spirito del
Concordato. E dobbiamo ricordare al presidente delle Cei che il suo ruolo
non gli conferisce il diritto di dare indicazioni di voto agli elettori e
istruzioni agli uomini politici.

 I leader e i partiti che lo dimenticano fanno in realtà un sostanziale
atto di abdicazione. Per rivendicare la loro indipendenza non è necessario
che ricorrano, come qualcuno negli scorsi mesi, a volgari polemiche
anticlericali. Basterà ricordare agli italiani che il cardinale Ruini è un
consigliere spirituale, non un consulente politico, e soprattutto evitare
gesti propiziatori come la soppressione dell'Ici sugli edifici
ecclesiastici a spese dei bilanci comunali.

Ci scusiamo se qualcuno di voi è finito per sbaglio nella  rubrica
dell'Associazione Partenia.Se non avete gradito il messaggio e se non
volete più riceverne, potete inviare una mail con su
scritto"cancellami".Provvederemo immediatamente.Cordiali saluti.
ASSOCIAZIONE PARTENIA
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