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Asilo- Parlamento Europeo
- Subject: Asilo- Parlamento Europeo
- From: Baldin Maria Rosaria-Mariuccia <mari at lillinet.org>
- Date: Fri, 30 Sep 2005 11:37:38 +0200
Cari amici dell'ASGI, il Parlamento ha adottato, con una strettissima maggioranza, la relazione di Wolfgang KREISSL-DÖRFLER (PSE, DE) sulla proposta di direttiva recante norme minime per il riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato . In particolare : - Per i deputati gli Stati membri non devono raccogliere i richiedenti asilo in un centro di accoglienza chiuso e, prima di trattenerli, devono sempre prendere in considerazione misure alternative «non custodiali». Il loro eventuale trattenimento, poi, E' possibile «solo se si E' appurato che tale misura E' necessaria, legale e giustificata» e deve avvenire in luoghi chiaramente separati dalle carceri. - I deputati hanno adottato un emendamento che sopprime la facoltà del Consiglio di stilare, a maggioranza qualificata, un elenco comune, valido in tutta l'Unione, di paesi cosiddetti "super sicuri" che autorizzerebbe gli Stati membri a rifiutare automaticamente le domande d'asilo alle persone da essi provenienti, senza ricorrere quindi all'esame della domanda. Essi, pur accettando l'istituzione di un elenco unico europeo "minimo", respingono la definizione di liste nazionali integrative e auspicano garanzie supplementari per i richiedenti asilo.. - I deputati hanno adottato una serie di emendamenti volti a garantire che i diritti dei rifugiati siano rispettati in tutte le tappe della procedura: -i rifugiati debbono poter ricorrere in appello contro le decisioni che negano la qualifica di rifugiato e, nel frattempo, restare nel paese fintantoché non siano esauriti tutti i livelli di ricorso; - deve essere loro assicurata la facoltà di richiedere un colloquio individuale con le autorità, di usufruire di un rappresentante legale e di ricevere tutte le informazioni relative alle procedure di asilo in un lingua ad essi conosciuta. - Particolare attenzione, infine, va accordata alle domande d'asilo presentate dai minorenni, che devono avere la precedenza. Cari saluti ASGI ---- Norme minime europee per lo status di rifugiato Il Parlamento ha adottato, con una strettissima maggioranza, la relazione di Wolfgang KREISSL-DÖRFLER (PSE, DE) sulla proposta di direttiva recante norme minime per il riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato. La maggior parte degli emendamenti approvati mira a garantire i diritti dei richiedenti asilo e il rispetto della Convenzione di Ginevra sui rifugiati da parte della legislazione comunitaria. In caso contrario, i deputati si riservano il diritto di adire la Corte di Giustizia. La proposta in esame ha spaccato l'Aula in due. Le ampie divergenze tra i deputati si riscontrano nel fatto che la relazione ha ottenuto 305 voti favorevoli, 302 contrari e 33 astensioni. Il Parlamento E' solamente consultato sul progetto di direttiva, ma le misure derivanti dalla politica d'asilo saranno adottate con la procedura di codecisione, che attribuisce ai deputati poteri pari a quelli del Consiglio. I deputati hanno adottato un emendamento che sopprime la facoltà del Consiglio di stilare, a maggioranza qualificata, un elenco comune, valido in tutta l'Unione, di paesi cosiddetti "super sicuri" che autorizzerebbe gli Stati membri a rifiutare automaticamente le domande d'asilo alle persone da essi provenienti, senza ricorrere quindi all'esame della domanda. Tale disposizione, a loro parere, sarebbe ingiusta nei confronti dei cittadini di questi paesi in quanto non imporrebbe la valutazione individuale dei casi e potrebbe avverarsi contraria al principio di "non refoulement" (espulsione o respingimento) previsto dalla Convenzione di Ginevra. Il testo del Consiglio prevede anche l'elaborazione di un elenco «minimo» di paesi terzi di origine sicuri, valido per tutta l'Unione, consentendo però agli Stati membri di designare come sicuri, con valenza esclusivamente nazionale, paesi terzi diversi da quelli figuranti nell'elenco comune. I deputati, pur accettando l'istituzione di un elenco unico europeo di questo tipo, respingono la definizione di liste nazionali integrative e auspicano garanzie supplementari per i richiedenti asilo. E' infatti chiesto di concedere loro la possibilità di «confutare la presunzione di sicurezza», considerata dai deputati conditio sine qua non per l'accettazione del principio di "paese sicuro", ritenendo che la valutazione del rischio nel paese d'origine vada effettuata sempre su base individuale e non secondo una presunzione generale di sicurezza basata su criteri nazionali. L'elenco deve poi essere definito - ed eventualmente modificato - ricorrendo alla procedura di co-decisione e non dal solo Consiglio previa consultazione del Parlamento. Per i deputati, inoltre, gli Stati membri non devono raccogliere i richiedenti asilo in un centro di accoglienza chiuso e, prima di trattenerli, devono sempre prendere in considerazione misure alternative «non custodiali». Il loro eventuale trattenimento, poi, E' possibile «solo se si E' appurato che tale misura E' necessaria, legale e giustificata» e deve avvenire in luoghi chiaramente separati dalle carceri. I deputati hanno anche adottato una serie di emendamenti volti a garantire che i diritti dei rifugiati siano rispettati in tutte le tappe della procedura. I rifugiati, pertanto, debbono poter ricorrere in appello contro le decisioni che negano la qualifica di rifugiato e, nel frattempo, restare nel paese fintantoché non siano esauriti tutti i livelli di ricorso. Ad essi deve, inoltre, essere assicurata la facoltà di richiedere un colloquio individuale con le autorità, di usufruire di un rappresentante legale e di ricevere tutte le informazioni relative alle procedure di asilo in un lingua ad essi conosciuta. I casi di domande non ammissibili, poi, devono essere esaminati dagli Stati membri nel rispetto della Convenzione di Ginevra. Particolare attenzione, infine, va accordata alle domande d'asilo presentate dai minorenni, che devono avere la precedenza. Infine, va notato che, adottando un emendamento proposto dal PSE, il Parlamento «si riserva il diritto di adire la Corte di Giustizia ai fini di una verifica della legalità della proposta e della sua compatibilità con i diritti fondamentali». Dibattito: interventi dei deputati italiani Giusto CATANIA (GUE/NGL, IT), a nome del gruppo, ha ringraziato il relatore ma ha sottolineato che, «purtroppo, il Consiglio ha già deciso» e, stigmatizzando l'assenza dall'Aula della Presidenza, ha affermato che molto probabilmente essa «non terrà in alcun conto le indicazioni che verranno dal Parlamento». A parere del deputato, la relazione in esame migliora la direttiva, in particolare con la cancellazione del concetto di «paese supersicuro» e con l'ampliamento dei margini per i ricorsi contro eventuali dinieghi. Tuttavia, ha notato, rimangono aperte «grandi questioni» come quella relativa al ruolo delle autorità consolari che non devono incontrare in nessun caso i richiedenti asilo, o la questione della detenzione dei richiedenti. Ricordando la sua recente visita a Lampedusa, ha sottolineato come la commistione tra richiedenti asilo e migranti irregolari «generi la barbarie nei rapporti all'interno dei centri di permanenza». I richiedenti asilo,pertanto, non dovrebbero mai essere «reclusi» e, qualora fosse necessario, occorre provvedere che non siano tenuti nello stesso luogo dei migranti irregolari e, comunque, «non per sei mesi». Il deputato si E' poi detto preoccupato per l'uso che viene fatto nella relazione del concetto di paese terzo sicuro, sui criteri per la sua definizione e su come sarà stilato l'elenco di tali paesi. Questo concetto, ha spiegato, impedisce per definizione la valutazione caso per caso, in quanto si «delega a un altro paese - considerato sicuro secondo criteri abbastanza flessibili - il compito che spetta a noi». L'asilo, ha quindi aggiunto, «non E' una concessione, E' un dovere morale e politico dell'Europa ed E' un diritto per gli uomini e per le donne perseguitati o in fuga dalle guerre». Quali sono i paesi sicuri? Si E' poi chiesto. Secondo i criteri potrebbero essere considerati paesi sicuri addirittura il Marocco o la Bielorussia, per esempio. A suo parere, il concetto di paese terzo sicuro mette «a repentaglio la vita dei richiedenti asilo» e, pertanto, «non ce lo possiamo permettere». Infine, il deputato ha lamentato il potere troppo limitato del Parlamento, in quanto la codecisione sarà applicata solo per modificare l'elenco dei paesi terzi sicuri ed ha affermato che il tipo di armonizzazione che si va delineando «peggiora perfino alcune legislazioni nazionali». Romano Maria LA RUSSA (UEN, IT), a nome del gruppo, ha espresso i propri complimenti al Consiglio «per la sua assenza» sostenendo che ciò «sia sintomatico di quanto sia tenuto in considerazione questo Parlamento». Dicendosi d'accordo con la relatrice nel rivendicare una maggiore collaborazione tra le Istituzioni e nel ritenere che il Parlamento debba essere sempre consultato prima che il Consiglio possa raggiungere ogni sorta di accordo, ha tuttavia espresso il proprio disappunto sui contenuti della relazione. Per il deputato, infatti, non E' sufficientemente presa in considerazione la diversa percezione che uno Stato può avere in merito al «problema dell'immigrazione». E' indiscutibile, ha aggiunto, che i paesi cosiddetti periferici dell'Unione soffrano e risentano maggiormente di «autentici assalti di immigrati che talvolta arrivano sì con buoni propositi, ma sono comunque clandestini». In mancanza di una politica comunitaria di immigrazione, «una politica intelligente e concreta», per il deputato E' legittimo che gli Stati si riservino di esaminare solo le domande ritenute gravi ed eventualmente rifiutarle. Forse, ha aggiunto, «alcuni colleghi si ostinano a voler considerare l'immigrazione un problema non comunitario, immaginando che siano i singoli Stati a doversi fare carico degli esorbitanti costi che queste ondate migratorie comportano». Sono stati adottati emendamenti contrari alle proposte del Consiglio, E' stata di fatto eliminata la definizione di paese terzo sicuro impedendo agli Stati di rifiutare le domande non ritenute idonee nonostante la provenienza da paesi considerati rispettosi delle libertà e dei diritti umani, ha proseguito. Ma questo Parlamento - «forse perché troppo politicamente corretto» - vuole ignorare che, quasi sempre, gli immigrati che si introducono in Europa, «finiscono col delinquere e mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini». Per il deputato, allora, «forse sarebbe meglio avere il coraggio di affermare che ogni Stato si regoli come meglio crede», cioE' con venti legislazioni diverse. Tuttavia, ha concluso, «la sinistra non parli di Europa unita, l'ipocrisia appartiene solo ad essa, non certo a noi di destra». Claudio FAVA (PSE) ha ringraziato il relatore «per l'eccellente lavoro» e la Commissione per la sua proposta che considera «un tentativo onesto per uniformare in tutta l'Unione il trattamento dei richiedenti asilo». Il contributo del Parlamento europeo, ha spiegato, E' volto a riallinearla allo spirito del Consiglio di Tampere, ma tende anche a «superare il primato della paura come unico elemento politico, come unico criterio d'azione delle nostre politiche sull'immigrazione e sul diritto d'asilo». Adesso, ha aggiunto, occorre vigilare sull'applicazione della direttiva così come sarà stata emendata e fare in modo che sia davvero la nuova normativa europea applicata in tutti gli Stati membri. Affermando di voler evitare «alcune interpretazioni da operetta che sono arrivate oggi dai banchi della destra», per il deputato occorre adottare, con la partecipazione del Parlamento, una lista europea di paesi sicuri fondata su condizioni oggettive e precise, «che E' esattamente l'opposto di quanto oggi sta accadendo». Da Lampedusa, ha spiegato, partono migliaia di migranti per essere espulsi in Libia, «che tutto può essere tranne che un paese sicuro». Il Parlamento, ha proseguito, chiede «norme certe, rigorose e responsabili» e occorre far capire al Consiglio e a tutte le Istituzioni europee che oggi l'Europa «non può semplicemente difendersi», deve anche difendere i diritti «di chi oggi subisce la violenza della guerra e l'umiliazione di una persecuzione». E' necessario chiedersi, ha concluso, se di fronte a tutto ciò «il problema per noi E' ricevere la richiesta d'asilo o piuttosto E' un problema per quei profughi la guerra e la persecuzione da cui sfuggono». Fonte :PE Riferimento : 2005/09/27 08:30:00 Wolfgang Kreissl-Dörfler (DE) - PSE Doc.: A6-0222/2005 Procedura: Consultazione legislativa Dibattito: 27.9.2005 Votazione: 27.9.2005
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