appello al Cantiere per Milano sul candidato sindaco



Appello al Cantiere per Milano


La candidatura di Veronesi, per come è stata presentata, per gli interventi
tempestivi e coordinati che ne hanno seguito l’annuncio, per gli scenari
che con essa vengono delineati, per le ultimissime dichiarazioni sulla
stampa, è una operazione politica in grande stile e palese, che rende
inutile il Cantiere per Milano come luogo per definire prima il programma,
poi le persone che meglio lo possono realizzare.
Il tentativo di rinviare la discussione sulla candidatura di Veronesi a
quando sarà ufficializzata e formalmente proposta alle forze del Cantiere,
fa pensare che si voglia portare l’intero Cantiere a subirla. Anche
l’affermazione che al candidato Veronesi potranno essere opposti altri
candidati nelle primarie, configura questo tentativo: infatti significa che
le posizioni di Veronesi sono politicamente compatibili con i contenuti su
cui sta lavorando il Cantiere.
A nostro avviso non è così
L’incompatibilità di Veronesi – di cui non è in discussione il valore
professionale - ci pare evidente rispetto a ogni possibilità di porre fine
a Milano a quelle trasversalità di poteri e compromissioni del mondo degli
affari che ha allontanato i cittadini dalla politica ed ha segnato il
declino culturale e progettuale della città.
Veronesi è d’accordo con la privatizzazione della sanità in Lombardia, che
ne ha peggiorato drasticamente i servizi per tutti. Ha sostenuto, anche
come responsabile di importanti istituzioni sanitarie, le controriforme di
Formigoni.
Veronesi apprezza l’operato del sindaco Albertini: quindi le
privatizzazioni di fiorenti imprese pubbliche. Sono le stesse politiche di
privatizzazione che in questi anni hanno prodotto la mancanza di entrate
per l’assistenza agli anziani e alla povera gente e per opere di pubblica
utilità come l’estensione della metropolitana e il rilancio dell’edilizia
popolare. A consolidare questo quadro, infine, Umberto Veronesi è per il
nucleare e gli organismi geneticamente modificati: cioè per nuovi insulti
tossici a condizioni ambientali generali già altamente degradate.
La candidatura Veronesi, infine, è un aspetto non marginale, per il ruolo
che gioca la nostra città negli equilibri nazionali, dello scontro politico
all’interno del centro-sinistra per spostarne l’asse al centro, insieme con
le esternazioni di Rutelli, la ricomposizione dei socialisti e la loro
alleanza con i radicali e l’accoglienza dei transfughi dal centro-destra.
La vecchia politica insomma, deve trovare nel futuro probabile governo di
centro-sinistra un modo per continuare a prosperare.
Ecco dunque perché la candidatura Veronesi va discussa unitariamente nel
Cantiere, e lì a nostro avviso respinta: pena, altrimenti, l’inutilità
della discussione in corso sul programma e pena, più in generale la
disgregazione, prima o poi, delle forze del Cantiere. E’ già accaduto a
Venezia: perché non potrebbe accadere a Milano?


Milano, 27 settembre 2005

Giovanni Acquati (Mag2 Milano), Vittorio Agnoletto (parlamentare europeo),
Mario Agostinelli (consigliere regionale), Marco Bersani (Attac Milano),
Paolo Cagna Ninchi (Comitato per le libertà e i diritti sociali), Giovanni
Colombo (consigliere comunale, Pres. Rosa Bianca), Bianca Dacomo Annoni
(Miracolo a Milano), Josè Luiz Del Roio (Forum Mondiale delle Alternative),
Vittorio Lovera (Consorzio Caes), Roberto Mapelli (Ass. Cult. Punto Rosso),
Maria Grazia Meriggi (docente universitaria), Emilio Molinari (presidente
Comitato italiano acqua), Giorgio Riolo (presidente Ass. Cult. Punto
Rosso), Basilio Rizzo (consigliere comunale), Roberto Rosso (Socialpress),
Raffaele K. Salinari (medico, Università di Urbino), Josè Luis Tagliaferro
(Argentina democratica), Giuseppe Vanacore (Cgil Lombardia), Luigi Vinci
(presidente Alternative Europa).





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