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Privatizzazione energia elettrica: non siamo d'accordo
- Subject: Privatizzazione energia elettrica: non siamo d'accordo
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Mon, 19 Sep 2005 12:41:27 +0200
- Priority: normal
Posizione della segreteria programma del Partito Umanista
PRIVATIZZAZIONE ENERGIA ELETTRICA:
NON SIAMO DACCORDO
Secondo il piano triennale 2006-2008 del Ministero delle attività
produttive, il Gestore della rete di trasmissione nazionale sarà
privatizzato. Ponendosi come obiettivi la riduzione dei costi e la
sicurezza della fornitura nel settore dellenergia elettrica, il
governo prevede proprio ciò che non assicurerà il raggiungimento
di questi obiettivi, cioè di affidare un servizio pubblico alla
competizione e al libero mercato.
Dopo il famoso black out dellestate 2003, tutto si sarebbe potuto
pensare tranne che affidare la rete di fornitura elettrica alle
speculazioni dei mercati finanziari. Il black out che colpì la
California nellestate del 2000 dimostra quanto sia errata la
privatizzazione della fornitura elettrica. Tra i fattori principali che
determinarono quel black out che paralizzò la California, cerano
le operazioni speculative attuate da alcuni broker specializzati
nella compravendita di energia elettrica e soprattutto le distorsioni
della deregulation. Nel corso di quell'anno la California attraversò
ben 30 volte lo "stadio 2" (ossia una situazione di emergenza in
cui oltre il 95% della capacità produttiva di elettricità è in uso),
contro il record precedente di quattro allarmi in un anno. A
dicembre si arrivò allo "stadio 3" (98,5%).
"La nostra deregulation non ha abbassato i prezzi e non ha
aumentato la disponibilità di energia - dichiarava il governatore
della California Gray Davis nel 2001 -. Al contrario: abbiamo
prezzi alle stelle, speculazione, incertezza
nell'approvvigionamento di elettricità".
No, non è questa la strada giusta. Oltre che mantenere la fornitura
dellenergia elettrica pienamente nelle mani del pubblico, è
assolutamente necessario, inoltre, investire nelle fonti energetiche
rinnovabili, e questo per diverse ragioni.
Prima di tutto perché delle guerre che si fanno per il petrolio non
se ne può più.
Poi perché usare lenergia solare, idroelettrica, delle biomasse, del
vento, ecc. fa bene alla salute. Infine perché usare energia
alternativa produce posti di lavoro, come dimostra la Germania in
cui il 14% dellenergia viene da fonti rinnovabili e lindustria che
se ne occupa ha creato posti di lavoro per circa 100mila persone.
Ma non basta non privatizzare. Bisognerebbe prendere la strada
diametralmente opposta. Ossia democratizzare il settore,
incentivando la produzione diffusa, attraverso una tecnologia
leggera e una gestione municipale. Ciò si tradurrebbe, non solo in
una maggiore capacità di sfruttare le opportunità che ogni
territorio offre, ma in una produzione più rispondente ai bisogni
locali e maggiormente sotto il controllo dei cittadini.
Occorre quindi contrastare questo progetto del governo. La
privatizzazione del GRTN produrrà solo benefici per le
multinazionali del settore, e non saranno raggiunti gli obiettivi di
"ammodernamento, ristrutturazione e sviluppo" che il governo
dichiara di voler raggiungere. Senza contare il fatto che questa
manovra potrebbe rappresentare un viatico per costruire centrali
nucleari in Italia, nonostante un referendum popolare che ha
respinto questa possibilità.
Roma, 17 settembre 2005
Carlo
Olivieri
Segreteria programma nazionale
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