[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
IL PONTE IRACHENO TRA PASSATO E FUTURO
- Subject: IL PONTE IRACHENO TRA PASSATO E FUTURO
- From: "associazione Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it>
- Date: Fri, 2 Sep 2005 00:26:40 +0200
Roma. Non ha precedenti la strage innescata ieri mattina dai colpi di mortaio lanciati dai terroristi di Abu Musab al Zarqawi - che ha prontamente rivendicato la strage - contro la più santa moschea di Baghdad: almeno 800 i morti, centinaia i feriti. E non è una fatalità - non lo erano neppure i due aerei che sono entrati nelle Torri gemelle di New York - come invece erano state casuali, negli anni scorsi, le stragi della Mecca, in cui più volte centinaia di persone sono state calpestate dalla folla durante i riti del pellegrinaggio. I colpi di mortaio, infatti, sono stati sparati alle 8.30 del mattino con cinica volontà di massacro, contro una moschea che è proprio l'epicentro di una calca immensa di un milione di fedeli in pellegrinaggio al mausoleo di Musa al Khadim, ucciso per avvelenamento nel 799 d.C., venerato quale settimo imam dagli sciiti. La reazione di panico della folla è dunque prevista, voluta, provocata: una volontà omicida, confermata dalla morte atroce di 25, forse 50 pellegrini cui i terroristi forniscono cibo avvelenato - per far loro subire la stessa sorte dell'imam venerato - e dalla voce che qualcuno lancia, mentre la folla impazzita attraversa il ponte sul Tigri, sulla presenza di kamikaze in procinto di farsi esplodere. Centinaia di persone si gettano nel fiume: la maggior parte annega mentre i movimenti convulsi della folla fanno inciampare donne e bambini, che vengono schiacciati e uccisi dalla calca umana urlante. La televisione al Iraqyia mostra le immagini di decine di cadaveri che galleggiano sulle acque del fiume o ammassati in strada, nelle aiuole, o nei corridoi degli ospedali della zona. Colpi di mortaio, cibi avvelenati, kamikaze veri o presunti fra la folla: questa la bomba a più stadi con cui i terroristi wahabiti-salafiti hanno celebrato la loro guerra di religione e di civiltà contro gli sciiti che essi considerano "idolatri" e quindi meritevoli di morte. Un migliaio di vittime dal 1991 In questo episodio si coglie così, senza possibilità di equivoci, la vera natura del terrorismo islamico che oggi opera in Iraq. La volontà feroce degli assassini non è infatti armata dall'antiamericanismo, dall'odio contro gli invasori, dalle conseguenze dell'occupazione militare dell'Iraq: è odio assassino di musulmani contro musulmani. Un odio che ha secoli alle spalle, che ha inizio nel 1804, col massacro di sciiti e con la distruzione da parte dei wahabiti sauditi del santuario di Kerbala, in cui si venera il secondo imam sciita, Hussein, il più santo tra i santi. I wahabiti- salafiti, infatti, considerano politeista il culto degli sciiti per gli imam, asse portante di una religione intrisa di un messianesimo - incarnato dagli imam stessi - che ha molti punti di contatto con quello cristiano (anche se per gli sciiti i 12 imam non sono parte della divinità, ma sono "santi" perché sono i soli in grado di interpretare e attualizzare la "Parola" del Corano). In epoca moderna, questo odio interreligioso dei wahabiti contro gli sciiti si ripropone nell'ideologia statuale dell'Arabia Saudita - in cui gli sciiti sono emarginati e perseguitati come paria - ed è estremizzato dai fondamentalisti wahabiti delle madrasse pachistane finanziate da Riad. L'onda recente di attentati wahabiti contro moschee sciite inizia infatti il 10 settembre 1991 in Pakistan, a Malan: gli attacchi si ripetono martellanti per anni, ben prima dell'11 settembre, con decine di kamikaze che si fanno esplodere in decine di moschee sciite del Pakistan, dell'Afghanistan (dove i Talebani wahabiti massacrano anche quattromila Hazara sciiti), del Bangladesh. Negli ultimi anni l'ideologia wahabita-salafita di al Qaida innesca una serie sanguinosa di stragi in Iraq, con l'eccidio del 29 agosto del 2003 a Najaf (in cui muore il leader dello Sciri, Bagher al Hakim) e poi nelle stragi dell'Ashura del novembre dello stesso anno, che seminano morte, in contemporanea, in Iraq, Pakistan e Bangladesh. Dal 1991 a oggi sono un migliaio le vittime sciite. E' questa una spirale di sangue che elimina tutte le teorie "politically correct" che indicano l'origine del terrorismo islamico come la "risposta" ai tanti torti subiti dall'occidente. Una strage ininterrotta che si accompagna a quelle che hanno fatto 150 mila vittime - musulmani straziati e sgozzati da musulmani - tra il 1991 e il 1998 in Algeria. Inutilmente il ministro della Difesa iracheno, il sunnita Saadun al Dulaimi, ha esorcizzato il dramma, dichiarando: "Quel che è successo non ha una relazione con le tensioni settarie". Subito gli ha risposto seccamente Ammar al Hakim, dirigente del più grande partito sciita, lo Sciri: "Consideriamo responsabili di quanto è accaduto i terroristi, i saddamisti e gli estremisti radicali".il foglio 1 settembre
___________________________________ Yahoo! Mail: gratis 1GB per i messaggi e allegati da 10MB http://mail.yahoo.it
- Follow-Ups:
- Re: IL PONTE IRACHENO TRA PASSATO E FUTURO
- From: "stellecadenti" <stellecadenti at stellecadenti.org>
- Re: IL PONTE IRACHENO TRA PASSATO E FUTURO
- Prev by Date: Riapre il Khorakhane'
- Next by Date: 02-03/09 Ancona: "L'Inferno"
- Previous by thread: Riapre il Khorakhane'
- Next by thread: Re: IL PONTE IRACHENO TRA PASSATO E FUTURO
- Indice: