comunicato stampa del Vittorio Occupato in merito al fermo di un cittadino pakistano



30 lug. 05



       COMUNICATO STAMPA



Visto quanto riportato da alcuni quotidiani in merito
all’irruzione avvenuta ieri (29 \ 7 \05) all’interno
del Vittorio Occupato, centro socio-abitativo di Ostia
, crediamo assolutamente necessari alcuni chiarimenti
e precisazioni:

Forse per chiarire un po’ meglio la vicenda occorre
partire proprio dalla dinamica dei fatti al momento
del blitz delle forze di polizia. La dinamica
dell’irruzione è stata una vera e propria caccia
all’immigrato pakistano, una caccia indiscriminata
dove venivano fermati e perquisiti tutti quelli che
venivano incontrati nei corridoi, nei terrazzi e nei
bagni; anche l’irruzione nelle stanze è avvenuta senza
alcuna logica, senza alcun obiettivo preciso.
Di fronte ad un meccanismo di questo tipo la prima
domanda che ci facciamo e che giriamo a tutti è: come
è possibile che, se le persone portate via sono state
rastrellate in maniera assolutamente indiscriminata,
ci fosse già un sospetto ed un obiettivo?
La persona tuttora trattenuta dalla polizia, un
cittadino pakistano di circa 40 anni, fra l’altro
gravemente malato al cuore e portatore di by-pass,
lavora da tempo come venditore ambulante, normalmente
di fronte proprio al Mc Donald di Ostia, a due passi
dal pontile e a non più di 400 metri dalla struttura
di accoglienza  autogestita. Allora la seconda domanda
che ci sorge spontaneo porci e che giriamo a tutti è:
come è possibile che una persona che abbia realmente
l’intenzione di eseguire un attentato, lavori di
fronte al proprio obiettivo, continui imperterrito a
farlo anche dopo il presunto tentativo di attentato, e
per giunta continui tranquillamente a vivere a pochi
metri dal luogo in questione?
Ci sembra chiaro che la ricostruzione dei fatti
operata da alcuni quotidiani proprio non funziona,
non è credibile, ci sembra piuttosto un brutto
tentativo di trovare un capro espiatorio che sbattuto
nelle prime pagine dei giornali, possa giustificare
l’irruzione ed il rastrellamento all’interno della
struttura di accoglienza e di un’esperienza di
autogestione e lotta per i diritti negati.
Ancora più incredibile ci appare il tentativo di
accreditare un qualsiasi legame fra questa vicenda e
l’attentato dinamitardo che ha colpito qualche mese fa
il tribunale di Ostia. Non riusciamo neppure a
commentare questa affermazione, è semplicemente un
teorema ed una montatura che non si regge veramente in
piedi.
Comincia a mostrarsi con chiarezza  invece il disegno
repressivo che si sta articolando, e che tenta di
utilizzare “l’emergenza terrorismo” strumentalmente
per mettere sotto attacco le esperienze di
autogestione e di lotta, chi lotta per la chiusura dei
CPT e per il riconoscimento dei diritti di
cittadinanza per tutti i migranti, ma anche per il
diritto all’ accoglienza, alla casa; chi si muove per
contrastare la giungla della precarietà lavorativa e
di vita. Un tentativo di avvitare una società intera
all’interno di una logica di guerra permanente che non
ci appartiene e che rifiutiamo; un pericoloso
tentativo di costruire uno stato di polizia, rendendo
tutti noi ancora più ricattabili e restringendo
ulteriormente, garanzie, libertà, diritti.




Centro Socio Abitativo
    Vittorio Occupato di Ostia

    Tel 06 \ 56030162
    Cell 349 7117095