L'accordo con la Cina non risponde a giustizia. Documento da inviare e diffondere se condiviso



Movimento per la società di giustizia e per la speranza
 
Cari amici,
                    il Movimento ha preparato questo documento sui prezzi stracciati dei prodotti cinesi e la schiavizzazione del lavoro che ci sta dietro. E' diretto alla Commissione e al Parlamento Europeo e chiede il  vostro aiuto. Ecco gl'indirizzi:

Pres. José Manuel Barroso, Commission Européenne, Rue de la Loi  200, B-1049 Bruxelles, Belgio/  sg-web-president at cec.eu.int;

Pres. Josep Borrell, Parlement Européen, Bâtiment-Paul-Henri-Spaak, 11 BO 11, rue Wiertz 60, B-1047 Bruxelles/ jborrell at europarl.eu.int

Peter Mandelson, Commissioner for External Trade, Rue de la Loi 200, B-1049 Bruxelles

peter.mandelson at cec.eu.int

Per gli europarlamentari l'email è (ad es. Bertinotti, D'Alema, DiPietro ) ncognome at europarl.eu.int

Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

 

 

 

To the President of European Commission José Manuel Barroso, and to the Members of the Commission

To the President of European Parliament Josep Borrell Fontelles, and to the Members of the Parliament

To the Commissioner for External Trade, Peter Mandelson

 

The agreement on imports from China does not correspond to justice

 

The agreement concluded by the European Commission, in the person of Commissioner Mandelson, with China on the 10th of June this year, in order to limit the flood of Chinese exports to slashed prices in Europe, apart from the fact that it was limited to 10 textile products, proclaimed the usual principle of the free market. A principle that with its dogmatic affirmation has already produced a lot of damage everywhere; in that it is clear that the market has to be managed according to reason and justice.

 

Instead, it did not take into any consideration the human and social fact; that is the fact that the slashed prices of Chinese products have their reason not only in a lower level of the economy, therefore of costs, salaries and life; but in an oppressive and slavish system of labour. In which are exploited and even destroyed 10 million children (but in opinion of others it is 11,9% of the work force, therefore some ten of millions), who work from dawn to dusk.

In which adults labour goes up to 18 hours a day, for 7 days out of 7, with a single day of rest each month; in often destructive conditions; in coercive, intimidatory conditions, sometimes with physical violence; without any possibility of defending themselves or protesting against this condition, through the absence of labour organizations, and by connivance of the authorities.

 

The slashed prices of the Chinese products are the fruit of an oppressive, cynical system, that in order to reach economic success, in order to conquer the markets, in order to become a worldwide economic power destroys the workers. Europe cannot ignore this ignominy; it cannot pass over it in silence in order to maintain good relations with China. Europe has not only the right but also the duty to refuse those products, and not by economic protectionism, but as the fruit of a criminal system. In which not only an unfair competition takes form, but a crime against humanity.

 

The Movement for a just society asks that the entire European economic relations with China be revised on the basis of the fundamental rights of human being, of their affirmation and their defence.

 

Lecce, 2005-07-11

                                 

                                                                                    For the Movement, the Chairman

                                                                                           Prof. Arrigo Colombo

 

 

 

Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160

E-mail arribo at libero.it/ Pag web http://digilander.libero.it/ColomboUtopia

 

 

------------Testo italiano-----------------

Al Presidente della Commissione Europe José Mahuel Barroso e ai membri della Commissione

Al Presidente del Parlamento Europeo Josep Borrell Fontelles e ai membri del Parlamento

Al Commissario al Commercio Peter Mandelson

 

L’accordo sulle importazioni dalla Cina non risponde a giustizia

 

L’accordo concluso dalla Commissione Europea, nella persona del Commissario Mandelson, con la Cina il 10 giugno scorso, per limitare l’alluvione di esportazioni cinesi a prezzi stracciati in Europa,  a parte il suo restringersi a 10 prodotti tessili, sbandierava il solito principio del libero mercato, principio che con la sua affermazione dogmatica già tanti danni ha prodotto ovunque; in quanto è chiaro che il mercato dev’essere gestito secondo ragione e giustizia.

 

Non prendeva invece in nessuna considerazione il fatto umano e sociale; e cioè il fatto che i prezzi stracciati dei prodotti cinesi non sono dovuti soltanto ad un più basso livello dell’economia, quindi dei costi, dei salari, della vita; ma ad un sistema oppressivo e schiavistico del lavoro.

In cui sono sfruttati, e anche annientati, 10 milioni di bambini (ma secondo altri sarebbe l’11,9% della forza lavoro, quindi diverse decine di milioni), che lavorano dall’alba al tramonto.

In cui il lavoro adulto si estende fino a 18 ore al giorno, per 7 giorni su 7, con solo un giorno di riposo al mese; in condizioni spesso distruttive; in condizioni coercitive, intimidatorie, e talora di violenza fisica; senza possibilità di difesa e protesta per l’assenza di organizzazioni sindacali, per la connivenza delle autorità.

 

I prezzi stracciati dei prodotti cinesi sono frutto di un sistema oppressivo, cinico, che per raggiungere il successo economico, per conquistare i mercati, per diventare potenza economica mondiale, annienta i lavoratori. L’Europa non può ignorare questa ignominia; non può sottacerla per mantenere buoni rapporti con la Cina. E ha non solo il diritto ma anche il dovere di rifiutare quei prodotti, e non per protezionismo economico, ma perché frutto di un sistema criminoso.

In cui si configura non solo una concorrenza sleale, ma un crimine contro l’umanità.      

 

Il Movimento per la società di giustizia chiede che l’intero rapporto economico dell’Europa con la Cina sia riveduto sulla base dei diritti fondamentali dell’uomo, della loro affermazione e difesa.