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ITALIA: PRESENZA TEMPORANEA, DIRITTI PERMANENTI
- Subject: ITALIA: PRESENZA TEMPORANEA, DIRITTI PERMANENTI
- From: "Angelo Colucci" <angcol1966 at libero.it>
- Date: Thu, 23 Jun 2005 10:44:42 +0200
AMNESTY INTERNATIONAL SEZIONE ITALIANA Presentazione del primo rapporto sui CPTA in Italia ITALIA: PRESENZA TEMPORANEA, DIRITTI PERMANENTI Il trattamento dei cittadini stranieri trattenuti nei centri di permenenza temporanea e assistenza (Cpta) L'Italia sottopone a detenzione un numero sempre crescente di richiedenti asilo, in violazione degli standard del diritto internazionale dei rifugiati. Nel suo ultimo rapporto, Presenza temporanea, diritti permanenti, presentato oggi a Roma, Amnesty International rivela una serie di violazioni dei diritti umani cui i cittadini stranieri vengono sottoposti durante la detenzione nei Centri di permanenza temporanea e assistenza (Cpta), ed esprime preoccupazione circa la possibilità che problemi simili possano verificarsi anche nei centri di identificazione. "La detenzione è una sanzione estrema per le persone che non hanno commesso alcun illecito penale. I richiedenti asilo possono essere detenuti soltanto in circostanze eccezionali, come prescritto dagli standard internazionali", si legge nel rapporto. "Similmente, la detenzione dei migranti entrati o presenti in Italia senza autorizzazione andrebbe applicata soltanto nelle circostanze previste dalla legge, e conformemente ai principi internazionali dei diritti umani". Ogni anno l'Italia espelle o rifiuta l'ingresso a migliaia di cittadini stranieri, alcuni dei quali richiedenti asilo, sulla base del loro tentato o effettivo ingresso illegale o soggiorno irregolare. Nell'attesa dell'espulsione, molte di queste persone sono detenute nei Cpta, a volte anche fino a 60 giorni. La legislazione entrata in vigore due mesi fa consente la detenzione della maggior parte dei richiedenti asilo in "centri di identificazione" mentre le loro richieste di asilo vengono esaminate con una procedura accelerata. Il rapporto contiene dettagliate denunce secondo cui persone detenute nei Cpta sono state sottoposte ad aggressioni fisiche da parte di agenti delle forze dell'ordine e del personale di sorveglianza e alla somministrazione eccessiva e abusiva di sedativi e tranquillanti. Molte persone incontrano difficoltà nell'accedere alla consulenza di esperti, necessaria a contestare la legalità della loro detenzione e del relativo ordine di espulsione. La tensione nei centri è alta, con frequenti proteste, inclusi tentativi di fuga e alti livelli di autolesionismo. I centri sono spesso sovraffollati, con strutture inadeguate, condizioni di vita contrarie alle norme dell'igiene e cure mediche non soddisfacenti. Gli Stati detengono la potestà di controllare l'ingresso, il soggiorno e l'espulsione dei cittadini stranieri dal proprio territorio. Essa, tuttavia, deve essere esercitata nel rispetto delle leggi e degli standard internazionali in materia di diritti umani e di diritti dei rifugiati. L'esercizio della sovranità statale non può avvenire a scapito dei diritti umani fondamentali dei richiedenti asilo e dei migranti, qualunque sia il loro status giuridico. Vi è una crescente restrizione dell'accesso ai Cpta e le richieste avanzate da Amnesty International sono state sinora rifiutate. Per quanto non sia possibile confermare la totale veridicità di tutte le denunce concernenti i centri, queste sono rese credibili dal loro numero, coerenza e regolarità, e dalle conclusioni degli organismi intergovernativi e di serie organizzazioni non governative nazionali e internazionali. Molte persone nei Cpta incontrano difficoltà nell'accedere alla procedura di asilo, con il conseguente rinvio in paesi dove sono a rischio di gravi violazioni dei diritti umani. Durante l'ultimo anno, più volte l'Italia ha espulso interi gruppi di persone detenute dopo essere giunte via mare, senza un'adeguata considerazione di ogni situazione individuale, in violazione degli standard internazionali dei diritti umani e del diritto dei rifugiati. Il modo in cui il governo affronta gli arrivi via mare sta seriamente compromettendo il diritto fondamentale di chiedere asilo e il principio di non-respingimento, che proibisce il rinvio forzato di chiunque verso un territorio in cui possa esservi un rischio di violazioni gravi dei diritti umani. Amnesty International ha elaborato una serie di raccomandazioni, che chiede alle autorità italiane di considerare in via prioritaria. In tali raccomandazioni vengono sottolineati i principali standard internazionali già applicabili alle persone trattenute nei Cpta e nei centri di identificazione e sono evidenziate linee guida sulle procedure di "rinvio forzato" di cittadini stranieri, adottate dal Consiglio dei Ministri del Consiglio d'Europa nel maggio 2005 e nelle quali si richiamano i diritti esistenti sulla base delle norme internazionali. Secondo l'organizzazione per i diritti umani, "è giunto il momento che le autorità italiane riconsiderino profondamente la loro attuale politica, legislazione e prassi circa la detenzione, le condizioni ed il trattamento dei migranti irregolari e dei richiedenti asilo, assicurandone un adeguamento agli standard internazionali dei diritti umani e del diritto dei rifugiati". Per ulteriori informazioni: Ruggiero Caputo Referente Azioni Amnesty International Circoscrizione Puglia r.caputo at amnesty.it
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