la psicanalisi e i vangeli



 «Ricollocate al giusto posto le figure parentali, assunti su di sé il carico e la responsabilità della propria vita, l'uomo scopre che può fare da solo, che può rischiare e che può anche sbagliare, ma con una soddisfazione: di essere lui il protagonista».
E' un bell'invito in questi tempi di delega, di greggi belanti, di ragione azzerata!!!Buona lettura.
Associazione Partenia http://utenti.lycos.it/partenia
 
Gesù e le donne, la psicanalisi e i vangeli
(interessante studio di Marco Garzonio )

11/6/2005 http://www.lastampa.it


LA nostra società non si può permettere il lusso di rinunciare all'imitazione di Cristo. Nessuno guarisce veramente se non riesce a raggiungere un atteggiamento religioso». Con questa frase di Jung in esergo si apre l'introduzione di un interessante studio di Marco Garzonio sul maschile e il femminile nei Vangeli e, più in particolare, sul rapporto di Gesù con le donne e sul «cambiamento» che questo ha prodotto nella sua dimensione umana. Chi però si aspettasse di trovare proclami femministi, letture sensazionaliste o un morboso indugiare su nascoste allusioni resterebbe deluso: l'approccio di Garzonio è sostanzialmente «ortodosso», a cominciare dalle fonti su cui si basa - i quattro vangeli canonici - senza nessun cedimento agli scritti apocrifi, ben più ricchi di particolari stimolanti per una lettura che volesse destare scalpore. Quindi nessun slogan del tipo «il vangelo come non l'avete mai letto; Gesù come nessuno ve l'ha mai raccontato...», ma un'attenta analisi dei risvolti meno evidenti del mistero dell'incarnazione, di quel «calarsi di Dio dentro la natura e la storia, prendendo in carico di esse limiti e potenzialità». Delle implicazioni di questo processo l'autore cerca di sondare alcune tappe nelle testimonianze evangeliche che narrano il procedere di Gesù, a partire dall'episodio che ha segnato l'inizio della vita pubblica secondo il Vangelo di Giovanni: lo sposalizio a Cana di Galilea. In quell'occasione avviene anche per l'uomo Gesù «la differenziazione che segna l'inizio» e il suo agire, unico nel suo procedere da Dio, diviene paradigmatico per l'itinerario di crescita umana di ciascuno: «Ricollocate al giusto posto le figure parentali, assunti su di sé il carico e la responsabilità della propria vita, l'uomo scopre che può fare da solo, che può rischiare e che può anche sbagliare, ma con una soddisfazione: di essere lui il protagonista». La stessa valenza universale la possiamo ritrovare nell'incontro di Gesù con l'altro per eccellenza, il diverso per sesso e per appartenenza etnico-religiosa: è quanto emerge dal dialogo di Gesù con la donna samaritana al pozzo di Sichem. Lì misuriamo anche la distanza di Gesù rispetto ai suoi stessi discepoli: «A un soggetto che si affranca dalla coscienza collettiva per incamminarsi lungo una via tutta individuale, si può dire che fa riscontro un collettivo maschile pieno di diffidenza, quando non anche di ostilità, verso quell'altro da sé rappresentato dalla donna». E questo contrasto che sarà feconda occasione di crescita lo ritroviamo anche nelle vicende decisive della passione, morte e risurrezione, con la forte contrapposizione sottolineata da Garzonio: «Nel Cenacolo Gesù si ritrova solo con i suoi compagni, i Dodici - che sono e restano sempre tutti maschi. Davanti al sepolcro vuoto egli è solo, con le donne: queste, uniche si trovano lì». Non sorprende allora che l'ultimo capitolo del volume abbia come titolo «Impariamo dalle donne, quasi una conclusione» e che si apra con la citazione di un adagio patristico attribuito a Gregorio Magno: «La Scrittura cresce con chi la legge». Sì, è un itinerario di crescita, quello proposto in queste pagine, un'analisi che rende conto con sottolineature insolite di quanto accaduto in un passato che riguarda ciascuno perché, come fa opportunamente notare l'autore, «la Buona Novella... è sì il cammino del Cristo percorso tra gli uomini, per le strade di Palestina, duemila anni fa; ma è insieme il riprendere, il procedere e il ripercorrere di continuo quell'itinerario da parte degli uomini e delle donne che fanno spazio al Verbo dentro di sé e lo accolgono». LONTANO E VICINO
Enzo Bianchi