Abbiamo perso l’anima?



 
Abbiamo perso l’anima?
Per festeggiare il compleanno del mensile Per Me lo psichiatra Raffaele
Morelli ha scelto un tema forte e attuale. Potremo discutere con lui della
 nostra parte più intima il 30 maggio a Milano. Intanto vi presentiamo i
 risultati di un sondaggio. E i pareri degli esperti.

 di Stefano Cardini
26/5/2005
 
www.donnamoderna.com/psicologia/a021001007874.jsp
 "Cos’è per te l’anima?"
 Ecco come avete risposto al nostro sondaggio:
56% Il segno di Dio dentro di noi
26% La parte più istintiva e autentica di noi
18% La parte più razionale di noi, quella che ci distingue dagli animali

Sul quesito "Secondo te, l’abbiamo persa?" vi siete divisi fra No (61%) e
 Sì (39%).

 Mentre alla domanda "Se l’abbiamo persa, come possiamo recuperarla?" avete
 risposto così:
Dedicandoci di più agli altri 38%
Avvicinandoci alla religione 30%
Rallentando il ritmo frenetico della nostra vita 21%
Seguendo di più il nostro istinto 11%

 Ecco qui il parere di quattro esperti.
Raffaele Morelli, psichiatra
«L’anima è il nostro io più autentico: quello che si emoziona, agisce d’
istinto. E che purtroppo abbiamo smarrito. Lo provano i numeri: l’ansia e
 la depressione colpiscono dieci milioni di italiani. A questa cifra dobbiamo aggiungere chi soffre di emicrania, stanchezza e altri disturbi psicosomatici cronici. Sono tutti segnali d’allarme, che il nostro corpo ci lancia per dirci che sacrifichiamo a una vita troppo razionale la parte più istintiva di noi: l’anima, appunto. Oggi ci crogioliamo nell’illusione di poter prevedere o superare qualsiasi ostacolo grazie al pensiero e alla volontà. Per ritrovare l’anima, invece, dobbiamo vivere nel presente, liberandoci dall’ipoteca del passato e dall’ assillo del futuro. È l’unico modo per non farci sconfiggere dall’ insuccesso e dalla malattia. Ogni battuta d’arresto, infatti, è il segno che abbiamo dimenticato un lato della nostra anima».

Gianna Schelotto, sessuologa
 «L’anima è la nostra capacità di entrare in contatto con noi stessi. Ma l’ abbiamo persa. Perché, a furia di cercare di diventare come gli altri ci vogliono, abbiamo dimenticato chi siamo. Me ne accorgo ogni giorno con i miei pazienti. Si tratta di giovani professionisti affermati, tranquilli padri o madri di famiglia, la cui vita scorre senza particolari problemi. Eppure, dentro sentono una voragine enorme. È la distanza tra chi sono davvero e le maschere che indossano ogni mattina per sentirsi all’altezza delle aspettative altrui. La nostra vita è ormai un susseguirsi di imperativi. Andiamo in palestra, per essere in forma. Lavoriamo sodo, per aver successo. Ci vestiamo alla moda, per sentirci belli. Il consiglio allora è: smettiamo di preoccuparci di quello che gli altri vogliono da noi. Prendiamoci un po’ di tempo per riflettere su ciò che noi vorremmo da loro. E da noi stessi».

Giulio Giorello, filosofo
 «Per la filosofia e la scienza moderne, l’anima è la nostra vita cosciente. Che nasce, si evolve e muore insieme al nostro corpo. Finché viviamo, quindi, non ci abbandona mai e certamente non possiamo perderla. L’uomo, tuttavia, non si limita a pensare e volere consapevolmente: il pensiero e la volontà affondano le loro radici nell’istinto e nelle emozioni. Per questo, anche se non può essere smarrita, l’anima rischia di diventare prigioniera di credenze irrazionali e pregiudizi. O del più banale, ma tutt’altro che innocuo, conformismo delle opinioni e dei comportamenti. Questo, secondo me, è il pericolo che stiamo correndo oggi. L’unico modo per scongiurarlo è riscoprire il piacere della lotta senza quartiere per affermare le proprie idee. Ricorrendo non al potere della fede, dell’ideologia o della tradizione. Ma alla forza non violenta dell’argomentazione».

Gianfranco Ravasi, sacerdote
«L’anima è l’impronta di Dio in ognuno di noi, credente o non credente. L’ uomo, quindi, non può perderla. Però può volgerla al male, conducendo una vita vuota e superficiale. Tutte le grandi religioni, cristianesimo compreso, intendono per anima anzitutto la consapevolezza della differenza tra il bene e il male. Poi, il desiderio unico e insopprimibile dell’uomo di andare oltre se stesso: verso gli altri, come nell’amicizia o nell’amore. E verso Dio. Il rischio che oggi corriamo, pertanto, non è perdere l’anima, ma asservirla ai nostri istinti più bassi. Accade quando sprechiamo la nostra vita nel tentativo disperato di soddisfare qualunque desiderio. L’antidoto è riscoprire l’amore per gli altri, tendendo la nostra mano a chi ne ha bisogno. E ritrovare nel silenzio della preghiera la scintilla divina che è sempre dentro di noi. Anche quando la sua luce è offuscata».
 

 Ci vediamo il 30 maggio L’appuntamento è alle 21 al Teatro Manzoni di Milano. Festeggeremo insieme il compleanno di Per Me, il primo femminile di psicologia in Italia. Lo psichiatra Raffaele Morelli, direttore scientifico della rivista Mondadori nata nel 2004, discuterà con voi lettrici e lettori del grande interrogativo che abbiamo anticipato in queste pagine: abbiamo perso l’anima?
Parteciperanno anche il filosofo Giulio Giorello e la sessuologa Gianna Schelotto. L’ingresso è libero, ma è gradita la prenotazione. Per informazioni, tel. 0240094168.
 
 
 
da: Associazione Partenia http://utenti.lycos.it/partenia
"Conosci te stesso" è il fulcro di ogni vera trasformazione e crescita personale: anche se crediamo di conoscerci, in realtà conosciamo solo lo strato più superficiale del nostro essere - l'ego - fatto di abitudini meccaniche, di maschere e corazze, di credenze inculcateci da altri. Se non abbiamo intrapreso un qualche percorso di autoconoscenza, al massimo riusciamo ad essere coscienti della nostra parte razionale, mentre poco o niente sappiamo circa le sensazioni, le emozioni, i sentimenti e molti altri aspetti che appartengono al nostro lato "irrazionale”. Conoscersi davvero vuol dire mettersi in discussione e liberarsi da incrostazioni e apparenze, da condizionamenti e vincoli socioculturali che limitano il fiorire della propria individualità, così da poter contattare il nucleo più profondo e genuino dell'essere. (E.Cheli.)