4 SI



4 SI per la libertà di ricerca, per il diritto alla salute,
per la difesa del diritto all'aborto, 
per l'autodeterminazione del modello familiare

Nel giugno prossimo verremo chiamati a votare su 4 quesiti referendari che
intendono abolire parti della Legge 40/2004, cioE' della legge sulle
Tecniche di procreazione medicalmente assistita, approvata nel febbraio
dello scorso anno. Questa legge, che si occupa di concezioni riguardanti la
vita umana, la famiglia, il diritto di autodeterminazione della donna, il
diritto di ricerca scientifica… E' stata approvata da uno schieramento
politico istituzionale trasversale che va dai partiti del centro-destra
fino a partiti del centro-sinistra. E già questo E' un primo elemento di
riflessione che non deve essere sottovalutato.

Tra i punti principali della legge troviamo, anzitutto, il riconoscimento
della capacità giuridica al concepito sancito dall'art.1 ove si stabilisce
che la legge "assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il
concepito"; questo significa che mentre all'ovulo fecondato viene
riconosciuto il "diritto a nascere", la donna viene trasformata in una
sorta di incubatrice.

Dal momento che l'ordinamento giuridico italiano prevede che tra due leggi
che normano la stessa materia debba considerarsi prevalente la più recente,
l'art. 1 della Legge 40 viene a costituire obbiettivamente un attacco alla
Legge 194 relativa al diritto di aborto (interruzione volontaria della
gravidanza).

Attraverso l'art. 1 vengono posti in contrapposizione i diritti della madre
con i supposti diritti del concepito, addirittura prefigurando l'ipotesi di
punibilità per le donne che decidessero di interrompere la gravidanza.
Anzi, quando con l'art.4 si stabilisce la non ammissibilità della revoca
(vale a dire il fatto che una volta che l'ovulo sia stato fecondato si deve
procedere obbligatoriamente all'impianto) se non in caso di "documentata
causa di forza maggiore", si sancisce non solo che l'embrione E' vita umana
indipendentemente dal fatto che sia stato impiantato nell'utero, ma si nega
di fatto il diritto della donna all'autodeterminazione, cioE' le si sottrae
la sovranità del proprio corpo, della propria salute, della propria vita.

Paradossalmente, a fronte dell'impianto obbligatorio, alla donna non
resterebbe che l'interruzione volontaria della gravidanza (tra l'altro con
i problemi causati dall'elevato numero di medici che si definiscono
"obiettori di coscienza" o dalle difficoltà che si riscontrano nelle
strutture pubbliche, cose che provocano addirittura un aumento degli aborti
clandestini).

Il fatto di considerare l'embrione come un soggetto di cui E' necessario
difendere i diritti, il non poter produrre più di 3 embrioni da trasferire
(comunque in un unico e contemporaneo impianto in utero), il divieto di
crio-conservazione degli embrioni, il divieto di sperimentazione sugli
embrioni se non per "finalità terapeutiche e diagnostiche volte alla tutela
della salute e allo sviluppo dell'embrione stesso", il divieto di
produzione di embrioni a fini di sperimentazione…, porta conseguenze
pesanti anche sul versante della ricerca scientifica.

La maggior parte dei ricercatori E' convinta che attraverso lo studio sulle
cellule staminali prelevate dall'embrione - cellule che avendo la
caratteristica di moltiplicarsi e di differenziarsi possono ricostituire
qualsiasi parte del corpo umano - si possano trovare cure per gravi
malattie come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, il diabete, le
sclerosi, alcuni tumori. Da queste ricerche può derivare una speranza per
milioni di persone. Il divieto sancito dalla legge può quindi condannare
milioni di persone all'impossibilità di essere curate.

Naturalmente, non possiamo fare a meno di sottolineare che la scienza non
può essere considerata neutra rispetto all'oggetto e alle finalità della
propria ricerca perché si realizza comunque all'interno di un ben preciso
modo (capitalistico) di produzione. Possiamo quindi dire che più che per
perseguire scopi umanitari o per migliorare la qualità della vita spesso la
scienza E' uno strumento per aumentare i margini di profitto delle imprese.

Il sistema capitalistico fa il resto, ponendo l'interesse economico su un
piano prioritario rispetto al diritto alla salute. Facciamo un esempio:
alle aziende farmaceutiche E' riconosciuto il diritto di apporre marchi e
brevetti (i "diritti di creazione delle opere dell'ingegno") sui farmaci
che producono e, di conseguenza, di vietare la loro riproduzione magari a
prezzi più accessibili. In un sistema capitalistico, quindi, si può
scoprire come curare una grave malattia e si può nello stesso tempo
brevettare questa cura in modo da impedirne la diffusione non controllata
(cioE' non a prezzi di monopolio) condannando di conseguenza milioni di
persone alla morte. E' il caso concreto dei farmaci anti-AIDS che sono
stati al centro di un contenzioso internazionale durato anni tra aziende
farmaceutiche produttrici e interi paesi (come il Sudafrica).

Posto che non dobbiamo avere una visione feticistica - quasi "mistica" -
della scienza come se essa fosse una sorta di nuova religione atea, non
possiamo d'altra parte non batterci contro visioni oscurantiste che fanno
prevalere sul diritto alla qualità della vita e alla salute delle donne,
principi reazionari, astratti nella loro giustificazione, ma molto concreti
nei loro effetti.

E tra i vari effetti di questa legge c'E' quello che impone limiti alla
produzione di embrioni e vieta la loro crio-conservazione, cosa che
significa per le donne sottoporsi a maggiori dosi di cure ormonali e
ricorrere a più frequenti interventi di anestesia totale con ovvie
conseguenze sulla salute.

Allo stesso modo, incide sulla salute della donna l'obbligo del
trasferimento in utero di tutti gli embrioni prodotti, il che significa
trasferire anche quelli affetti da malattie genetiche o che presentano
anomalie, costringendo le donne al maggiore ricorso all'aborto; ma anche,
se tutti gli embrioni sono sani, aumentare il rischio di gravidanze
plurigemellari che portano, secondo il parere dei medici, all'incremento di
gravi problemi fetali.

Un altro effetto di questa legge E' quello di negare l'accesso alle
tecniche di fecondazione assistita per finalità diverse dalla terapia della
sterilità o infertilità, escludendo quindi tutti coloro che sono portatori
di malattie congenite quali talassemia, fibrosi cistica, distrofia
muscolare, emofilia, o chi deve sottoporsi a terapie con immuno-soppressori
per patologie gravi. Prima dell'entrata in vigore di questa legge, invece,
era possibile selezionare - attraverso appunto la selezione pre-impianto -
gli embrioni sani da quelli malati.

Certo, anche su questo tema ci sarebbe molto da discutere e molti sarebbero
gli interrogativi da porsi.

Fino a che punto può spingersi il desiderio di genitorialità o quello di
partorire figli "su misura" ? E' ammissibile pensare che abbiano diritto di
nascere solo figli che possiedono determinate caratteristiche - magari di
tipo fisico o estetico, come il colore degli occhi - ?

Ovviamente, non siamo certo sostenitori dell'eugenetica e non pensiamo
certo ad una selezione degli embrioni per scegliere il colore degli occhi o
per selezionare la razza (come avrebbero voluto fare i nazisti) ma non E'
questo che stiamo discutendo con questa legge.

Ogni anno migliaia di persone ricorrono alle tecniche di fecondazione
medicalmente assistita; a causa delle restrizioni imposte da questa legge
moltissime persone si rivolgeranno alle strutture private di paesi vicini
come Svizzera, Spagna, Francia, Inghilterra… dove la legislazione E' più
aperta su questo tema. E' quello che già oggi viene definito "turismo
procreativo". Ecco che, nuovamente, riappare l'ipocrisia di questo testo di
legge: chi saranno coloro che potranno permettersi di andare all'estero e
sostenere gli elevati costi di viaggio, visite, analisi, degenze… ? La
risposta E' semplice.

Con questa legge viene consentito l'accesso alle tecniche di fecondazione
medicalmente assistita solo alle "coppie maggiorenni di sesso diverso,
coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi":
si tratta del divieto di fecondazione eterologa, cioE' del divieto di
utilizzare gameti estranei alla coppia. Le coppie completamente sterili,
gli omosessuali e i single non potranno dunque accedere alla fecondazione
medicalmente assistita in quanto viene proibita la donazione degli ovociti
e degli spermatozoi.

Attraverso la legge, quindi, viene suggerito un ben preciso modello di
famiglia (consono ai gusti della Chiesa) che, per un verso, stabilisce la
legittimazione della sola famiglia patriarcale e, per altro verso, sancisce
il principio dell'identità genetica del concepito attraverso una
intromissione inaccettabile nelle scelte personali in campo sessuale -
ristabilendo la priorità dei legami di sangue.

Ovviamente, il modello familistico che viene suggerito E' pienamente
consono all'idea della famiglia come "cellula-base" dell'intera costruzione
sociale, idea del tutto funzionale alla riproduzione del sistema
capitalistico a partire dalla divisione del lavoro tra uomini e donne,
laddove queste ultime vengono inchiodate ai ruoli principali di madri per
la riproduzione biologica della specie o mogli dedite alla cura vita
domestica.

Vietare la fecondazione eterologa significa affermare la supremazia della
genitorialità biologica su quella sociale, significa affermare che se si E'
omosessuali o single non si E' capaci (e comunque non si ha il diritto) di
educare i figli, ma anche che i figli adottivi sono figli di serie B. La
legge dichiara di voler tutelare la "famiglia naturale", ma chi E' in grado
di dire quale sia questa famiglia naturale ?

In conclusione. Il referendum contro questa legge inaccettabile deve
diventare soprattutto l'occasione per rilanciare un dibattito ampio su
molti temi cruciali che vanno dal rapporto con la scienza (e con la
coscienza, anche religiosa) fino al tipo di organizzazione delle relazioni
sociali. E' importante battere la legge, ovviamente, ma E' altrettanto e
più importante battere le concezioni che la sottendono.

Articolo tratto da Controvento, n.10 (Foglio di controinformazione
politica), maggio 2005

WEB:
<http://circoloiskra.freeweb.supereva.it>http://circoloiskra.freeweb.supereva.it
- EMAIL: <mailto:c.iskra at virgilio.it>c.iskra at virgilio.it