Il quartiere a luci rosse non può essere accettato



Movimento per la società di giustizia e per la speranza, Lecce
 
Cari amici,
                    il Movimento ha preparato questo documento che riprende in termini corretti il tema della legge sulla prostituzione. Per il quale chiede il vostro aiuto.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo.

 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

 

Al Prefetto di Roma Achille Serra

al Sindaco di Roma Walter Veltroni

al Ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo

ai membri del Parlamento, a tutti i cittadini

 

Il quartiere a luci rosse non può essere accettato

 

Il Movimento riconosce che la proposta del Prefetto muove da una necessità urgente: togliere la prostituzione dalle strade. Stupisce anzi che un provvedimento simile non sia stato ancora varato,  se si pensa ai tanti mali che la strada comporta, a cominciare dall’esibizione del vizio (poiché di vizio si tratta), dal complesso disagio dei cittadini, delle famiglie che su quelle strade abitano; dal disagio delle prostitute stesse nel loro triste inumano mestiere; dall’aumentato bisogno di protettori con tutto il malaffare, l’asservimento, la criminalità che vi si collega.

 

Il Prefetto, però, sembra dimenticare due cose.

La prima: che la prostituzione, essendo un fatto immorale e di disordine sociale, può essere sì tollerata dallo stato, ma non organizzata come il Prefetto propone: in zone protette e controllate, con controllo medico ecc. Una forma analoga alla casa chiusa e all’eros center; che contrastano con la libertà e pari dignità della donna; e recuperano il vecchio maschilismo, offrendo al vizio del maschio, che in questi decenni era stato costretto a ricercare per le strade la sua sordida soddisfazione, il quartiere sicuro e la garanzia sanitaria.

 

Le seconda: il disegno di legge che giace in Parlamento, e che è molto più avanzato, ed è forse il migliore oggi in Europa. Che colloca quest’attività nel privato, nell’abitazione della donna; lasciandola alla sua libertà e responsabilità. Continuando a perseguire con durezza ogni forma di protezione-sfruttamento, asservimento, schiavismo. E prevede anche una multa fino a 5.000 euro per le donne che esercitano in strada, e fino a 10.000 euro per i loro clienti; colpisce cioè il cliente con forza maggiore, e ciò è giusto. La colpevolezza del cliente si è imposta negli ultimi anni alla coscienza collettiva. Il Prefetto ritiene questa soluzione di fatto impossibile per l’opposizione dei coinquilini, ma è noto che già ora molte donne esercitano in casa.

 

Se c’è una misura da prendere è quelle di sollecitare la discussione e approvazione di questa legge; e in questo senso dovrebbero premere sia il Prefetto che il Sindaco, che i parlamentari e tutti i cittadini che sono solleciti di una convivenza sociale più ordinata e moralmente dignitosa.

Non si può certo addurre l’esempio di altre nazioni che non hanno risolto correttamente questo problema: dove perdura la prostituzione sulle strade (in Francia e in Gran Bretagna), o perdurano addirittura le “case chiuse” (in Spagna e in Olanda), o gli eros center tedeschi (preferiti dal Ministro Bossi) che dalle case chiuse sostanzialmente non differiscono.

                                                                         

                                                                       Per il Movimento, il responsabile

                                                                                   Prof. Arrigo Colombo

Lecce, il 16 maggio 2005

   

 

Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160

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