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Dall'Assemblea Generale di Amnesty International un nuovo appello al Parlamento
- Subject: Dall'Assemblea Generale di Amnesty International un nuovo appello al Parlamento
- From: press at amnesty.it
- Date: Mon, 25 Apr 2005 23:28:34 +0200
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS57-2005 DALL'ASSEMBLEA GENERALE DI AMNESTY INTERNATIONAL UN NUOVO APPELLO AL PARLAMENTO PERCHE' APPROVI LA LEGGE CONTRO LA TORTURA Si e' aperta questa mattina a Torre Pedrera (Rimini), la XX Assemblea Generale della Sezione Italiana di Amnesty International. All'inizio dei lavori, i circa 300 delegati hanno approvato per acclamazione un ordine del giorno che chiede al Parlamento di introdurre un reato specifico di tortura nel codice penale e di ratificare il Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. 'A 17 anni dalla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, e dopo aver ricevuto ripetuti richiami da parte degli organismi delle Nazioni Unite che si occupano di diritti umani, l'Italia deve dotarsi urgentemente degli strumenti legislativi per prevenire e punire la tortura; si tratta di un atto dovuto, in particolare a un anno esatto dal voto della Camera dei deputati che approvo' l'inaccettabile emendamento sulla cosiddetta 'tortura reiterata'' ? si legge nell'ordine del giorno. 'Il primo appello che indirizzammo ai parlamentari italiani perche' adottassero una legge per criminalizzare la tortura risale addirittura al 1992' ? ha ricordato Marco Bertotto, presidente uscente della Sezione Italiana di Amnesty International, nella sua relazione. 'Da allora e per ciascuna delle seguenti 4 legislature, abbiamo ripetuto la stessa raccomandazione ai 9 governi che si sono succeduti. Sono passati dai banchi del parlamento circa 4.000 deputati e senatori che hanno approvato migliaia e migliaia di leggi. Poche, pochissime sui diritti umani: nessuna sull'introduzione del reato di tortura. Nel corso di quest'ultima legislatura, eravamo quasi arrivati a conseguire questo risultato, ottenendo il sostegno di numerose cariche istituzionali e soprattutto la presentazione di ben 8 proposte di legge sottoscritte da circa un terzo dei parlamentari'. 'L'iter di discussione e' stato lungo e tortuoso, troppo per un provvedimento cosi' in ritardo e cosi' importante per la credibilita' internazionale del paese. Eppure, esattamente un anno fa, dopo mesi di rinvii, la proposta di legge approdo' in aula alla Camera dei deputati. E nell'arco di pochi minuti venne trasformata in un mostro giuridico, con l'approvazione di un emendamento della Lega Nord che introduceva l'elemento della reiterazione come fattore costitutivo del crimine di tortura. La questione e' ora di nuovo all'esame del presidente Casini? Amnesty International continuera' incessantemente a fare pressioni sulle istituzioni italiane affinche' venga colmato questo indecoroso ritardo'. FINE DEL COMUNICATO Roma, 23 aprile 2005 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste (*): Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it (*solo dal 23 al 25 aprile: tel. 0541 720227; cell. 348 6976920) # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei # contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e' # pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non # portarle a conoscenza di alcuno. Opinioni, conclusioni e altre # informazioni contenute in questa mail rappresentano punti di vista # personali e non, salvo quando espressamente indicato, quelli di Amnesty # International.
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