[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Bolkestein: cosa hanno deciso a Bruxelles
- Subject: Bolkestein: cosa hanno deciso a Bruxelles
- From: "antonello" <bypgca at tin.it>
- Date: Thu, 24 Mar 2005 11:03:17 +0100
BOLKESTEIN: COSA HA DECISO IL VERTICE DI BRUXELLES Il vertice di primavera dell'Unione Europea è stato indubbiamente caratterizzato dalla discussione sulla direttiva Bolkestein che è stata al centro della maggior parte degli interessi della stampa internazionale (tenendo conto, oltretutto, della contemporanea presenza della discussione sulla revisione del patto di stabilità). Le informazioni sono stati abbondanti, e come al solito, abbastanza confuse. Vorremmo cercare di attenerci, ancora una volta, ai fatti, più che alla gran messe di dichiarazioni (che pure hanno avuto una grande importanza nelle preparazione delle decisioni assunte). Le difficoltà della Bolkestein sono approdate, per la prima volta, nel documento ufficiale delle conclusioni della presidenza per il Consiglio europeo del 22-23 marzo 2005. Si legge infatti al punto 22 22. Nel contesto del completamento del mercato interno, il Consiglio europeo ha individuato i seguenti settori prioritari. Al fine di promuovere la crescita e l'occupazione e di rafforzare la competitività, il mercato interno dei servizi deve essere pienamente operativo, preservando al tempo stesso il modello sociale europeo. Alla luce del dibattito in corso, che mostra che la stesura attuale della proposta di direttiva non risponde pienamente alle esigenze, il Consiglio europeo chiede che nel quadro del processo legislativo sia intrapreso ogni sforzo per raggiungere un ampio consenso che risponda a tutti questi obiettivi. Il Consiglio europeo osserva che servizi d'interesse economico generale efficaci svolgono un ruolo importante in un'economia efficiente e dinamica. Cosa vogliono dire queste righe? Utilizzando anche le spiegazioni e le interpretazioni date nelle due conferenze stampe svolte dal presidente lussemburghese Juncker e dal presidente della Commissione Barroso possiamo affermare che: - la proposta di direttiva non viene ritirata ("non risponde pienamente alle esigenze") Nonostante le molti critiche ricevute dalla direttiva (Francia, Lussemburgo, Svezia, Germania, Belgio) la Commissione e molti stati non hanno accettato l'idea di ricominciare da capo. Ha detto Barroso che la Commissione non può ritirare una proposta "che pure non è stata presentata da noi ma dalla Commissione precedente", diminuendo così "le prerogative del Parlamento europeo e del Consiglio" che sono coloro che prenderanno la decisione finale. Ha detto Barroso "La Commissione propone..Nessuno all'interno del Consiglio- ha detto Barroso- ha chiesto il ritiro della direttiva; noi non possiamo perdere il momento approntando una nuova direttiva" - la proposta è affidata, per ora, al Parlamento europeo e al Consiglio La Commissione per ora non farà nulla. Ha detto Barroso "non ci sarà un nostro intervento prima della discussione al parlamento e al Consiglio". "Noi non diremo prima come pensiamo di presentare una redazione diversa e modificata della proposta di direttiva". Parole chiare. La Commissione, pur consapevole che l'attuale proposta di direttiva "non risponde pienamente alle esigenze", per rispettare le prerogative degli organi che decidono, aspetterà di vedere come si svolgerà il dibattito in Parlamento e nel Consiglio per poi decidere che fare. Il processo legislativo è nelle mani del Parlamento che dovrà intraprendere "ogni sforzo per raggiungere un ampio consenso che risponda a tutti questi obiettivi.. il mercato interno dei servizi deve essere pienamente operativo, preservando al tempo stesso il modello sociale europeo". - la Commissione vedrà come andrà (discussione in Parlamento, referendum sulla Costituzione) e poi deciderà Chiaramente la Commissione, per così dire, si tira fuori e aspetta che sia il Parlamento europeo e gli Stati nazionali (in particolare quelli impegnati nel referendum costituzionale e nelle elezioni nazionali) a vedersela con l'attuale proposta. Poi -mentre continuerà, possiamo stare sicuri, nella sua attività di lobbying attraverso i suoi funzionari- deciderà. Potrebbe, se le cose andranno male, ritirare la direttiva (che il commissario italiano Frattini ha definito "Prodi-Bolkestein", ce lo dovevamo aspettare!) oppure fare una "redazione diversa e modificata", ricominciando da capo una volta che magari il Parlamento abbia presentato qualche proposta poco accettabile. Barroso ha detto con chiarezza che spetta al Parlamento di "esprimere le preoccupazioni dell'opinione pubblica europea e di incorporarle nell'attuale testo". Va tenuto presente che in questa tornata, oltre che alla Francia lo stop alla Bolkestein è stata data dalla presidenza lussemburghese. Juncker ha infatti detto "Noi non prendiamo alla leggera questa direttiva; se la direttiva conterrà elementi di dumping sociale noi non la accetteremo;ecco perché avremo bisogno di modifiche sostanziali". Juncker oltretutto ha rintuzzato con sarcasmo, nella conferenza stampa, la domanda del giornalista di Radio radicale che ha affermato "nei nuovi paesi dell'Unione hanno una impressione opposta alla vostra: avete ceduto alle logiche protezionistiche della Vecchia Europa?. Accadrà così con la presidenza britannica?
- Prev by Date: Lettera aperta al Ministro Stanca sui Brevetti software
- Next by Date: domani Olga D'Antona al San Fedele di Milano - invito
- Previous by thread: Lettera aperta al Ministro Stanca sui Brevetti software
- Next by thread: domani Olga D'Antona al San Fedele di Milano - invito
- Indice: