Re: L



>Caro Ferrara, devi essere il solito "ideologo" di turno...quelli che c'hanno la verità in testa e gli altri dicono cazzate...falsi democratici!
ciao bello!





 se lo avete postato ne siete convintamente partecipi.
> Fatevi una canna, inquinerà vostri e altrui polmoni ma avrete visioni
> migliori
> 
> Pierluigi Ferrara
> 
> ----- Original Message ----- 
> From: "Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it>
> To: "Dirittiglobali at Peacelink.It" <dirittiglobali at peacelink.it>
> Sent: Friday, February 18, 2005 12:35 PM
> Subject: L'Europa balla al ritmo di Fidel e tradisce la liberta'
> 
> 
> > Ho un vivo ricordo delle situazioni un po' ridicole,
> > leggermente temerarie e piuttosto penose in cui si
> > ritrovavano durante la Guerra Fredda i diplomatici
> > occidentali a Praga. Ogni volta dovevano affrontare la
> > delicata questione: invitare o meno alle celebrazioni delle
> > loro ambasciate i vari firmatari di Charta 77, gli attivisti
> > per i diritti umani, i critici del regime comunista, i
> > politici destituiti, o anche gli scrittori, i giornalisti e
> > gli studiosi messi al bando - gente di cui i diplomatici
> > erano generalmente amici. A volte noi dissidenti non eravamo
> > invitati, ma ricevevamo delle scuse, e a volte avevamo l'invito
> > ma non lo accettavamo per non complicare la vita ai nostri
> > coraggiosi amici diplomatici.
> >
> > Oppure eravamo invitati un po' prima nella speranza che ce
> > ne saremmo andati prima dell'arrivo dei rappresentanti
> > ufficiali, il che a volte funzionava e a volte no. Quando
> > non funzionava, o i rappresentanti ufficiali se ne andavano
> > in segno di protesta contro la nostra presenza, o ce ne
> > andavamo noi in tutta fretta, o facevamo tutti finta di non
> > vederci o - raramente - iniziavamo a conversare gli uni con
> > gli altri, ed erano spesso i soli momenti di dialogo tra il
> > regime e l'opposizione (senza contare gli incontri ai
> > processi). Tutto questo succedeva quando la Cortina di Ferro
> > divideva l'Europa - ed il mondo - in blocchi opposti. Non
> > ricordo alcuna occasione in cui, a quei tempi, l'Occidente o
> > una sua organizzazione qualsiasi (Nato, Comunità Europea
> > ecc.) abbia pubblicamente emesso un appello, raccomandazione
> > o disposizione attestante che qualche gruppo specifico di
> > persone dotate di mente indipendente - o comunque vogliamo
> > definirle - non dovesse ricevere inviti a feste,
> > celebrazioni e ricevimenti diplomatici.
> >
> > Oggi però sta succedendo. Una tra le istituzioni
> > democratiche più forti e potenti del mondo - l'Unione
> > Europea - non si fa scrupolo nel promettere pubblicamente
> > alla dittatura cubana che la segregazione diplomatica sarà
> > restaurata. Le ambasciate della Ue all'Avana adesso
> > redigeranno le loro liste degli ospiti conformemente ai
> > desideri del governo cubano. La scarsa lungimiranza del
> > primo ministro socialista spagnolo José Zapatero ha
> > prevalso.
> >
> > Proviamo ad immaginare cosa capiterà: in ogni ambasciata
> > europea, qualcuno verrà incaricato di setacciare le liste,
> > nome per nome, e di valutare se e in che misura le persone
> > in questione si comportano liberamente o parlano liberamente
> > in pubblico, fino a che punto criticano il regime, o se
> > magari siano ex detenuti politici. Gli elenchi saranno
> > accorciati e le cancellazioni fatte, e ciò spesso implicherà
> > anche l'eliminazione di buoni amici personali dei
> > diplomatici incaricati della cernita.
> >
> > Difficilmente riesco a pensare per la Ue un modo migliore
> > per disonorare i nobili ideali di libertà, eguaglianza e
> > diritti umani sposati dall'Unione - principi, invero,
> > riaffermati nella Carta costituzionale. Per proteggere i
> > profitti delle multinazionali europee nei loro alberghi all'Avana,
> > l'Unione smetterà d'invitare le persone di mente aperta alle
> > ambasciate della Ue, e capirà chi è da escludere
> > dall'espressione sul viso del dittatore e dei suoi sodali.
> > Difficile immaginare un patto più vergognoso.
> >
> > I dissidenti cubani, ovviamente, faranno volentieri a meno
> > dei cocktail party occidentali. Questa persecuzione graverà
> > di certo sulla loro difficile lotta, ma naturalmente le
> > sopravvivranno. La domanda è se vi sopravvivrà la Ue.
> >
> > Oggi la Ue balla al suono della musica di Fidel Castro.
> > Questo significa che domani potrebbe tentare di aggiudicarsi
> > l'appalto per la costruzione di basi missilistiche sulla
> > costa della Repubblica Popolare Cinese. Il giorno dopo,
> > potrebbe permettere che le sue decisioni sulla Cecenia siano
> > dettate dai consiglieri del presidente Vladimir Putin. In
> > seguito, per qualche ragione ignota, potrebbe condizionare
> > la sua assistenza all'Africa da legami fraterni coi peggiori
> > dittatori del continente.
> >
> > Dove si andrà a finire? Col rilascio di Milosevic? Col
> > negare il visto all'attivista russo dei diritti umani Sergej
> > Kovalyov? Con le scuse a Saddam Hussein? Con l'apertura dei
> > negoziati di pace con Al Qaeda?
> >
> > È suicida per la Ue attingere alle peggiori tradizioni
> > politiche europee, il cui denominatore comune è l'idea che
> > si debba essere arrendevoli col male, e che il modo migliore
> > per conseguire la pace passi attraverso l'indifferenza verso
> > l'altrui libertà. È vero l'esatto contrario: politiche del
> > genere esibiscono indifferenza per la propria libertà e
> > preparano la via alla guerra.
> >
> > Sono fermamente convinto che i nuovi membri della Ue non
> > dimenticheranno le proprie esperienze del totalitarismo e
> > dell'opposizione nonviolenta al male, e che quelle
> > esperienze si rifletteranno nel loro comportamento in seno
> > agli organi europei. Ad ogni modo, potrebbe essere questo il
> > loro miglior contributo alle comuni basi spirituali, morali
> > e politiche di un'Europa unita.
> >
> > VACLAV HAVEL
> > Ex presidente della Repubblica Ceca
> >
> > (traduzione di Laura Toschi)
> > (C) Corriere della Sera, 30 gennaio 2005
> >
> >
> >
> >
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