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Re: L'Europa balla al ritmo di Fidel e tradisce la liberta'
- Subject: Re: L'Europa balla al ritmo di Fidel e tradisce la liberta'
- From: "Pierluigi Ferrara" <p.ferrara12 at virgilio.it>
- Date: Fri, 18 Feb 2005 23:53:41 +0100
se lo avete postato ne siete convintamente partecipi. Fatevi una canna, inquinerà vostri e altrui polmoni ma avrete visioni migliori Pierluigi Ferrara ----- Original Message ----- From: "Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it> To: "Dirittiglobali at Peacelink.It" <dirittiglobali at peacelink.it> Sent: Friday, February 18, 2005 12:35 PM Subject: L'Europa balla al ritmo di Fidel e tradisce la liberta' > Ho un vivo ricordo delle situazioni un po' ridicole, > leggermente temerarie e piuttosto penose in cui si > ritrovavano durante la Guerra Fredda i diplomatici > occidentali a Praga. Ogni volta dovevano affrontare la > delicata questione: invitare o meno alle celebrazioni delle > loro ambasciate i vari firmatari di Charta 77, gli attivisti > per i diritti umani, i critici del regime comunista, i > politici destituiti, o anche gli scrittori, i giornalisti e > gli studiosi messi al bando - gente di cui i diplomatici > erano generalmente amici. A volte noi dissidenti non eravamo > invitati, ma ricevevamo delle scuse, e a volte avevamo l'invito > ma non lo accettavamo per non complicare la vita ai nostri > coraggiosi amici diplomatici. > > Oppure eravamo invitati un po' prima nella speranza che ce > ne saremmo andati prima dell'arrivo dei rappresentanti > ufficiali, il che a volte funzionava e a volte no. Quando > non funzionava, o i rappresentanti ufficiali se ne andavano > in segno di protesta contro la nostra presenza, o ce ne > andavamo noi in tutta fretta, o facevamo tutti finta di non > vederci o - raramente - iniziavamo a conversare gli uni con > gli altri, ed erano spesso i soli momenti di dialogo tra il > regime e l'opposizione (senza contare gli incontri ai > processi). Tutto questo succedeva quando la Cortina di Ferro > divideva l'Europa - ed il mondo - in blocchi opposti. Non > ricordo alcuna occasione in cui, a quei tempi, l'Occidente o > una sua organizzazione qualsiasi (Nato, Comunità Europea > ecc.) abbia pubblicamente emesso un appello, raccomandazione > o disposizione attestante che qualche gruppo specifico di > persone dotate di mente indipendente - o comunque vogliamo > definirle - non dovesse ricevere inviti a feste, > celebrazioni e ricevimenti diplomatici. > > Oggi però sta succedendo. Una tra le istituzioni > democratiche più forti e potenti del mondo - l'Unione > Europea - non si fa scrupolo nel promettere pubblicamente > alla dittatura cubana che la segregazione diplomatica sarà > restaurata. Le ambasciate della Ue all'Avana adesso > redigeranno le loro liste degli ospiti conformemente ai > desideri del governo cubano. La scarsa lungimiranza del > primo ministro socialista spagnolo José Zapatero ha > prevalso. > > Proviamo ad immaginare cosa capiterà: in ogni ambasciata > europea, qualcuno verrà incaricato di setacciare le liste, > nome per nome, e di valutare se e in che misura le persone > in questione si comportano liberamente o parlano liberamente > in pubblico, fino a che punto criticano il regime, o se > magari siano ex detenuti politici. Gli elenchi saranno > accorciati e le cancellazioni fatte, e ciò spesso implicherà > anche l'eliminazione di buoni amici personali dei > diplomatici incaricati della cernita. > > Difficilmente riesco a pensare per la Ue un modo migliore > per disonorare i nobili ideali di libertà, eguaglianza e > diritti umani sposati dall'Unione - principi, invero, > riaffermati nella Carta costituzionale. Per proteggere i > profitti delle multinazionali europee nei loro alberghi all'Avana, > l'Unione smetterà d'invitare le persone di mente aperta alle > ambasciate della Ue, e capirà chi è da escludere > dall'espressione sul viso del dittatore e dei suoi sodali. > Difficile immaginare un patto più vergognoso. > > I dissidenti cubani, ovviamente, faranno volentieri a meno > dei cocktail party occidentali. Questa persecuzione graverà > di certo sulla loro difficile lotta, ma naturalmente le > sopravvivranno. La domanda è se vi sopravvivrà la Ue. > > Oggi la Ue balla al suono della musica di Fidel Castro. > Questo significa che domani potrebbe tentare di aggiudicarsi > l'appalto per la costruzione di basi missilistiche sulla > costa della Repubblica Popolare Cinese. Il giorno dopo, > potrebbe permettere che le sue decisioni sulla Cecenia siano > dettate dai consiglieri del presidente Vladimir Putin. In > seguito, per qualche ragione ignota, potrebbe condizionare > la sua assistenza all'Africa da legami fraterni coi peggiori > dittatori del continente. > > Dove si andrà a finire? Col rilascio di Milosevic? Col > negare il visto all'attivista russo dei diritti umani Sergej > Kovalyov? Con le scuse a Saddam Hussein? Con l'apertura dei > negoziati di pace con Al Qaeda? > > È suicida per la Ue attingere alle peggiori tradizioni > politiche europee, il cui denominatore comune è l'idea che > si debba essere arrendevoli col male, e che il modo migliore > per conseguire la pace passi attraverso l'indifferenza verso > l'altrui libertà. È vero l'esatto contrario: politiche del > genere esibiscono indifferenza per la propria libertà e > preparano la via alla guerra. > > Sono fermamente convinto che i nuovi membri della Ue non > dimenticheranno le proprie esperienze del totalitarismo e > dell'opposizione nonviolenta al male, e che quelle > esperienze si rifletteranno nel loro comportamento in seno > agli organi europei. Ad ogni modo, potrebbe essere questo il > loro miglior contributo alle comuni basi spirituali, morali > e politiche di un'Europa unita. > > VACLAV HAVEL > Ex presidente della Repubblica Ceca > > (traduzione di Laura Toschi) > (C) Corriere della Sera, 30 gennaio 2005 > > > > > > -- > Mailing list Dirittiglobali dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/dirittiglobali/maillist.html > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html >
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